La legge di bilancio 2025 ha modificato in modo significativo le detrazioni fiscali legate ai lavori di ristrutturazione e miglioramento degli immobili. Le agevolazioni massime scendono e si applicano soprattutto alle prime abitazioni, mentre per altri immobili le percentuali sono più basse. Anche il superbonus, protagonista negli ultimi anni, perde terreno e rimane accessibile a condizioni più restrittive. Si delineano così scenari diversi per chi vuole intervenire su prima o seconda casa, con alcune eccezioni e novità da conoscere.
Detrazioni ridotte per lavori sulle prime case e taglio per gli altri immobili
A partire dal 2025, il beneficio fiscale massimo per interventi edilizi su prime case scende dal 65% al 50%. Questa nuova soglia riguarda in particolare l’eco bonus e il sisma bonus. Per tutti gli altri tipi di immobili, compresi quelli non residenziali o seconde case, l’agevolazione si limita al 36%. La legge prevede solo due eccezioni a questa regola più restrittiva, ma non ampie come in passato.
Inoltre, i contribuenti con un reddito imponibile superiore a 75 mila euro si trovano davanti a un taglio generalizzato delle detrazioni, introducendo un ulteriore limite per chi ha sostanziali capacità di spesa. Questo intervento del legislatore vuole circoscrivere l’accesso agli incentivi soprattutto ai nuclei familiari o ai cittadini con redditi più bassi, riducendo la portata complessiva degli sconti fiscali concessi.
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Chi già conosceva le regole del 2024 noterà quindi un cambiamento sostanziale: i bonus non sono più così generosi come prima, soprattutto per chi possiede più immobili o non risiede in prima casa. I tetti di spesa rimangono similari, ma la percentuale di detrazione si riduce e questo incide direttamente sull’entità del risparmio fiscale.
Il superbonus rimane solo per alcune categorie con requisiti stringenti
Il superbonus, misura al centro di molti cantieri negli ultimi anni, resta in vigore al 65%. Ma può essere utilizzato solo da condomini o organizzazioni senza scopo di lucro. Anche in questi casi è indispensabile che la comunicazione di inizio lavori sia stata depositata e che la delibera assembleare sia stata approvata entro il 15 ottobre 2024. Questi paletti limitano fortemente il numero di soggetti che possono usufruire ancora di questa detrazione, rendendola quasi residuale rispetto al passato.
Nel 2024 il superbonus aveva già perso attrattiva perché l’eco bonus tradizionale appariva più semplice e spesso più vantaggioso. A differenza del superbonus, offre la possibilità di realizzare lavori per migliorare l’efficienza energetica degli edifici con costi inferiori e meno vincoli burocratici. E questo ha spostato l’interesse di molti verso soluzioni alternative.
La legge di bilancio lascia quindi una finestra piuttosto limitata per chi vuole ancora investire attraverso il superbonus, concentrando i benefici su specifici contesti e con scadenze precise.
Bonus ristrutturazione, eco bonus e sisma bonus: conferme, limiti e esclusioni
Il bonus ristrutturazione mantiene le caratteristiche principali: detrazione al 50% su un tetto di spesa di 96 mila euro ripartita in dieci anni per la prima casa. Viene però ridotta l’aliquota al 36% per le seconde case e per immobili non residenziali. Anche eco bonus e sisma bonus continuano con due aliquote distinte: il 50% per la prima casa e 36% per gli immobili diversi.
I tetti di spesa restano invariati, così come il periodo di recupero fiscale: dieci anni per l’eco bonus e cinque per il sisma bonus. Tra le novità c’è però l’esclusione di contributi per l’installazione di caldaie a combustibile fossile come quelle a condensazione nelle case indipendenti. Questo allinea le agevolazioni alle disposizioni europee che mirano a limitare l’uso di impianti ad alta emissione di CO2.
Questi aggiornamenti confermano che i bonus continueranno a supportare opere di riqualificazione, ma esclusivamente se rispettano parametri più severi, in particolare nel campo dell’efficienza energetica.
Bonus barriere architettoniche: detrazione al 75% per tutti gli immobili
Il bonus per la rimozione delle barriere architettoniche resta un punto fermo con un’aliquota al 75%, senza differenza tra prima o seconda casa, o tra immobili residenziali e non. Il rimborso è previsto in cinque anni e varia a seconda dell’edificio:
- fino a 50 mila euro per edifici unifamiliari o incontesti indipendenti,
- 40 mila euro per condomini da 2 a 8 unità,
- 30 mila euro per condomini con più di 8 unità.
Le spese detraibili coprono interventi come l’installazione di ascensori o montacarichi per persone con disabilità motoria, realizzazione di rampe, sostituzione di gradini con scivoli e l’uso di tecnologie che facilitano l’accesso a chi ha difficoltà motorie o sensoriali.
Questa misura continua a essere accessibile a molte categorie di contribuenti coinvolti in interventi per migliorare la mobilità e l’accessibilità degli ambienti abitativi o lavorativi.
Restano attivi bonus mobili ed elettrodomestici con precise condizioni
Il bonus mobili e elettrodomestici mantiene quota 50% di detrazione con un limite di spesa di 5 mila euro. Viene riconosciuto a chi compra arredi o elettrodomestici nuovi entro il 31 dicembre e ha effettuato almeno un intervento di ristrutturazione edilizia agevolata a partire dal 1° gennaio 2024. Questo incentivo si applica anche alle seconde case.
Gli elettrodomestici devono rispettare classi energetiche minime precise: almeno A per i forni; E per lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie; F per frigoriferi e congelatori. Questo mira a favorire apparecchi più efficienti rispetto al passato, limitando l’acquisto di prodotti ad alto consumo energetico.
In aggiunta, è previsto un bonus separato di 100 euro per elettrodomestici di classe B o superiore, prodotti in Europa. I nuclei con Isee fino a 25 mila euro ottengono 200 euro. Questa agevolazione non richiede lavori edilizi e si basa su fondi a esaurimento. L’accesso richiederà la presentazione di una domanda, una volta definito il regolamento ministeriale.
Addio al bonus verde e prospettive per il 2026
Il bonus verde, che sosteneva la sistemazione di giardini e terrazzi, viene eliminato a partire dal 2025. Questa misura non sarà rinnovata nella nuova legge di bilancio.
Guardando avanti, è previsto che dal 2026 le aliquote per bonus manutenzioni, eco e sisma scendano ulteriormente: al 36% per la prima casa e al 30% per gli altri immobili. Questi passaggi saranno soggetti a ulteriori decisioni legislative che emergeranno nel corso dell’anno. La strada per le agevolazioni fiscali diventa quindi progressivamente più stretta, costringendo i contribuenti a valutare con attenzione i lavori e le possibilità di recupero fiscale.