Rinvio a giudizio ad avezzano per presunto adescamento e sfruttamento sessuale di una minorenne

Rinvio a giudizio ad avezzano per presunto adescamento e sfruttamento sessuale di una minorenne

Il tribunale dell’Aquila rinvia a giudizio un uomo accusato di adescamento e sfruttamento sessuale di una minorenne della Marsica tramite social network; il processo si terrà a settembre 2025 ad Avezzano.
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Il tribunale dell’Aquila ha fissato per settembre 2025 il processo a un uomo accusato di adescamento e sfruttamento sessuale di una minorenne tramite social network, con gravi reati come violenza sessuale aggravata, estorsione e diffusione di materiale pedopornografico. - Gaeta.it

Il tribunale dell’Aquila ha fissato il processo per un uomo accusato di aver adescato e sfruttato una quattordicenne della Marsica attraverso social network. Gli episodi risalgono all’estate del 2021 e riguardano presunti reati gravi come violenza sessuale aggravata, estorsione e diffusione di materiale pedopornografico. L’udienza preliminare ha confermato la presenza di elementi che porteranno alla discussione in aula a settembre 2025, ad Avezzano.

Un caso delicato davanti al tribunale dell’aquila

Il 2025 si apre con un importante sviluppo giudiziario nel territorio marsicano. Ieri, davanti al giudice per l’udienza preliminare, Iolanda De Rosa, si è discusso il caso di un uomo di circa cinquant’anni accusato di adescamento e sfruttamento sessuale di una minorenne. L’udienza si è svolta presso il tribunale dell’Aquila perché è il foro competente in base alla territorialità dei fatti. Al termine della discussione, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio dell’imputato, segnando l’inizio della fase processuale formale.

Il ruolo dei social network nella vicenda

Il procedimento riguarda un episodio complesso che ha coinvolto i social network per instaurare un legame con la vittima. La minore, una ragazza di 14 anni, sarebbe stata indotta tramite false identità a compiere atti sessuali in ambiente digitale. L’imputato avrebbe creato un rapporto simulato, affettivo, per poi usarlo come leva per ottenere contenuti sensibili. La decisione del tribunale stabilisce che a settembre partirà il dibattimento definitivo davanti al collegio giudicante di Avezzano.

Ricostruzione delle accuse e modalità dell’adescamento online

La procura della Repubblica dell’Aquila, con la firma del pubblico ministero Roberta D’Avolio, ha ricostruito nel dettaglio il comportamento contestato all’indagato. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe utilizzato account con identità false su piattaforme social per entrare in contatto con la minore. Attraverso messaggi e conversazioni, è riuscito a instaurare un rapporto di natura apparentemente affettiva, che gli ha permesso di ottenere la fiducia della ragazza.

Con tale fiducia, l’imputato l’avrebbe poi convinta a realizzare video dal contenuto sessuale. A quel punto sarebbe passato a minacce di diffusione delle immagini, per costringere la quattordicenne a produrre altro materiale, ampliando così la pressione su di lei. L’indagine ha messo in luce anche episodi di violenza psicologica, perseguiti attraverso chat e messaggi intimidatori che hanno aggravato la situazione.

Dettagli sulle minacce e la pressione psicologica

Queste minacce e le continue intimidazioni hanno alimentato un clima di paura e coercizione, delineando pesanti responsabilità a carico dell’imputato, che avrebbero colpito profondamente la dignità e la libertà della vittima.

Reati contestati e lesioni alla dignità della persona offesa

Gli accusati contestati all’imputato si riferiscono a più profili di illiceità penale. La procura ha inserito nel capo d’imputazione una serie di reati gravi: violenza sessuale aggravata per aver coinvolto una minorenne, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, estorsione attraverso le minacce e atti persecutori. Questi ultimi fanno riferimento alle pressioni e alle minacce ripetute con cui la vittima è stata costretta a produrre materiale e a subire un’ulteriore lesione.

Gli episodi in questione sono concentrati nell’estate del 2021, periodo in cui la minore è stata sottoposta a queste dinamiche di abuso. La legge prevede pene severe per casi di questo tipo, soprattutto quando le vittime sono soggetti vulnerabili come minori e sono state manipulate in ambiente digitale. Il procedimento intende accertare tutte le responsabilità e fornire giustizia alla ragazza e alla sua famiglia.

Sviluppi processuali e ruolo delle parti civili

Il pubblico ministero Stefano Timpano ha sottolineato la solidità degli elementi raccolti durante le indagini. La prova indiziaria, secondo l’accusa, è sufficiente a sostenere il rinvio a giudizio e il successivo dibattimento. La persona offesa, assistita dagli avvocati Mario Flammini e Alessandro Felli, si è costituita parte civile insieme ai suoi familiari. Ciò consente di partecipare attivamente al processo per tutelare i propri diritti.

L’importanza del dibattimento

Il giudizio previsto per il 25 settembre 2025 ad Avezzano rappresenta l’occasione per verificare in aula le prove raccolte. In quella sede si valuteranno testimonianze, documenti digitali e ogni elemento portato a sostegno delle accuse e della difesa. Il dibattimento sarà fondamentale per chiarire la dinamica degli eventi e assegnare responsabilità penali, in una vicenda che ha suscitato attenzione in ambito locale e giudiziario.

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