Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari dopo poco più di tre mesi, a seguito di un’indagine giudiziaria che ha scosso alcuni ambienti di Milano. La vicenda coinvolge un presunto giro di prostituzione e traffico di sostanze stupefacenti legato a un noto locale della città, e ha attirato attenzione per i nomi noti finiti sotto accusa.
Il provvedimento della gip e le nuove condizioni per stefania nobile
L’8 giugno 2025 la gip Alessandra Di Fazio ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per Stefania Nobile, accogliendo la richiesta presentata dal suo avvocato, Liborio Cataliotti. Al posto della custodia cautelare, per la donna è stato imposto l’obbligo di dimora, un provvedimento più lieve che limita gli spostamenti ma non impedisce la permanenza nella propria casa. La decisione arriva dopo una fase di approfondimenti e valutazioni sulle sue effettive responsabilità nell’inchiesta.
Dettagli sulla revoca e le motivazioni
Secondo quanto riportato dagli atti, la revoca si basa sulla mancanza di gravi indizi di colpevolezza per Nobile relativamente alle accuse di spaccio e sfruttamento della prostituzione, reati che invece vengono attribuiti ad altre figure coinvolte. Il legale Cataliotti aveva presentato una memoria dettagliata implicando che la presenza di Stefania nel procedimento non giustificava misure così restrittive. A quel punto, la Gip ha ritenuto più adeguata una misura che ne consente una certa libertà di movimento ma preserva l’obbligo di controllo.
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Il contesto dell’inchiesta: gintoneria e privé la malmaison
L’indagine, partita a marzo 2025, ha preso le mosse dalla presunta attività di un locale milanese, chiamato Gintoneria, e dal privé La Malmaison. Questi due ambienti sono al centro di un’inchiesta sui presunti rapporti tra gestione di locali notturni, sfruttamento della prostituzione e traffico di cocaina. Le autorità milanesi hanno intercettato un sistema di relazioni che sarebbe servito a coordinare diverse attività illecite.
Figure coinvolte e accuse principali
Davide Lacerenza, ex compagno di Stefania Nobile e anch’egli arrestato il 4 marzo, è accusato pesantemente per spaccio di droga, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Questi reati riguardano in particolare le dinamiche legate alla gestione del privé che è ora sotto osservazione. La sua posizione è rimasta ferma e attualmente è sottoposto agli arresti domiciliari.
Il coinvolgimento di Stefania Nobile nella vicenda era legato alle frequentazioni e ai contatti con le persone incriminate, ma non sono emersi elementi concreti che l’abbiano indicata come parte attiva nella gestione delle attività illegali. L’inchiesta segue un filone giudiziario che punta a smantellare un contesto complesso di sfruttamento e traffici.
I profili legali e le accuse contestate
L’inchiesta è partita da diverse denunce e accertamenti delle forze dell’ordine milanesi. Lo spaccio di cocaina rimane il fulcro dei capi di accusa, oltre al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, che si riferiscono principalmente agli ambienti notturni indagati.
Stefania Nobile, dai documenti processuali, non risulta indagata per il traffico di droga. La sua posizione è limitata all’ambito familiare e personale, con alcune frequentazioni che hanno destato sospetti ma non hanno portato a contestazioni formali di rilievo. L’ex compagno Lacerenza è invece al centro dell’inchiesta con gravità maggiore, mantenendo i domiciliari a causa delle possibili responsabilità dirette e del rischio di reiterazione dei reati.
Valutazione dei giudici e decisioni
I giudici hanno valutato con attenzione la documentazione e le testimonianze raccolte, distinguendo i ruoli e le eventuali colpe. Questo permette di spiegare la decisione di revocare la misura più rigida per Stefania Nobile, che continua però a dover rispettare restrizioni più leggere per evitare qualsiasi fuga o inquinamento delle prove.
Impatti sull’ambiente milanese e sviluppi futuri
L’indagine ha scosso alcuni settori del mondo notturno milanese, sollevando dubbi su come la gestione di locali illustri possa nascondere traffici illeciti e sfruttamento di persone vulnerabili. La vicenda ha anche avuto risonanza mediatica per la notorietà della famiglia Marchi, chiamata a rispondere in tribunale.
Le decisioni dei giudici fanno supporre che il procedimento proseguirà con approfondimenti e nuove audizioni, per mettere a fuoco i dettagli delle accuse più gravi e le eventuali responsabilità nascoste. L’obbligo di dimora per Nobile la tiene sotto osservazione, senza però bloccarne completamente la vita quotidiana, mentre Lacerenza resta in stato di fermo presso la sua abitazione.
Le autorità non escludono ulteriori sviluppi, sia per quanto riguarda i locali indagati sia per l’eventuale emergere di altre figure coinvolte nella rete scoperta. Milano segue così il corso di un’indagine che intreccia luoghi della movida con fenomeni criminali, confermando l’attenzione delle forze dell’ordine sulla sicurezza e sulla legalità nei quartieri più frequentati.