Il sistema scolastico del Trentino affronta un nuovo anno con molti posti di insegnamento a tempo indeterminato lasciati scoperti. I dati relativi agli anni 2023, 2024 e le proiezioni per il 2025 mostrano un aumento significativo dei posti disponibili, ma anche una carenza di insegnanti in ruolo. La situazione interessa tutti i livelli scolastici, dalla primaria alla scuola superiore, con ripercussioni soprattutto nelle materie scientifiche e nel sostegno. I sindacati denunciano un fenomeno di precariato strutturale ormai difficilmente risolvibile.
Posti a tempo indeterminato disponibili e situazioni comuni a tutti i gradi scolastici
Nel 2023, le cattedre a tempo indeterminato libere nella scuola primaria erano appena 45; questo numero è salito a 124 l’anno successivo e si attesta a 215 per il 2025. Secondo la Cgil del Trentino, più della metà di questi posti restano vacanti perché le graduatorie dei concorsi recenti non bastano a coprirli. È in particolare il sostegno e le lingue straniere a risentire maggiormente di questa mancanza, con 115 cattedre scoperte nel 2025.
Un trend simile riguarda la scuola secondaria di primo grado. Nel 2023 si contavano 185 immissioni in ruolo; questa cifra è scesa a 108 nel 2024, per poi rialzarsi a 134 nel prossimo anno scolastico. Flc stima che almeno 80 di questi posti rimarranno disponibili solo in modo temporaneo, grazie all’impiego di insegnanti precari. Il problema cresce ulteriormente nella scuola secondaria di secondo grado, dove le 210 immissioni del 2023 sono già aumentate a 243 nel 2024 e raggiungeranno quota 286 nel 2025. Di questi, circa 200 resteranno scoperti.
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Carenza generalizzata nelle scuole pubbliche
La difficoltà nel coprire le cattedre riguarda quindi tutte le fasce di età della scuola pubblica trentina, con una chiara carenza di docenti già inseriti nelle graduatorie ufficiali e in grado di ottenere un contratto stabile.
Il ruolo dei docenti precari e l’impatto sulla continuità didattica
Raffaele Meo, segretario provinciale della Flc Cgil, sottolinea che la scuola trentina si regge in gran parte su insegnanti precari. Questi docenti, pur non avendo un contratto a tempo indeterminato, costituiscono una risorsa necessaria ormai da anni. Il loro impiego continuo ha creato una situazione di precariato che non rientra più nell’ordinario ciclo di assunzioni ma è diventata una condizione strutturale, causata anche da una scarsa programmazione del Dipartimento Istruzione.
Meo denuncia una “miopia” nella gestione delle risorse umane, che ha portato a sovraccarichi e instabilità nelle scuole. In questo modo, molte classi e sedi scolastiche si trovano a dipendere da personale con contratti temporanei, cui manca una certezza occupazionale. Il sindacato ricorda che la situazione non è solo un problema di numeri, ma riflette condizioni di lavoro precarie per molti insegnanti con anni di esperienza.
Instabilità nelle scuole del trentino
L’instabilità legata al precariato coinvolge varie scuole, mettendo a rischio la continuità didattica e il benessere di studenti e insegnanti.
Le materie più colpite e le difficoltà per insegnanti tecnico pratici e sostegno
Le difficoltà maggiori riguardano le materie scientifiche e le discipline Stem, un problema che si ripresenta da tempo e riguarda soprattutto le scuole medie. In queste si aggiungono anche criticità per le classi di concorso di italiano, storia, geografia e musica, dove sono pochi i candidati per la copertura dei posti disponibili.
Particolarmente delicato è il settore degli insegnanti tecnico pratici. Dal 2026, per questa figura sarà richiesta una formazione più alta: una scuola di alta specializzazione post diploma o una laurea triennale. Questo cambiamento rischia di ridurre ulteriormente il numero di docenti disponibili, con un impatto diretto sui laboratori e le attività pratiche, fondamentali per l’istruzione di molti studenti.
Il sostegno agli alunni con difficoltà rimane un altro ambito dove la carenza di insegnanti è evidente. In tutti i gradi scolastici, la mancanza di docenti specializzati limita le occasioni di supporto agli studenti più fragili, un problema che coinvolge famiglie e personale scolastico.
Le richieste del sindacato e la necessità di nuovi interventi
Per la Flc quella del precariato è una questione sentita da anni e che si aggrava nel tempo. Nonostante questa consapevolezza, le soluzioni disponibili sono poche e complesse: la politica non ha ancora mostrato una volontà chiara di intervenire in modo risolutivo. Il sindacato chiede che la Provincia riconosca gli errori commessi nella gestione del personale scolastico e avvii misure per migliorare almeno le condizioni dei docenti precari. Questi insegnanti, spesso con molti anni alle spalle, continuano a essere trattati in modo inferiore rispetto ai colleghi in ruolo.
Il problema del precariato strutturale rappresenta uno dei nodi più critici del sistema scolastico trentino. Se non si interviene con strategie specifiche, le carenze di personale potrebbero rendere ancora più difficile garantire un’offerta didattica stabile e di qualità, soprattutto nelle materie più richieste e in ambiti delicati come il sostegno.