I colloqui a livello di ministri degli esteri per trovare una soluzione al conflitto in ucraina, programmati oggi a Londra, sono stati rinviati. Lo ha comunicato il ministero degli esteri britannico, che ha comunque confermato il mantenimento di incontri a livello inferiore. Il rinvio segna un momento di stallo negli sforzi diplomatici internazionali per porre fine all’ostilità tra russia e ucraina, mentre tensioni e divergenze restano evidenti tra i paesi coinvolti.
rinvio dei colloqui ministeriali e presenza ridotta degli stati uniti
L’incontro tra ministri degli esteri, previsto a Londra, non si è svolto come previsto. Il segretario di stato americano Marco Rubio ha deciso di non partecipare a seguito della presa di posizione di Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, che ha chiarito che Kiev non riconosce la Crimea come territorio russo. A questo si è aggiunta la cancellazione della visita dell’inviato presidenziale speciale Steve Witkoff. Sebbene Rubio avesse dichiarato nei giorni precedenti che gli Stati Uniti sarebbero usciti dai negoziati qualora non fossero emersi progressi tangibili, a Londra, gli Stati Uniti saranno rappresentati da Keith Kellogg, inviato speciale per l’ucraina.
Il ministro degli esteri ucraino dovrebbe comunque confermare la sua presenza nella capitale britannica, dove incontrerà David Lammy, omologo britannico, per un confronto bilaterale mirato.
il piano di pace statunitense e i rifiuti di kiev
Secondo quanto emerso da fonti statunitensi, durante il summit londinese si sarebbe dovuta discutere una proposta di pace che prevedeva il riconoscimento, da parte degli Stati Uniti, dell’annessione della Crimea alla russia. Zelensky ha respinto con fermezza questa ipotesi, ribadendo che Kiev non può accettare condizioni che legittimino la perdita del territorio.
Il piano previsto includeva anche il congelamento delle linee del fronte, con l’obiettivo di stabilire un cessate il fuoco stabile. Questa soluzione, limitata e controversa, non ha trovato consenso tra le autorità ucraine coinvolte.
Le contraddizioni nella posizione americana si sono accentuate in vista dell’incontro, dato che la proposta statunitense sembra essere disallineata rispetto alla linea di Kiev.
prossime concessioni della russia e dubbi sull’effettiva volontà di pace
Fonti del Guardian riportano che la russia avrebbe indicato a Washington la propria disponibilità a rinunciare alle rivendicazioni su territori ucraini che non controlla fisicamente, in cambio di concessioni politiche dagli Stati Uniti. Tra queste, il riconoscimento dell’annessione della Crimea nel 2014. Zelensky ha dichiarato che la Casa Bianca non ha mai condiviso con lui tali proposte e che ucraina non potrà mai approvarle.
Il piano prevederebbe anche un cessate il fuoco lungo le linee attuali del fronte, una condizione potenzialmente accettabile dall’ucraina se non comporta un riconoscimento formale della perdita di territori occupati.
Il clima delle trattative è stato influenzato da scetticismo in Europa, mosso da dubbi sulla sincerità della russia nel voler interrompere la guerra. Questi sospetti sono aumentati dopo il fine settimana di Pasqua, quando Kiev ha segnalato migliaia di violazioni della breve tregua comunicata da Putin.
attacco con drone in ucraina fa 9 morti tra civili su autobus
Un drone russo ha colpito un autobus nella regione di Dnipropetrovsk, provocando 9 morti e almeno 30 feriti. Lo ha reso noto Serhiy Lysak, capo dell’amministrazione militare regionale, attraverso un messaggio su Telegram. L’attacco, descritto come un’azione con drone kamikaze, ha colpito un mezzo con a bordo dipendenti di un’azienda civile.
Il bilancio delle vittime e dei feriti è stato confermato dalle autorità locali mentre proseguono le operazioni di soccorso.
L’attacco rappresenta l’ennesima violazione del cessate il fuoco parziale sbandierato dai russi nei giorni scorsi, un segnale che complica ulteriormente il dialogo diplomatico.
la posizione della cina sugli aiuti militari alla russia
A Pechino è arrivata la replica ufficiale alle accuse ucraine di fornire assistenza militare alla russia. Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Guo Jiakun, ha definito le accuse infondate e frutto di manipolazioni politiche.
La convocazione dell’ambasciatore cinese da parte di Kiev ha portato a questa risposta che nega categoricamente ogni coinvolgimento diretto della cina nel conflitto.
Questo episodio si inserisce in un contesto di crescenti tensioni diplomatiche attorno al conflitto ucraino, dove diverse potenze mondiali intervengono o si espongono pubblicamente, influenzando il corso delle trattative e le alleanze internazionali.