In Emilia-Romagna si è registrato un aumento della raccolta differenziata dei rifiuti nel corso del 2024, un dato che rispecchia l’impegno locale verso modalità di smaltimento più attente all’ambiente. La regione ha superato il 79% di differenziata, segnando un progresso netto rispetto all’anno prima. Questo risultato riflette non solo una crescita numerica ma un cambiamento diffuso nelle abitudini di cittadini e amministrazioni lungo tutto il territorio regionale.
L’evoluzione della raccolta differenziata in emilia-romagna nel 2024
La regione Emilia-Romagna ha dichiarato di aver raggiunto il 79% nella raccolta differenziata nel 2024, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2023. Questo dato si traduce in un passo avanti rilevante rispetto agli sforzi svolti negli anni precedenti. La crescita interessa sia le aree urbane che quelle più rurali, dimostrando una diffusione capillare della pratica di separare i rifiuti. Sopra questa media, spicca la provincia di Reggio Emilia, che ha superato l’84% con un aumento dell’1,1%. Modena fa segnare il miglior balzo in avanti con un +5,5% e un totale dell’84,2%, mentre Forlì-Cesena arriva all’83,2%, crescendo dell’1,5%.
Il quadro complessivo mostra che il 50,6% dei comuni della regione, per un totale di 167, ha raggiunto o superato la soglia dell’80%. Inoltre il 10,9%, cioè 36 comuni, ha superato il 90% di raccolta differenziata, una soglia molto ambita per chi si occupa di ambiente. Tra i comuni costieri, metà ha centrato il 79%, portando la sensibilità anche lungo il litorale, zona tradizionalmente più problematica per la gestione dei rifiuti.
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L’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo, ha messo in evidenza come questo risultato sia una sfida ambientale e culturale e non solo un indicatore statistico. Priolo ha ricordato che la direzione è quella dell’economia circolare. In questa visione, i rifiuti diventano risorse da recuperare e riutilizzare, abbattendo sprechi e impatti sull’ecosistema.
Dati e progressi delle province: reggio emilia, modena, forlì-cesena in vetta
Nel dettaglio regionale, Reggio Emilia continua a guidare la classifica, con una percentuale di raccolta differenziata pari all’84,4% e un aumento modesto ma costante nel confronto con il periodo precedente. Modena segue con un ottimo 84,2%, in particolare il suo incremento del 5,5% indica un forte sforzo da parte dei cittadini e delle amministrazioni locali per migliorare la gestione dei rifiuti. Forlì-Cesena balza al 83,2% con un miglioramento dell’1,5%, entrando tra le province più attente in regione.
Anche altre province hanno mostrato dati positivi. Ravenna ha toccato l’80,7%, Parma si attesta appena sotto l’80% al 79,8%, crescita modulata ma stabile con un +0,2%. Ferrara ha registrato un lieve calo a 76,9%, mentre Bologna è salita al 75,1%. Piacenza si posiziona al 74,2%, infine Rimini al 69,2% con un piccolo aumento.
Questi numeri mostrano come la raccolta differenziata in Emilia-Romagna abbia un andamento abbastanza omogeneo con alcune zone che necessitano di ulteriori investimenti per superare precisi limiti. Le province più virtuose mettono però in luce una gestione capillare e una sensibilità ambientale crescente.
Situazione specifica dei comuni capoluogo
Parlando dei capoluoghi di provincia si nota un quadro piuttosto vario. Ferrara guida con l’88,3%, in crescita dello 0,4%, seguita da Reggio Emilia con l’84,5%. Forlì rimane stabile all’82%, mentre Parma e Ravenna superano rispettivamente l’81% e il 79,5%, con Ravenna in netta crescita . Modena aumenta decisamente fino al 78,9%, mentre Bologna si attesta al 72,8% registrando però un leggero calo. Piacenza arriva al 72% mentre Rimini rimane fanalino di coda tra i capoluoghi, con il 66,8%.
Questi dati indicano che i capoluoghi fanno da traino al successo regionale della raccolta differenziata ma evidenziano anche disparità locali. La città di Ferrara conferma una posizione di rilievo, mentre Rimini mostra difficoltà nell’avvicinarsi agli standard più elevati.
La composizione dei rifiuti raccolti e i materiali più diffusi
Nel 2024 la frazione organica si conferma dominante, con un peso del 37,4% sul totale dei rifiuti raccolti in modo differenziato. Si tratta di scarti di cucina e biodegradabili che, se gestiti correttamente, possono dare vita al compost o ad altri prodotti utili all’agricoltura e al verde urbano.
Subito dopo arriva la carta, con il 18,9%, seguita dal vetro all’8,6%. Il legno rappresenta un altro materiale importante con l’8,4%, mentre la plastica si attesta all’8%, un dato che evidenzia ancora margini per migliorare il riciclo e la riduzione dell’uso di plastica. Infine gli ingombranti coprono il 4,4%, una frazione che richiede una raccolta speciale e più complessa.
Questa composizione è significativa perché permette di capire quali materiali sono maggiormente gestiti e dove intervenire per migliorare ulteriormente. L’attenzione all’organico dimostra come il recupero della materia prima biologica sia ormai una realtà consolidata in Emilia-Romagna. Al tempo stesso, la plastica e altri rifiuti evidenziano una sfida ancora aperta per superare certi livelli di spreco.
L’aumento della raccolta differenziata, in tutte le sue componenti, resta quindi un indicatore essenziale della salute ambientale e dei cambiamenti culturali in regione. La sfida si fa sempre più concreta e coinvolge amministratori, cittadini e imprese.