La recente consegna di quattro orologi a pendolo risalenti ai secoli XVIII e XIX al Museo Sartorio di Trieste rappresenta un importante evento per la valorizzazione del patrimonio culturale locale. Questi preziosi oggetti, provenienti dalla collezione Sartorio, sono stati restaurati dal servizio Inner Wheel di Trieste nell’ambito del progetto per l’anno 2024-2025, in occasione del 43° anniversario della fondazione dell’Inner Wheel Club di Trieste. Due di essi torneranno a essere esposti al pubblico, arricchendo l’offerta culturale della città e offrendo agli visitatori l’opportunità di apprezzare la storia degli orologi antichi.
La solidità del restauro: un progetto curato
Il restauro degli orologi è stato realizzato da L.A.A.R. S.r.l. – Conservazione & Restauro Beni Culturali di Udine, un’azienda con una consolidata esperienza nel settore. La supervisione è stata affidata alla Sabap-Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Grazie a questa sinergia di competenze, gli orologi non solo sono stati riportati al loro antico splendore, ma sono anche stati conservati in modo tale da garantire un duraturo apprezzamento. L’inserimento permanente delle pendole negli ambienti del Museo, che fanno parte del loro arredo originario, sottolinea l’importanza di questi pezzi non solo come oggetti d’arte, ma anche come testimonianze della storia e della cultura locale.
Ogni orologio racconta una storia unica, riflettendo l’abilità artigianale e le diverse correnti stilistiche del periodo in cui è stato creato. Questo restauro non solo preserva il valore estetico e storico degli orologi, ma rappresenta anche un importante passo verso la valorizzazione della cultura e del patrimonio locale.
Gli orologi: preziose testimonianze del passato
Tra i quattro orologi donati, il più antico è una pendola a portico realizzata in Svizzera dalla Maison Robert et Courvoisier. Questo esemplare, prodotto alla fine del 1700 e all’inizio del 1800, è un esempio straordinario di artigianato del tempo. L’eleganza delle elaborazioni sartoriali della pendola è rappresentativa del gusto dell’epoca, che ricercava una fusione tra funzionalità e bellezza estetica.
Oltre a questo esemplare, gli altri tre orologi, creati attorno agli anni 1830, conservano anch’essi caratteristiche stilistiche differenziate. Pur essendo coevi, le varie decorazioni e le innovazioni tecniche mostrano come la progettazione degli orologi sia stata influenzata dalle tendenze artistiche e culturali dell’epoca. Questi elementi distintivi non solo arricchiscono la narrazione storica di ciascun orologio, ma costituiscono anche un’importante risorsa per studiosi e appassionati di storia dell’arte e dell’artigianato.
La resistenza nel tempo degli orologi non risiede solo nella loro fattura, ma anche nel rispetto delle tecniche di restauro adottate. Rimettere in sesto oggetti così fragili richiede competenze particolari e una grande cura, fattori che il Museo Sartorio ha saputo valorizzare.
Un patrimonio da scoprire
L’arrivo di questi quattro orologi al Museo Sartorio è un invito ad esplorare un patrimonio culturale che racconta di epoche e stili passati. Il museo, collocato nel centro di Trieste, offre l’opportunità di immergersi nella storia locale attraverso le varie raccolte di arte e artigianato. Gli orologi a pendolo rappresentano un’ulteriore tappa nel viaggio di scoperta della ricca eredità artistica della città .
Con il ripristino di questi antichi strumenti del tempo, il Museo Sartorio non solo consolida la propria identità culturale, ma svolge anche un ruolo fondamentale nella salvaguardia della memoria storica della comunità triestina. La valorizzazione di tali beni consente a residenti e turisti di apprezzare dettagli spesso trascurati della storia locale, creando un legame tra passato e presente.
Si prevede che i visitatori possano già rivivere un pezzo del passato attraverso questi affascinanti orologi, che continuano a segnare il tempo in modo unico.