Richiesta di giustizia per Lorenzo Moi: la madre si rivolge allo Stato

Richiesta di giustizia per Lorenzo Moi: la madre si rivolge allo Stato

Emilia Ghezzi chiede giustizia per la morte del figlio Lorenzo, investito dopo un ricovero ospedaliero, sollevando interrogativi sulla gestione dei pazienti vulnerabili e sull’efficacia dei protocolli sanitari.
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Richiesta di giustizia per Lorenzo Moi: la madre si rivolge allo Stato - Gaeta.it

Emilia Ghezzi ha lanciato un appello alle istituzioni per cercare giustizia per la morte del figlio Lorenzo, avvenuta a seguito di un tragico incidente dopo un ricovero in ospedale. Il caso ha sollevato interrogativi sulla gestione dei pazienti vulnerabili e sull’efficacia dei protocolli sanitari. La storia di Lorenzo, un ragazzo di soli 21 anni, ha colpito profondamente l’opinione pubblica e ha dato origine a una battaglia per ottenere chiarimenti e responsabilità da parte delle autorità competenti.

La tragedia di Lorenzo Moi

La vita di Emilia Ghezzi è cambiata drasticamente il 12 gennaio 2023, quando ha ricevuto una telefonata che le ha comunicato la morte del figlio Lorenzo, investito da un autobus sulla via del Mare a Ostia. Lorenzo era stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Grassi, dopo aver subito un crollo psicotico che aveva reso necessaria la sua assistenza medica. I genitori, Emilia e Gianluca, avevano atteso notizie nella paura, ignari che il loro giovane sarebbe uscito dall’ospedale senza alcuna comunicazione a loro riguardo. La situazione si fa ancora più tragica, poiché Lorenzo è stato avvistato in strada, privo di un cellulare e senza direzione, in un momento in cui avrebbe dovuto essere sotto sorveglianza.

Il dramma si è concretizzato quando, a tragica conclusione della sua vagabondaggio notturno, il ragazzo è stato colpito da un autobus. Questa serie di eventi ha generato una profonda angoscia non solo nella famiglia ma nell’intera comunità, alimentando domande sul sistema di gestione dei pazienti in condizioni fragili. A distanza di quasi due anni dall’accaduto, Emilia lotta per ottenere chiarezza e verità su ciò che è realmente accaduto nel periodo che ha preceduto la morte di Lorenzo.

Le domande senza risposta di una madre

Emilia ha deciso di scrivere una lettera aperta a diverse cariche istituzionali, tra cui il Presidente della Repubblica, la Presidente del Consiglio, e i Ministri della Salute e della Giustizia. Nella sua missiva, chiede spiegazioni su come sia possibile che un giovane in codice rosso e in stato di angoscia possa essere messo in strada senza alcuna dimissione formale. Si domanda, infatti, se sia normale che nessun medico o infermiere si sia preso carico della sua incolumità al momento della dimissione dall’ospedale.

La lettera di Emilia raccoglie domande critiche sulla mancanza di protezione e cura nei confronti di Lorenzo, che a un certo punto è sembrato invisibile a un sistema sanitario che avrebbe dovuto prevenirne il rischio. Il suo atto non è solo una richiesta di giustizia per il figlio, ma un appello a migliorare le procedure affinché simili tragedie non si ripetano più. La forte testimonianza di Emilia incarna il dolore e la frustrazione di una madre costretta a convivere con un vuoto incolmabile.

La lotta per giustizia e responsabilità

La richiesta di Emilia Ghezzi non si limita a cercare verità per il suo Lorenzo, ma si estende a tutte le famiglie che, come la sua, si trovano a fare i conti con la perdita di una persona cara per circostanze che possono essere evitate. La madre ha presentato un esposto alla Procura di Roma, sperando che le indagini siano portate avanti con la necessaria attenzione. Tuttavia, ha dovuto affrontare la delusione di leggere che, già in passato, le richieste di archiviazione da parte della Procura si erano susseguite, insinuando che non vi fossero responsabilità da parte del personale sanitario coinvolto.

Il dolore di una famiglia colpita da un lutto così improvviso e devastante è amplificato dall’assenza di giustizia. Emilia, consapevole che la vita di suo figlio è stata stravolta da decisioni potenzialmente negligenti, chiede un riconoscimento delle responsabilità specifiche in seno al sistema sanitario. La sua è una battaglia per far comprendere che ogni vita è importante e che l’umanità deve premere affinché simili eventi non rappresentino più una realtà possibile. La lotta di Emilia è simbolo di quanto sia essenziale un intervento deciso delle istituzioni per garantire che non vi siano più famiglie costrette a vivere la medesima tragedia.

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