Nel giugno 2025, le giornate europee dell’archeologia hanno portato all’attenzione del pubblico una serie di reperti e manufatti pregiati provenienti dai depositi dei siti archeologici della grande Pompei. L’iniziativa ha coinvolto diverse località tra Torre Annunziata, Boscoreale, Castellammare di Stabia e Pompei, offrendo un’occasione per vedere reperti mai esposti o appena restaurati, e per scoprire nuovi dettagli sulle vite degli abitanti del passato.
La statuetta in marmo di venere esposta nella villa di oplontis a torre annunziata
Il 13 giugno 2025 la villa di Oplontis ha ospitato, tra le 9 e le 14, la statuetta in marmo bianco che raffigura Venere, situata nel peristilio servile ossia nel giardino colonnato della villa. Questo oggetto, probabilmente antico elemento di arredo dei saloni di rappresentanza, è un esempio significativo della decorazione di lusso che caratterizzava l’abitazione. La presenza degli esperti dell’Archeoclub di Torre Annunziata ha permesso ai visitatori di approfondire il contesto storico e artistico legato alla statua e alla villa stessa. Per chi ha partecipato sono stati organizzati percorsi tematici che hanno illustrato le tecniche artistiche, il simbolismo della figura di Venere, e il ruolo sociale dell’edificio nel I secolo d.C.
Il giardino colonnato come simbolo di ricchezza
Il giardino colonnato, con la statuetta posta a vista, ha restituito un’immagine di come si viveva e si rappresentava la ricchezza nelle ville di lusso dell’area vesuviana. Inoltre, l’importanza del luogo ha preso maggiore risalto grazie al fatto che Oplontis è una delle città sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., e ancora oggi è testimone di un panorama artistico e culturale ricco di sorprese. Grazie al lavoro di restauro e conservazione la statuetta ha potuto essere mostrata in condizioni ottimali, attirando l’attenzione degli appassionati e degli studiosi.
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La cassaforte di lucius crassius tertius e il restauro di villa san marco a castellammare di stabia
Sempre il 13 giugno, dalle 9 alle 14, l’Antiquarium di Boscoreale ha presentato uno degli oggetti più curiosi ritrovati nell’area vesuviana: la cassaforte appartenuta a Lucius Crassius Tertius. Scoperta nel 1974 durante gli scavi alla villa denominata “B” a Oplontis, questa cassaforte è realizzata in legno e ferro. Presenta complessi elementi decorativi che ne sottolineano la funzione non solo pratica ma anche simbolica. L’oggetto testimonia la presenza di sistemi di sicurezza e gestione del patrimonio anche nelle ville romane, facendo luce su aspetti poco studiati della vita quotidiana dell’epoca.
I lavori di restauro a villa san marco
In parallelo, nella vicina Castellammare di Stabia, villa San Marco ha aperto ai visitatori, tra le 10 e le 12, il cantiere di restauro condotto dalla società Emiliano Africano srl. Questa operazione ha permesso di mostrare in anteprima le tecniche e le procedure adottate per conservare uno dei complessi più rilevanti delle città sepolte dal Vesuvio. La visita ha offerto la possibilità di vedere da vicino i lavori in corso, con spiegazioni dettagliate sul valore storico dell’edificio e sui danni subiti nel tempo. Le strutture sono state oggetto di interventi mirati a garantire la stabilità e la salvaguardia delle decorazioni, integrando metodi tradizionali con materiali contemporanei.
Casa di maio castricio e il recupero di arredi e reperti inediti a pompei
Nei giorni dal 13 al 15 giugno la casa di Maio Castricio, nell’insula Occidentalis di Pompei, ha accolto i visitatori dalle 9 alle 17:30. Qui si è potuto ammirare il completamento del cantiere di messa in sicurezza che ha interessato l’edificio. La struttura, recentemente restaurata, permette di osservare gli interventi fatti per conservarla e renderla accessibile in sicurezza.
Gli arredi e i reperti inediti esposti sono stati il punto di forza di questa apertura: oggetti mai mostrati dal tempo degli scavi tra gli anni ’60 e ’70. Questi oggetti di vita quotidiana hanno ricostruito dettagli concreti sulla routine delle famiglie pompeiane, dai mobili agli utensili, dagli elementi decorativi fino agli oggetti di uso personale. La scoperta e la presentazione di questi materiali ha ampliato la conoscenza sulla domesticità nel mondo antico e il contesto abitativo di Pompei prima che fosse distrutta dall’eruzione del Vesuvio.
Visite speciali ai depositi archeologici del museo di stabia e il valore della conservazione
Domenica 15 giugno si sono tenute nel Museo Archeologico di Stabia delle visite particolari rivolte ai depositi archeologici, aperti nelle ore mattutine dalle 9 alle 14. Questo evento ha consentito di entrare in contatto con la fase post-scavo, toccando con mano il lavoro che segue la scoperta sul campo.
La possibilità di osservare i depositi ha messo in luce il processo di conservazione dei reperti, vero e proprio luogo di studio dove si lavora alla catalogazione, al restauro e all’allestimento per le esposizioni future. Questi spazi non sono solo magazzini ma centri di ricerca dinamici fondamentali per mantenere e comprendere il patrimonio archeologico.
L’apertura al pubblico dei depositi ha rappresentato un’operazione trasparente e didattica, che ha mostrato come la vita dei reperti continui anche dopo la conclusione degli scavi. Gli esperti presenti hanno illustrato i metodi adottati per preservare materiali diversi, dal marmo alla ceramica, e l’importanza della documentazione.
L’evento ha anche restituito un quadro ampio sul rapporto tra scavo, conservazione e valorizzazione, mettendo in rilievo il lavoro nascosto che supporta le mostre e le esposizioni visibili ai visitatori. Questi momenti hanno confermato la ricchezza e la complessità del patrimonio archeologico vesuviano e la necessità di curarlo con continuità.