La ricostruzione post-sisma nelle Marche riguarda in modo intenso la provincia di Ascoli Piceno, tra le aree più coinvolte in termini di progetti avviati e cantieri attivi. I dati ufficiali mostrano un quadro dettagliato sui lavori pubblici e privati, ma emergono anche problemi legati alla sicurezza nei cantieri e al rispetto delle norme contrattuali. Le autorità locali hanno messo in campo tavoli tecnici per affrontare queste situazioni e provare a garantire una gestione più trasparente e sicura dell’intero processo di ricostruzione.
la situazione dei progetti di ricostruzione a ascoli piceno nelle marche
Nella provincia di Ascoli Piceno ci sono 1.474 progetti privati in esecuzione e 488 ancora in valutazione, rappresentando circa il 23% del totale regionale nelle Marche. Questi dati provengono dalla piattaforma dell’Ufficio Speciale Ricostruzione, che monitora l’avanzamento dei lavori nelle zone colpite dal sisma. Nel settore pubblico, invece, sono 43 cantieri attivi e altre 222 opere si trovano in fase progettuale, equivalenti a un quarto dei lavori regionali. Questo dimostra l’ampiezza degli interventi in corso, con un impegno importante sia per le abitazioni private che per le infrastrutture collettive. La presenza di tante opere insieme crea un contesto complesso, dove la gestione e il coordinamento diventano elementi decisivi.
L’attività nei cantieri coinvolge molte imprese locali e lavoratori, ma anche una rete di subappalti e fornitori. La pressione per completare i lavori entro i tempi stimati è forte, data la necessità di ripristinare le condizioni di vita e lavoro nelle zone colpite dal terremoto. Questa fase richiede uno sforzo coordinato tra enti pubblici, privati e istituzioni per evitare ritardi o irregolarità. Operare in una situazione così estesa, poi, comporta anche una serie di controlli tecnici e amministrativi per assicurare la correttezza e la sicurezza delle costruzioni.
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Criticità evidenziate dai tavoli tecnici locali
Appena l’attività di ricostruzione prende ritmo, emergono con forza alcuni problemi relativi alla legalità e alla sicurezza nei cantieri. La Prefettura di Ascoli Piceno ha convocato un tavolo tecnico permanente, istituito grazie al protocollo di legalità del 2021, per discutere questi temi. Nel 2024 il tavolo si è riunito tre volte, mentre nel 2025 si è tenuto un incontro supplementare. Tra i punti più delicati c’è la sicurezza durante le operazioni di cantiere, associata anche a carenze nella preparazione e formazione degli operai, particolarmente stranieri.
Un altro aspetto cruciale riguarda il dumping contrattuale e la possibile irregolarità nell’impiego di manodopera, con violazioni sui distacchi e la somministrazione di lavoro. Il rischio concreto è che si formino situazioni di sfruttamento o condizioni di lavoro al di sotto degli standard normativi. I subappalti rappresentano il settore dove più spesso si registrano pratiche al limite della legalità, come ditte senza i requisiti richiesti o che utilizzano metodi per aggirare i controlli. Questo crea un ambiente difficile da monitorare e potenzialmente a rischio infiltrazioni criminali.
il caso di arquata del tronto e le difficoltà specifiche del territorio
Arquata del Tronto attira l’attenzione per via di una gara importante del valore di 50 milioni di euro destinata alla realizzazione dei cosiddetti “piani di appoggio”, strutture fondamentali per ospitare le maestranze impegnate nei lavori di ricostruzione. Durante le verifiche sono emerse difficoltà legate all’alloggio per i lavoratori, alla scarsità di manodopera specializzata e al rischio che si verifichino situazioni di sfruttamento o infiltrazioni di gruppi criminali.
Il codice penale prevede specifiche fattispecie per il lavoro in condizioni di sfruttamento e per le associazioni a delinquere che operano in questi ambiti . La presenza di queste minacce ha spinto gli organi competenti a tenere alta l’attenzione su questo territorio, considerato particolarmente delicato per la sua esposizione sia dal punto di vista sociale che economico. Assicurare che le attività proseguano senza violazioni diventa un impegno indispensabile per i soggetti pubblici e privati coinvolti.
Responsabilità e gestione dei processi di ricostruzione
Nel corso degli incontri del tavolo tecnico si è ribadito che il Responsabile Unico del Procedimento è centrale nella gestione della ricostruzione pubblica. Questo ruolo implica il controllo diretto sullo svolgimento delle opere e sulla regolarità delle procedure amministrative e contrattuali. Per quanto riguarda la ricostruzione privata, l’appaltatore deve garantire la trasparenza e la correttezza nei rapporti con le imprese esecutrici e la manodopera.
Un tema affrontato è stato il bisogno di migliorare il coordinamento tra le molte piattaforme digitali che monitorano i lavori. In particolare, è stata sottolineata l’utilità della piattaforma Infocamere, che consente di verificare la presenza e i requisiti delle imprese coinvolte. L’accesso a informazioni aggiornate aiuta a prevenire casi di irregolarità e a limitare l’ingresso di ditte non qualificate o non in regola. La cooperazione tra enti pubblici e privati appare quindi indispensabile per un monitoraggio efficace del processo e per sostenere la correttezza delle attività in cantiere.
Il rafforzamento dei controlli per una ricostruzione trasparente e legale
Gli attori presenti al tavolo tecnico si sono trovati d’accordo sulla necessità di intensificare i controlli nelle fasi di pianificazione e realizzazione degli interventi. Garantire legalità e sicurezza significa non solo agire sulle singole opere ma anche coordinare meglio le azioni di vigilanza tra le amministrazioni e gli enti di controllo. Il focus rimane sul rispetto delle norme contrattuali, sulla qualità del lavoro e sull’assenza di pratiche scorrette che possano mettere a rischio la riuscita complessiva della ricostruzione.
Passi concreti sono stati suggeriti per migliorare la formazione dei lavoratori, monitorare i flussi di manodopera straniera e verificare chilometricamente gli appalti e i subappalti. Solo così si può sostenere un percorso che porti alla ricostruzione delle aree terremotate secondo criteri di sicurezza e trasparenza, necessari per restituire dignità ai cittadini coinvolti e mettere in sicurezza i territori.