Quattro tunisini a teramo si rifiutano di pagare il conto e uno scatena caos in questura: fermato e denunciato

Quattro tunisini a teramo si rifiutano di pagare il conto e uno scatena caos in questura: fermato e denunciato

a teramo quattro cittadini tunisini creano disordine in un locale di piazza benvenuto cellini, uno viene fermato per comportamento aggressivo e danneggiamenti in questura, poi trasferito al centro rimpatri di palazzo san gervasio
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A Teramo, quattro tunisini hanno creato disordine in un locale rifiutandosi di pagare; uno di loro, identificato in questura, ha mostrato comportamenti aggressivi e distruttivi, portando a denunce e al suo trasferimento in un centro per i rimpatri. - Gaeta.it

Un episodio di tensione è avvenuto a Teramo, dove quattro cittadini tunisini hanno creato disordine in un locale in piazza Benvenuto Cellini. Dopo essersi rifiutati di saldare il conto, la polizia è intervenuta e ha identificato uno di loro, il quale ha poi mostrato comportamenti aggressivi e distruttivi in questura. La vicenda ha portato a un fermo e diverse denunce.

Intervento della polizia in piazza benvenuto cellini a teramo

La vicenda si è svolta a Teramo, presso un’attività commerciale in piazza Benvenuto Cellini. Dopo una segnalazione arrivata alla centrale operativa, una volante della polizia è stata inviata per gestire un problema con quattro cittadini tunisini. I quattro erano al centro di una disputa a causa del rifiuto di pagare il conto dopo aver consumato nel locale.

Al momento dell’arrivo della polizia, il gruppo si è mostrato restio a collaborare. Uno dei tunisini, in particolare, non aveva con sé documenti di identificazione che ne potessero confermare l’identità. Per questo motivo, gli agenti hanno deciso di portarlo in questura per procedere con il foto-segnalamento, parte delle procedure previste dall’ordinamento per verificare lo status e raccogliere dati sui soggetti privi di documenti.

La scelta di condurre il soggetto in questura ha segnato l’inizio di una serie di eventi che hanno complicato l’intervento. Il comportamento dell’uomo infatti è degenerato una volta all’interno degli uffici della polizia, richiedendo ulteriori misure.

Il comportamento aggressivo e le azioni di danno in questura

Il cittadino tunisino, un uomo di 35 anni, una volta giunto alla questura di Teramo ha assunto un atteggiamento fortemente aggressivo verso gli agenti. Non si è limitato a respingere le richieste degli agenti, ma ha anche compiuto atti di autolesionismo, tentando di farsi del male nel corso della sua permanenza.

Questa situazione ha ampliato il livello di pericolo e disordine nell’ufficio. L’uomo ha inoltre provocato danni all’interno dei locali della questura, causando rotture e danneggiamenti di arredi o attrezzature presenti negli uffici. Questi comportamenti hanno costretto la polizia a gestire la situazione con maggiore attenzione e a predisporre ulteriori provvedimenti a suo carico.

Il personale di polizia, pur mantenendo il controllo, ha dovuto adattare l’intervento a una situazione che andava oltre alla semplice identificazione. La reazione violenta ha determinato l’apertura di procedure legali per i reati commessi durante la permanenza del soggetto in questura.

Denuncia e accuse a carico del cittadino tunisino

A seguito della condotta violenta e dei danneggiamenti, l’uomo di 35 anni è stato denunciato formalmente per diversi reati. Le accuse comprendono violenza e resistenza a pubblico ufficiale, ossia il rifiuto di sottostare alle disposizioni degli agenti durante l’intervento, punita dagli articoli 336 e 337 del codice penale.

In aggiunta, l’uomo risponde di danneggiamento, ai sensi dell’articolo 635 del codice penale, per i danni provocati dentro la questura. Viene contestata anche l’insolvenza fraudolenta , in quanto non ha saldato il conto nel locale. Infine, gli è stata contestata la violazione delle norme sull’immigrazione, secondo l’articolo 10 bis del testo unico sull’immigrazione , dovuto alla sua posizione irregolare e mancata identificazione.

Queste accuse si sommano e rendono l’uomo responsabile di una serie di illeciti che riguardano tanto la sua condotta davanti alle forze dell’ordine, quanto l’illecito economico e l’irregolarità sul territorio nazionale.

Trattenimento e trasferimento al centro per i rimpatri di palazzo san gervasio

Vista la pericolosità mostrata dall’uomo e il fatto che si tratta di un richiedente asilo, le autorità hanno deciso per il trattenimento presso un centro adatto a situazioni di questo tipo. Il soggetto è stato trasferito al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza.

Il trasferimento è avvenuto con un accompagnamento da parte di agenti della questura di Teramo. Al centro, l’uomo resterà fino a quando non si definiranno le procedure per il suo rimpatrio, secondo quanto previsto dalla legge sull’immigrazione.

Questo tipo di struttura ha lo scopo di contenere soggetti che rappresentano un rischio o che devono essere espulsi dal territorio nazionale, garantendo al contempo la sicurezza pubblica. Il caso di questo cittadino tunisino si colloca in questo ambito di tutela, dove l’ordine pubblico e le normative migratorie si intersecano con eventi di cronaca locale.

Il lavoro della polizia di stato nel controllo territoriale a teramo

L’episodio è solo una delle tante situazioni in cui la polizia di stato interviene quotidianamente per mantenere l’ordine pubblico nel territorio di Teramo. L’azione degli agenti si concentra non solo sulla prevenzione dei reati, ma anche sul controllo delle attività di persone privi di permesso o in stato irregolare.

Questo tipo di interventi è fondamentale per far rispettare le leggi e garantire la sicurezza di cittadini e attività commerciali. Le forze dell’ordine rispondono prontamente alle segnalazioni, come nella vicenda di piazza Benvenuto Cellini, risolvendo situazioni potenzialmente esplosive e riportando la calma.

Teramo resta una città dove la polizia mantiene una presenza costante. Operazioni come queste sono il filo diretto fra la popolazione e le istituzioni, mirate a tutelare l’ordine senza creare disagi ulteriori per la comunità. Ogni evento, piccolo o grande, riceve da parte delle forze dell’ordine una risposta decisa e misurata.

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