Radja Nainggolan sulla vicenda dell’arresto per traffico di cocaina: la sua versione dei fatti

Radja Nainggolan sulla vicenda dell’arresto per traffico di cocaina: la sua versione dei fatti

Radja Nainggolan racconta la sua infanzia difficile, la carriera tra Roma e Inter, le tensioni con tifosi ultras, il gioco d’azzardo e respinge le accuse di traffico internazionale di cocaina in Belgio.
Radja Nainggolan Sulla Vicenda Radja Nainggolan Sulla Vicenda
Radja Nainggolan, ex calciatore di Roma e Inter, parla in un’intervista su Italia 1 delle accuse di traffico internazionale di cocaina che lo coinvolgono, raccontando la sua vita difficile, il rapporto con il gioco d’azzardo e la sua versione sui fatti legati all’arresto in Belgio. - Gaeta.it

Radja Nainggolan torna a parlare della sua vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto nella presunta attività di traffico internazionale di cocaina. L’ex centrocampista, famoso soprattutto per le sue stagioni con Roma e Inter, si racconta in modo diretto durante una puntata delle Iene, trasmessa su Italia 1. In un’intervista realizzata in Belgio dai giornalisti Stefano Corti e Riccardo Messa, Nainggolan affronta le accuse e la sua situazione personale, offrendo un racconto che tocca il calcio, la vita fuori dal campo e il momento dell’arresto.

L’infanzia difficile e il passaggio al calcio professionistico

Nainggolan è cresciuto a Linkeroever, quartiere periferico di Anversa con una reputazione di zona complicata. Nei suoi racconti parla di un’adolescenza segnata da comportamenti rischiosi come risse e furti. Nei suoi stessi termini, ha ammesso di aver intrapreso una strada difficile perché mancavano opportunità concrete e lui doveva cercare di aiutare la famiglia in qualche modo. A soli 16 anni, il calcio ha rappresentato una via d’uscita. In effetti, dice che la sua carriera nel calcio professionistico gli ha evitato un destino più incerto. La disciplina e il cambiamento di ambiente hanno fatto la differenza, portandolo in club importanti e lontano dalle difficoltà della sua giovinezza. Questa esperienza personale ha influito profondamente sul suo modo di vivere dentro e fuori dal campo, segnando una crescita che non è stata mai priva di tensioni.

Una vita da calciatore non convenzionale

La vita da calciatore per Nainggolan non è stata mai tradizionale. Racconta senza nascondersi come spesso le sue serate fossero tutt’altro che tranquille. Tra feste, serate hip hop, e momenti di svago, l’ex giocatore non ha mai rinunciato a un certo stile di vita, che secondo lui faceva parte della sua realtà. Le sue giornate erano intense: allenamenti duri e partite importanti si alternavano ad uscite notturne, senza troppe rinunce. Il raccontare questo aspetto serve probabilmente a spiegare il suo modo di vivere “a modo suo”, un equilibrio che però spesso è finito sulle pagine dei giornali.

La vita dentro lo spogliatoio e gli episodi fuori dal campo

Nell’intervista emergono anche dettagli curiosi e poco noti della vita nello spogliatoio. Nainggolan ricorda momenti durante i ritiri, dove le regole sembravano vacillare davanti alla necessità di rilassarsi. Ad esempio, ha riportato un aneddoto su una notte trascorsa a giocare a carte con compagni illustri come Totti, Pjanic e Manolas, fino a tardi, nonostante la giornata di allenamento prevista per il giorno dopo. Il fatto che il tecnico Spalletti avesse sorpreso i giocatori in quella situazione e che abbia preso provvedimenti subito dopo mostra come il controllo fosse stretto, ma le dinamiche degli spogliatoi permettevano ancora qualche deviazione.

Episodi di tensione con i tifosi

Durante la sua esperienza all’Inter, Nainggolan è stato protagonista di un episodio di tensione con alcuni tifosi organizzati della squadra milanese, noti come ultras. Dopo una partita in cui la sua prestazione non era stata delle migliori, è andato in un locale per una serata privata per un compleanno e si è trovato al centro di un’aggressione, con uno schiaffo ricevuto da un ultras. L’episodio rivela una parte spesso poco raccontata del rapporto complesso tra giocatori e tifoseria estremista, dove emozioni e aspettative possono trasformarsi in momenti di forte conflitto. Lo stesso Nainggolan ha spiegato che “la sua serenità personale incide sulle sue prestazioni sportive”, facendo capire che il controllo della vita privata anzi è spesso legato al rendimento sul campo.

Le scommesse e le conseguenze sulla sua vita

Tra le abitudini narrate spicca anche un lato più problematico legato al gioco d’azzardo. Nainggolan ammette di aver perso cifre importanti, evocando una serata al casinò in cui ha lasciato 200 mila euro. Questo racconto serve a mostrare una parte meno nota della sua vita, fatta anche di scelte rischiose. L’ex calciatore parla anche di scommesse su piattaforme illegali e di quella sensazione di adrenalina che lo spingeva a tentare la fortuna. Il gioco è apparso come un elemento frequente, forse un tentativo di gestire la pressione o semplicemente una forma di evasione. Questo aspetto si collega a voci di debiti e difficoltà economiche, ma Nainggolan ha escluso che le questioni finanziarie legate al gioco abbiano rapporti diretti con le accuse di traffico di sostanze stupefacenti.

L’arresto di gennaio e il rapporto con nasr-eddine sekkaki

Il momento più delicato riguarda l’arresto di gennaio 2025, avvenuto in Belgio con l’accusa di traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sudamerica. I media hanno subito associato Nainggolan a un personaggio criminale di alto livello, paragonandolo a Escobar. Lui però respinge con forza queste impressioni, dichiarandosi contrario a ogni droga e definendo “assurde le accuse che lo coinvolgono in attività di spaccio”.

Al centro delle indagini ci sarebbe una serie di messaggi scambiati con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello minore di Ashraf Sekkaki, noto per essere coinvolto in traffici illeciti. Nainggolan spiega che quei messaggi hanno riguardato prestiti di denaro tra amici, senza alcun riferimento a droga o debiti di gioco come ipotizzato dalla polizia. I giudici e gli inquirenti sostengono che quel linguaggio fosse un codice per il traffico. Invece Nainggolan prova a segregare la sua amicizia dal comportamento illecito di Sekkaki, dichiarando che “le azioni del suo amico non sono di sua responsabilità”. Sostiene di non aver mai partecipato né favorito le attività criminali di cui Sekkaki è accusato.

Il caso e il dibattito pubblico

Il caso continua a tenere banco in Belgio e in Italia, con dibattiti e approfondimenti sugli sviluppi delle indagini. La vicenda evidenzia come la vita di un personaggio pubblico possa intrecciarsi con situazioni complesse, spesso difficili da districare per chi osserva da fuori.

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