Richiesta di condanne fino a 14 anni nel processo per sfruttamento dei lavoratori nei supermercati paoletti

Richiesta di condanne fino a 14 anni nel processo per sfruttamento dei lavoratori nei supermercati paoletti

Il tribunale di Catanzaro giudica sei imputati del gruppo Paoletti per presunte violazioni dei diritti dei lavoratori in supermercati di Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale, con richieste di pene fino a 14 anni.
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Il tribunale di Catanzaro giudica sei imputati del gruppo Paoletti per presunte violazioni dei diritti dei lavoratori, tra cui salari irrisori e sfruttamento, con richieste di pene severe e la costituzione di parte civile da 51 ex dipendenti. - Gaeta.it

Il tribunale di Catanzaro ha affrontato un caso rilevante che riguarda presunte violazioni dei diritti dei lavoratori nei supermercati del gruppo Paoletti. Sei imputati, tra cui il titolare e membri della famiglia, sono sotto processo con richiesta di condanne severe. L’inchiesta punta a far luce su pratiche lavorative contestate in varie sedi della provincia, tra cui Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale.

Le accuse e le richieste di pena nel processo a catanzaro

Il sostituto procuratore della Repubblica, Saverio Sapia, ha chiesto al giudice una condanna di 14 anni di reclusione per Paolo Paoletti, titolare dei supermercati coinvolti. Accanto a questa richiesta, il pubblico ministero ha chiesto la confisca del compendio aziendale, misura che colpisce direttamente la proprietà dell’attività commerciale. Le richieste di pena più lievi riguardano gli altri imputati: nove anni e due mesi per Anna Valentino, moglie di Paoletti; sette anni e undici mesi per Vittorio Fusto, dipendente coinvolto; quattro anni e undici mesi a carico di Tiziana Nisticò, collaboratrice; un anno e quattro mesi per Rosario Martinez, figlio del titolare; infine, due anni per Vito Doria, conciliatore sindacale della Uila accusato di un ruolo nell’organizzazione dei presunti reati.

Questa differenziazione nelle richieste di condanna riflette i ruoli specifici e le responsabilità attribuite a ogni imputato dal pubblico ministero nel corso del processo.

Dettagli emersi dall’indagine della guardia di finanza

L’indagine che ha portato all’apertura del procedimento penale è stata condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro. Le accuse si concentrano su condizioni salariali ritenute irrisorie rispetto alla quantità e qualità del lavoro richiesto. Nel caso specifico, è stato rilevato che i lavoratori percepivano circa quattro euro l’ora per turni che superavano le cinquanta ore settimanali, il che va ben oltre i limiti stabiliti dalla legge italiana sul lavoro.

In aggiunta, l’accusa sostiene che alcuni lavoratori fossero costretti a restituire parte della busta paga in contanti, con minaccia di licenziamento in caso di rifiuto. Questa presunta pratica configurerebbe un meccanismo di sfruttamento, basato sulla condizione di bisogno dei dipendenti, impedendo loro di denunciare apertamente la situazione. Questi elementi sono stati raccolti durante le indagini, che hanno coinvolto anche testimonianze dirette dei lavoratori.

La partecipazione delle parti civili e l’impatto sui dipendenti

Un aspetto importante del procedimento riguarda la costituzione di parte civile da parte di 51 persone, perlopiù ex dipendenti dei supermercati del gruppo Paoletti. Questo numero indica un coinvolgimento significativo di chi ha subito presunte violazioni sul luogo di lavoro e cerca giustizia nel corso del processo.

La rappresentanza delle vittime contribuisce a portare in aula le reali condizioni dei lavoratori, mettendo in luce dinamiche interne che spesso restano nascoste. La presenza delle parti civili serve al giudice per valutare l’entità del danno subito e il peso delle accuse mosse contro gli imputati.

Lo svolgimento attuale del processo

Il processo procede ora verso le sue fasi decisive, in attesa delle decisioni che il tribunale assumerà in base agli elementi probatori e alle argomentazioni del pubblico ministero e delle difese. Le richieste di pena avanzate dal procuratore puntano a punire duramente le condotte contestate, mentre gli imputati avranno l’opportunità di difendersi davanti al giudice.

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