Le tensioni esplose nel sud della siria hanno provocato una grave crisi umanitaria con decine di migliaia di persone costrette a lasciare le loro case. L’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni ha reso noti i numeri aggiornati degli sfollati a seguito degli scontri avvenuti negli ultimi giorni. Il quadro evidenzia problemi nel funzionamento dei servizi essenziali e difficoltà logistiche per la gestione dell’emergenza.
L’aumento degli sfollati in meno di una settimana
Dal 13 luglio le violenze settarie hanno costretto quasi 80.000 persone a cercare rifugio lontano dal proprio luogo di residenza nel sud della siria. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha registrato in particolare un’impennata significativa nella sola giornata del 17 luglio, quando oltre 20.000 individui sono stati costretti a muoversi. Questi dati mostrano una crisi in rapido aggravamento e la difficoltà crescente ad assicurare sicurezza e accoglienza nei territori colpiti. Le fonti delle migrazioni sono spesso piccoli centri abitati, dove la presenza di comunità con legami religiosi differenti ha causato tensioni violente. Lo sfollamento massivo ha avuto inevitabili ripercussioni anche sulle aree limitrofe, già sotto pressione per l’ospitalità.
Collasso dei servizi essenziali a sweida
Il centro principale interessato dalle tensioni è la provincia di sweida, area meridionale della siria. Qui i sistemi che forniscono acqua potabile, energia elettrica e comunicazioni sono crollati sotto il peso dei conflitti. La totale interruzione delle reti fondamentali ha aumentato il disagio della popolazione civile e ha complicato le attività di soccorso. Senza acqua corrente e elettricità molte attività quotidiane si sono fermate e le condizioni igienico-sanitarie sono peggiorate. Il blocco delle telecomunicazioni ha limitato la possibilità di coordinare gli interventi umanitari. La carenza di carburante, denunciata come estrema, ha infine bloccato trasporti e rifornimenti, riducendo sensibilmente la capacità di intervento sul territorio.
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Le difficoltà nella gestione dell’emergenza e le risposte internazionali
L’instabilità crescente nel sud della siria ha reso complicata la risposta delle organizzazioni internazionali e locali. La scarsità di risorse e le difficoltà logistiche impediscono di fornire aiuti immediati e adeguati alle decine di migliaia di sfollati. Molti di loro sono rifugiati in zone già sovraffollate o in strutture provvisorie poco attrezzate. L’Oim e altre agenzie hanno sottolineato la necessità di garantire corridoi umanitari protetti e un accesso sicuro ai territori colpiti. Le autorità siriane, insieme a partner internazionali, stanno lavorando a piani per la distribuzione di beni di prima necessità come acqua, cibo e medicine. L’attenzione rimane alta anche sulla gestione del carburante, fondamentale per far ripartire i servizi e rimettere in movimento la logistica degli aiuti.
Crisi umanitaria nel sud della siria
Le violenze nel sud della siria continuano a produrre effetti drammatici su una popolazione già provata da anni di conflitto. Seguire con attenzione gli sviluppi aiuta a comprendere come si evolverà la situazione e quali saranno le prossime necessità per fermare il deterioramento delle condizioni di vita di migliaia di persone.