Il giardino di Ercole, nel cuore del parco archeologico di Pompei, riapre dopo un intervento di recupero che combina archeologia, botanica e antiche tradizioni di profumeria. Questa domus, nota anche come “casa del profumiere”, era destinata alla produzione e alla vendita di profumi e fiori, attività documentate dagli scavi e dalle tracce materiali emerse negli anni.
Il valore culturale e scientifico della riapertura
La riapertura al pubblico del giardino di Ercole si inserisce nel progetto di valorizzazione del parco archeologico di Pompei. Da aprile 2025, il sito sarà accessibile ogni martedì, all’interno della formula “casa del giorno”. Questa offerta permette di approfondire aspetti specifici delle domus pompeiane, raccontando la vita quotidiana, le attività artigianali e il patrimonio botanico.
Il giardino, grazie al lavoro svolto, diventa un esempio unico nel panorama archeologico: mostra come gli elementi naturali, le colture e la produzione commerciale fossero parte integrante della vita domestica nella città sepolta dal Vesuvio. La presenza di viti, meli cotogni e rose non rappresenta solo un arricchimento estetico, ma apre uno spaccato sulle pratiche agricole e artigianali di quasi duemila anni fa.
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Il restauro del giardino e la rinascita delle piante antiche
Il progetto di recupero del giardino ha incluso la piantumazione di numerose specie vegetali che rispecchiano la flora coltivata nell’area durante l’epoca romana. Tra queste spiccano 800 rose antiche, 1.200 viole e mille piante di ruscus. Sono stati messi a dimora anche alberi di ciliegio, viti e meli cotogni, piante citate dalle fonti storiche e trovate nelle analisi dei reperti. Il lavoro ha riguardato anche il ripristino del piano di campagna originario e del sistema di irrigazione antico, una struttura rara e unica nel contesto delle domus pompeiane.
Inoltre, la ricostruzione dei pergolati, che reggevano le viti, ha riportato alla luce un elemento architettonico importante. La cura dedicata a queste attività ha richiesto un approccio interdisciplinare, con la collaborazione di esperti di botanica, archeologia e restauro, per mantenere la fedeltà storica. L’intervento è stato possibile grazie a una sponsorizzazione tecnica dell’Associazione Rosantiqua, un esempio tangibile di collaborazione tra enti pubblici e privati.
La domus di ercole e la sua storia nella pompei antica
La casa risale al III secolo avanti Cristo e deve il proprio nome a una statuetta marmorea rappresentante Ercole, trovata nel larario del giardino. È una tipica abitazione “a schiera” di Pompei, famosa per l’iscrizione “cras credo” posta vicino all’ingresso principale, che recita “domani si fa credito”. Questo dettaglio è un indizio delle attività commerciali svolte nell’edificio e nello specifico della sua funzione legata alla produzione e alla vendita di profumi e fiori.
Al momento dell’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo, la casa era in fase di restauro. Già colpita dal terremoto del 62 d.C., la domus era stata ingrandita dal proprietario con accorpamenti edilizi per destinare alcuni spazi a produzioni commerciali specializzate, probabilmente legate anche alla cosmetica e agli aromi. Le indagini archeologiche degli anni Cinquanta sull’area hanno confermato l’attività produttiva, ritrovando bottigliette in vetro per profumi, pollini fossilizzati, spore e altri resti vegetali.
Un documento vivo della storia materiale e immateriale di pompei
Questo intervento dimostra come dalla cura del verde si possa ricostruire una parte importante della storia materiale e immateriale di Pompei. Il giardino di Ercole non è solo un luogo di bellezza, ma un documento vivo che racconta usi, gusti e saperi della Roma antica.