L’attacco coordinato degli Stati Uniti contro impianti nucleari in Iran ha rappresentato una delle operazioni militari più complesse degli ultimi anni. Il raid è avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsa, con bombardieri B-2 e missili Tomahawk che hanno colpito i siti di Fordow, Natanz e Isfahan. L’azione si inserisce in un progetto segreto lanciato nel 2009 e mirato a interrompere lo sviluppo del programma nucleare iraniano. Le autorità americane hanno fornito dettagli sull’operazione, che mette fine a mesi di tensione diplomatica e militare.
L’operazione martello di mezzanotte e il target iraniano
L’operazione, denominata Martello di Mezzanotte, è il frutto di anni di monitoraggio e studio del programma nucleare iraniano da parte della Defense Threat Reduction Agency del Pentagono. Questa agenzia ha analizzato i piani di Teheran e ha individuato i punti critici da colpire per compromettere l’avanzamento nucleare. La fase finale si è concretizzata questa settimana con un attacco mirato a tre principali siti: Fordow, Natanz e Isfahan. A Fordow e Natanz sono stati inviati i bombardieri B-2 con bombe speciali, mentre Isfahan è stata colpita da missili Tomahawk lanciati dalla Marina americana.
Il complesso di Fordow e le bombe speciali
Il complesso di Fordow, noto per essere un impianto sotterraneo ad alta protezione, è stato bersaglio di una serie di bombe da 13 tonnellate progettate per distruggere fortificazioni e depositi sotterranei. Una prima bomba ha rimosso la copertura in cemento armato, aprendo la strada alle bombe successive che hanno colpito nel sottosuolo. Sulla base aerea di Whiteman, nello stato del Missouri, erano schierati gli equipaggi militari che hanno guidato questi bombardieri in una missione durata oltre 30 ore, con rifornimenti aerei senza sosta.
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Le dichiarazioni ufficiali di trump e il pentagono dopo l’attacco
Il presidente Donald Trump ha preso parte attiva nella comunicazione sull’operazione, convocando una conferenza al Pentagono con il generale Dan Caine, capo di stato maggiore, per contestare le prime valutazioni dei media. Alcuni organi di stampa, come CNN e New York Times, avevano pubblicato rapporti preliminari che parlavano di danni limitati e non della completa distruzione del programma nucleare iraniano. Trump e il segretario alla Difesa Pete Hegseth hanno negato queste interpretazioni.
Trump ha definito il risultato dell’azione con la parola “obliterated” per sottolineare che i siti nucleari sono stati annientati. Hegseth ha escluso inoltre che l’Iran abbia avuto il tempo di trasferire l’uranio arricchito altrove prima dell’attacco. Il generale Caine ha poi aggiunto che nessuna pressione è stata esercitata dall’amministrazione per enfatizzare l’esito dell’operazione, ribadendo il valore del lavoro svolto dai piloti e dal personale coinvolto. Ha descritto l’esplosione come “la più luminosa che abbia mai visto”, illuminando la notte come se fosse giorno.
Commenti sugli equipaggi e la missione aerea
I sette bombardieri B-2 hanno operato in sincronia per garantire l’obiettivo. Sei di questi si sono concentrati su Fordow, sganciando in totale 12 bombe di grande potenza. Il settimo ha invece colpito il sito di Natanz con due ordigni simili. Gli equipaggi erano composti da membri dell’Aeronautica militare in servizio attivo e dalla Guardia nazionale aerea del Missouri, impegnati da tempo in missioni di alta sensibilità.
Secondo il generale Caine, la preparazione e l’impegno degli uomini e delle donne coinvolti hanno avuto caratteristiche quasi sportive: un membro degli equipaggi ha paragonato l’attesa alle ore del Super Bowl, con tecnici e scienziati a supporto, pronti a intervenire al momento giusto. Piloti e staff hanno salutato i familiari senza sapere quando sarebbero rientrati, affrontando 30 ore di volo continuo, con tappa unica al ritorno a Whiteman. La missione ha richiesto tecniche di rifornimento in volo senza soluzione di continuità, per coprire la lunga distanza e assicurare la precisione dell’attacco notturno.
Implicazioni geopolitiche e futuro del programma nucleare iraniano
Il raid riapre interrogativi sulla situazione geopolitica in Medio Oriente, sul futuro del programma nucleare iraniano e sulle risposte della comunità internazionale. Le autorità americane hanno confermato la distruzione dei siti chiave, ma il clima di tensione resterà alto nei prossimi giorni e settimane.