L’inchiesta sull’uccisione di Fausto e Iaio, due giovani assassinati il 18 marzo 1978 vicino al centro sociale Leoncavallo di Milano, è stata riaperta dalla magistratura. La decisione è stata presa pochi mesi fa dalla gip Maria Idria Gurgo di Castelmenaedo, dopo la richiesta avanzata dai pm della procura milanese Leonardo Lesti e Francesca Crupi. Questo passo riaccende i riflettori su un caso rimasto irrisolto per decenni.
La riapertura delle indagini dopo quasi cinquant’anni
Dopo quasi quarantacinque anni, le autorità giudiziarie hanno deciso di dare nuovo impulso alle indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio. La gip Maria Idria Gurgo, nel tribunale di Castelmenaedo, ha ufficializzato la riapertura del procedimento penale accogliendo la richiesta dei pm milanesi. Leonardo Lesti e Francesca Crupi hanno presentato nuove motivazioni e elementi che giustificano questa scelta. L’azione evidenzia l’interesse della procura nel cercare di fare luce su quanto avvenuto in una Milano segnata da tensioni sociali e politiche in quegli anni.
Il caso riguarda la morte di due diciottenni, conosciuti come Fausto e Iaio, uccisi la sera del 18 marzo 1978. Si trovavano nei pressi del centro sociale Leoncavallo quando furono vittima di un agguato: il motivo del delitto non è mai stato accertato del tutto, né gli autori identificati. La riapertura delle indagini vuol dire che potrebbe emergere nuova documentazione o testimoni in grado di chiarire i fatti.
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Il contesto storico e sociale dell’omicidio vicino al leoncavallo
Nel 1978 Milano viveva un periodo di forti contrasti politici e tensioni tra gruppi giovanili e forze di polizia. Il centro sociale Leoncavallo, dove avvenne l’agguato, rappresentava un punto di riferimento per diversi movimenti di sinistra e di cultura alternativa. Fausto e Iaio erano attivi in quell’ambiente, impegnati a promuovere iniziative culturali e sociali, riflettendo lo spirito di quegli anni.
L’omicidio ha segnato non solo le famiglie dei ragazzi, ma anche una parte della società milanese che si è trovata a fare i conti con episodi di violenza politica. La mancata verità su quanto accaduto ha lasciato un vuoto che perdura ancora oggi. Per anni si è parlato di ipotesi diverse legate a scontri tra gruppi rivali o colpi di polizia deviata, ma nessuna pista ha prodotto risultati concreti.
Le figure coinvolte nel nuovo corso investigativo
La magistratura ha affidato la riapertura dell’inchiesta al pool della procura milanese guidato dai pm Leonardo Lesti e Francesca Crupi, con la supervisione della gip Maria Idria Gurgo di Castelmenaedo. Questi magistrati hanno studiato gli atti archiviati e valutato nuove possibili piste da seguire.
Non si conoscono dettagli sulle nuove prove o interrogazioni in programma, ma la scelta di procedere indica la presenza di indizi ritenuti credibili. Il rilancio delle indagini ha attirato l’attenzione di associazioni per i diritti civili, giornalisti e chi ancora oggi cerca giustizia per Fausto e Iaio.
La reazione della città e l’eredità di fausto e iaio
Milano resta legata a questa vicenda come a un capitolo doloroso della propria storia recente. Il centro sociale Leoncavallo tuttora svolge un ruolo attivo nella vita cittadina, e intorno al nome di Fausto e Iaio si sono creati luoghi e iniziative di memoria. La riapertura delle indagini è vista come un’opportunità per riportare al centro del dibattito pubblico la ricerca della verità su quella tragedia.
Le famiglie dei ragazzi e i loro sostenitori accolgono con attenzione le novità giudiziarie. La speranza è di accertare responsabilità e ricostruire cosa è accaduto quella sera di marzo 1978, in una Milano diversa, ma con ferite ancora aperte. Allo stesso tempo, la vicenda ricorda le lotte sociali e culturali di quel periodo, e mantiene viva la testimonianza di chi ha cercato di cambiare la città con idee e impegno.