Nel 33° anniversario della strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, si è fatto il punto sull’operato del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, Antonio Lomonaco. I dati del 2024 illustrano un’attività intensa, che punta a dare voce e sostegno a chi subisce violenze e ingiustizie. L’incontro è avvenuto presso il polo culturale “Mattia Preti” di Palazzo Campanella, con la presenza di rappresentanti istituzionali e garanti regionali.
Il racconto del garante regionale e il filo con la memoria di falcone
Antonio Lomonaco ha definito il suo ruolo come un “passaggio di testimone”, un compito che va oltre la semplice rendicontazione delle attività e attinge a una responsabilità alta. Ha sottolineato come il codice penale abbia spesso relegato la vittima in un ruolo passivo, quasi silenzioso. Il suo ufficio invece rompe questo muro di omertà, ascoltando, proteggendo e aiutando le vittime a ritrovare una vita dignitosa dopo il trauma. Lomonaco ha spiegato che il percorso è iniziato con la creazione di un ufficio ex novo, che ha dovuto ricostruire relazioni e forme di collaborazione con magistratura e istituzioni varie.
Ascolto e interventi concreti
L’impegno del Garante si traduce nell’ascolto attento di ogni segnalazione e interventi concreti per dare risposte rapide. La memoria della strage di Capaci fa da sfondo a questa attività che mette al centro il rispetto del diritto e la protezione delle persone colpite da reati gravi. Non è un caso se questo anniversario sia stato scelto per fare il punto di un lavoro quotidiano che si estende a tutta la regione Calabria.
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Iniziative educative e programmi di giustizia riparativa per le vittime
Tra i progetti lanciati nel 2024, “Ti Sbullu” spicca come un’iniziativa educativa rivolta alle scuole calabresi contro bullismo e cyberbullismo. Questa campagna punta a sensibilizzare studenti e famiglie su fenomeni che spesso restano nascosti o sottovalutati, ma che causano danni profondi e duraturi. Parallelamente, il progetto “Calabria riparativa” promuove la giustizia riparativa, una modalità alternativa che cerca di ricostruire legami sociali spezzati dal reato, puntando al reinserimento delle vittime e degli autori.
Fondo di sostegno alle vittime
A supporto di queste azioni è stato creato il primo fondo di sostegno alle vittime di reato in Calabria, realizzato grazie a finanziamenti della Cassa delle Ammende e della Regione. Questo fondo garantisce aiuto economico e servizi di assistenza mirati, per rendere meno arduo il cammino verso la ripartenza dopo un evento traumatico. La combinazione di sensibilizzazione, intervento diretto e sostegno finanziario indica una strategia articolata che mira a un’effettiva tutela delle persone colpite.
Il ruolo del consiglio regionale e la proposta legislativa per l’autorità garante
Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha lavorato a stretto contatto con il Garante Lomonaco per definire una proposta legislativa dedicata alla creazione di un’Autorità Garante per la tutela delle vittime di reato. Questa proposta è già stata presentata alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Il nuovo organismo avrebbe il compito di coordinare azioni e interventi a livello regionale, garantendo un punto di riferimento stabile e riconosciuto per le vittime.
Durante l’incontro a Palazzo Campanella, Mancuso è stato accompagnato dal segretario generale Giovanni Fedele e dal direttore generale Sergio Lazzarino. La partecipazione di altri garanti regionali ha evidenziato un interesse condiviso nel rafforzare la rete di protezione e assistenza. L’iniziativa punta a costruire una struttura che favorisca maggior attenzione e risposta ai bisogni delle vittime, superando gli attuali limiti di coordinamento tra enti.
Storie di vittime e la richiesta di attenzione verso femminicidio e bullismo
Tra gli interventi più toccanti è arrivata la testimonianza di Fabrizia Arcuri, autrice di un libro che racconta il femminicidio nella sua famiglia. La sua testimonianza mette in luce un dramma che spesso resta inascoltato, nascosto dietro corde silenziose. Arcuri ha indicato la necessità di dare voce anche a queste vittime che pagano un prezzo altissimo, spesso trascurate dalle istituzioni e dalla società. Ha richiamato attenzione anche sul bullismo, un fenomeno che colpisce molte persone, soprattutto giovani.
Ampliamento della tutela
La presenza di queste testimonianze ha sottolineato come la tutela delle vittime debba allargarsi, superando i confini tradizionali legati a reati più noti o visibili. Il richiamo di Arcuri serve a tenere accesa la luce su realtà difficili, dove il silenzio e l’indifferenza aggravano il dolore e la solitudine di chi cerca giustizia. L’evento ha fatto emergere una volontà collettiva di cambiare approccio, mettendo al centro chi ha subito un torto e desidera ricostruire la propria dignità.