Restaurati sei candelieri e un portacroce seicenteschi nella chiesa di san gregorio magno a montelparo

Restaurati sei candelieri e un portacroce seicenteschi nella chiesa di san gregorio magno a montelparo

a montelparo sette manufatti lignei del xvii secolo restaurati dopo il terremoto 2016 tornano nella chiesa di san gregorio magno grazie alla collaborazione tra istituzioni locali e esperti
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A Montelparo, sette manufatti lignei del XVII secolo, danneggiati dal terremoto del 2016, sono stati restaurati e restituiti alla chiesa di San Gregorio Magno, simbolo di recupero culturale e identità locale. - Gaeta.it

Nel cuore di montelparo, un piccolo centro in provincia di fermo, sette manufatti lignei del XVII secolo sono tornati a prendere il loro posto nella chiesa di san gregorio magno dopo anni di attesa. Questi oggetti religiosi, danneggiati dal terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016, hanno subito un restauro accurato che ha permesso di recuperarne la funzione liturgica originaria. L’intervento ha coinvolto diverse realtà culturali e istituzionali del territorio, segnando un passo importante nella valorizzazione dei beni artistici e nella cura del patrimonio locale danneggiato dal sisma.

Il valore artistico e storico dei candelieri e del portacroce

I manufatti, sei candelieri e un portacroce, risalgono al secolo XVII e appartengono alla tradizione artistica sacra di montelparo. Questi oggetti, realizzati in legno, rappresentano un esempio significativo dell’artigianato religioso del periodo. Ogni pezzo porta con sé tracce del tempo e della storia della comunità e della sua devozione, con decorazioni e forme che richiamano lo stile barocco diffuso nelle chiese marchigiane del tempo. Non sono semplicemente strumenti liturgici, ma veri e propri testimoni di una cultura profondamente radicata.

Danneggiati dagli eventi sismici del 2016, i candelieri e il portacroce avevano subito degrado, infestazioni da tarli, usura e danni strutturali. Queste condizioni avevano reso necessario un recupero attento, con interventi specializzati in grado di salvaguardare le forme originali e i dettagli artistici. Conservare questi manufatti significa mantenere vivo un legame tra passato e presente, permettendo di riscoprire aspetti della vita religiosa e artistica che rischiavano di andare perduti.

Il restauro condotto da andrea simoni e la collaborazione istituzionale

Il progetto di restauro è stato realizzato dal restauratore andrea simoni, esperto nel trattamento di materiali lignei antichi, che ha lavorato per ricomporre i pezzi originali e per riportare stabilità e decoro a queste opere compromesse. Il lavoro ha riguardato la rimozione degli insetti xilofagi, il consolidamento dei supporti e la pulizia accurata delle superfici, operazioni fondamentali per garantire la conservazione futura.

L’iniziativa non è stata solo un’azione isolata ma si inscrive in una più ampia collaborazione tra il Comune di fermo, la diocesi di san benedetto del tronto-ripatransone-montalto, la soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle marche, la parrocchia di san michele arcangelo di montelparo e l’ente maggioli cultura e turismo. Questa cooperazione ha permesso di mettere insieme competenze diverse e risorse, generando un percorso culturale condiviso.

L’intervento si è inserito inoltre nel contesto della mostra “rinascimento a fermo”, ospitata fino al 27 luglio a palazzo dei priori di fermo, che punta a valorizzare il patrimonio artistico e le storie legate ai beni culturali del territorio. La mostra ha offerto una cornice ideale per presentare il risultato del restauro e per richiamare l’attenzione sulle potenzialità di rinascita dei luoghi segnati dal sisma.

Il ritorno delle opere nella chiesa di san gregorio magno e il loro significato per la comunità

Dopo anni di custodia provvisoria nella sagrestia della chiesa di san pietro, a montelparo, i candelieri e il portacroce sono stati rimessi nella chiesa di san gregorio magno. Nei mesi scorsi si sono conclusi i lavori di miglioramento sismico e manutenzione dell’edificio, rendendo possibile il ritorno degli oggetti al loro spazio originario e alla loro funzione liturgica. Questo spostamento rappresenta un momento atteso dalla comunità, che ha seguito con attenzione l’evolversi del progetto.

Tornare a vedere questi manufatti accanto all’altare significa far rivivere una parte importante del patrimonio religioso locale. La presenza dei candelieri e del portacroce nelle celebrazioni contribuisce a rafforzare il senso di identità collettiva, a ricordare la storia del paese e il legame con la fede. Negli anni segnati da terremoti e difficoltà, il recupero di questi elementi ha acquisito un valore simbolico, come segnale di cura e di protezione del territorio.

La restituzione avviene anche nel quadro di un processo più ampio di rinascita culturale e sociale, che coinvolge molte realtà nelle zone colpite dal sisma del 2016. Tra iniziative museali, restauri e progetti di valorizzazione, si cerca di dare nuova linfa ai centri storici, affinché mantengano vive tradizioni e patrimonio artistico a beneficio delle generazioni future. Montelparo si inserisce così tra i comuni che stanno lavorando per risollevare il proprio volto culturale e religioso, puntando su conservazione e memoria.


La città di montelparo ha dunque portato a termine un intervento importante per il proprio patrimonio artistico e religioso. Recuperare sei candelieri e un portacroce seicenteschi danneggiati dal terremoto equivale a proteggere un pezzo di storia locale, fondamentale per mantenere vivi i legami con il passato e sostenere la vita comunitaria attraverso la bellezza delle tradizioni.

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