L’effetto del vulcanismo sui territori non si limita a fenomeni isolati nel tempo, ma si riverbera anche attraverso le mutazioni della superficie terrestre. L’eruzione dell’Ignimbrite Campana, avvenuta circa 39.000 anni fa, ha lasciato un’impronta indelebile nella conformazione della Campania e dell’area circostante. Questo evento ha determinato modifiche di vasta portata sul paesaggio e sulla struttura del sottosuolo, conosciute oggi sia per le loro implicazioni geologiche che antropiche.
L’attività estrattiva nei territori campani e l’utilizzo dei prodotti tufacei
Nei secoli scorsi, in particolare dal primo all’ultimo quarto del XX secolo, vaste aree della Campania sono state profondamente modificate a causa della forte pressione dell’uomo sull’ambiente. La principale causa di questi cambiamenti è legata allo sfruttamento dei prodotti tufacei, rocce caratteristiche di origine vulcanica utilizzate principalmente per l’edilizia. Il tufo ha suscitato interesse per la sua facilità di lavorazione e le proprietà fisico-meccaniche che lo rendono idoneo alla costruzione.
Questa estrazione non è stata solo superficiale, ma ha interessato sia cave a fossa aperta, presenti in pianura, sia cavità sotterranee e pozzi. Le cave a cielo aperto hanno lasciato profonde testimonianze nella morfologia del territorio, modificando il paesaggio naturale con vere e proprie fosse di estrazione. Si tratta di un fenomeno ben radicato nel contesto campano, causato dalla necessità di prelevare materiali a profondità ridotte ma estese su ampie zone.
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Il legame fra questa attività antropica e la storia vulcanica dei Campi Flegrei non è immediato, ma diventa evidente una volta compresa la genesi del territorio tufaceo e l’origine vulcanica dei materiali, prodotto di eventi remoti come l’eruzione dell’Ignimbrite Campana.
La struttura vulcanica dei campi flegrei tra collassi calderici e attività eruttiva
I Campi Flegrei rappresentano un complesso vulcanico situato nel cuore della Piana Campana, noto per la sua struttura calderica, il cui sviluppo è legato a molteplici eventi eruttivi registrati negli ultimi 39.000 anni circa. Al loro interno si trovano più di settanta centri eruttivi attivi in momenti diversi, che hanno modellato la morfologia dell’area.
L’attuale configurazione dei Campi Flegrei deriva dalla sovrapposizione di due collassi calderici distinti. Il primo, più ampio e profondo, è stato originato dall’eruzione dell’Ignimbrite Campana. Il secondo, più piccolo, si è formato nel settore sud-occidentale della caldera originaria, in seguito all’eruzione del Tufo Giallo Napoletano. Questi eventi hanno forgiato un paesaggio complesso, fatto di rilievi, depressioni e depositi piroclastici.
I depositi originati dal flusso piroclastico dell’Ignimbrite Campana, chiamati anche Tufo Grigio Campano, si estendono su tutta la Piana Campana, raggiungendo spessori anche oltre i 30-50 metri. Si tratta di uno strato di materiale vulcanico molto compatto, frutto dell’espansione del flusso piroclastico ad alta temperatura e velocità, che ha attraversato vaste distanze.
L’impatto dell’eruzione dell’ignimbrite campana sulla morfologia del territorio
Rispetto a quanto accaduto in epoche successive, come l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., quella dell’Ignimbrite Campana si rileva come un evento di portata superiore e più incisiva sul rilievo ambientale. Il flusso piroclastico e i depositi associati hanno modificato la morfologia della Campania in modo sostanziale, innalzando superfici e ridefinendo l’altimetria di vaste zone.
Le immagini e gli schemi di alcune cave a fossa tufacea mostrano che in certi punti la superficie topografica si è elevata di decine di metri, fino a 50. Questo significa che una nuova pianura si è formata sopra le vecchie morfologie, imponendo nuove caratteristiche del terreno e influenzando ogni forma di vita successiva.
Di fatto, dopo quell’eruzione la comunità umana si sarebbe trovata ad occupare un piano di campagna molto differente da quello precedente, più alto e caratterizzato da una stratificazione di materiali vulcanici. Questo ha cambiato la distribuzione e la natura dei suoli, così come la possibilità di utilizzo delle risorse territoriali. Nel contesto storico-geologico, l’evento dell’Ignimbrite Campana è tra i più significativi per la Campania.