Putin ha poco più di sei mesi per tentare una spallata nella guerra in ucraina, la russia rischia una crisi militare

Putin ha poco più di sei mesi per tentare una spallata nella guerra in ucraina, la russia rischia una crisi militare

La guerra tra Russia e Ucraina prosegue con Mosca sotto pressione, risorse limitate e una possibile offensiva estiva decisiva; il ruolo degli Stati Uniti e le dinamiche geopolitiche influenzano l’evoluzione del conflitto.
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L'articolo analizza la difficile situazione militare della Russia nella guerra in Ucraina, sottolineando la necessità di un'offensiva decisiva entro metà 2025, il ruolo degli Stati Uniti e le pesanti perdite russe, con un possibile blitz estivo che potrebbe influenzare negoziati e scenari futuri. - Gaeta.it

La guerra fra Russia e Ucraina si trascina da più di due anni e il quadro sul campo rimane incerto, con Mosca sotto pressione crescente. Secondo diverse analisi, inclusa quella del Washington Post, il Cremlino ha a disposizione solo pochi mesi per tentare un’offensiva decisiva. La carenza di soldati e mezzi rischia di compromettere la capacità russa di mantenere i territori occupati e di avanzare nel 2025. Allo stesso tempo, il ruolo degli Stati Uniti e le dinamiche geopolitiche influenzano le possibilità di una pace negoziata.

La fine del 2025 come scadenza chiave per la strategia russa

L’esercito russo si trova a un punto critico. L’analisi del Washington Post sottolinea che Vladimir Putin deve tentare entro circa sei mesi una spallata decisiva in campo. La guerra ha consumato molte risorse umane e materiali. Mosca si confronta con una prospettiva concreta di carenza di uomini e mezzi, il che potrebbe portare a una crisi militare già nel prossimo anno. Se la Russia non riuscirà a strappare un vantaggio in tempi brevi, la situazione bellica rischia di peggiorare ulteriormente.

Gli elementi a sfavore della Russia non riguardano solo le perdite materiali, ma anche il morale e l’organizzazione delle truppe sul terreno. In queste condizioni, la pressione militare occidentale sulle forze di Mosca potrebbe costringere il Cremlino a rivedere la propria strategia e a esplorare una soluzione negoziata al conflitto. Il momento che si vive intorno alla metà del 2025 è dunque cruciale per l’evoluzione della guerra.

L’atteggiamento degli stati uniti e il suo riflesso sulla strategia internazionale

Negli ultimi mesi, Washington ha scelto un atteggiamento differente rispetto all’Unione Europea. Il presidente Donald Trump, dopo alcune conversazioni telefoniche con Putin, ha rallentato la spinta verso nuove sanzioni contro la Russia. Questo cambio di rotta si riflette in dichiarazioni in cui Trump definisce il conflitto “una questione europea” da cui gli Stati Uniti non vorrebbero essere coinvolti troppo direttamente. Questa posizione indica una distanza degli Usa dal conflitto, almeno nel breve periodo.

Questa scelta ha ripercussioni sulle capacità dell’Occidente di sostenere l’Ucraina in modo decisivo. Analisti citati dal Washington Post avvertono che senza un forte sostegno occidentale e senza negoziati, la guerra rischia di proseguire lentamente con un andamento che per ora favorisce la Russia. Un rapporto ufficiale della U.S. Defense Intelligence Agency ha segnalato che, nonostante sia rallentata, la Russia continua a guadagnare terreno, pagando però costi elevati in uomini e mezzi.

Le pesanti perdite materiali e umane della russia dal 2022

Il bilancio militare per Mosca è pesante. Da febbraio 2022, le forze russe hanno perso almeno 10.000 mezzi terrestri, inclusi circa 3.000 tank. In aggiunta sono stati abbattuti oltre 250 aerei ed elicotteri, mentre la flotta ha subito perdite di oltre 10 navi. Nel corso dell’ultimo anno, la Russia è riuscita a conquistare solo lo 0,6% del territorio ucraino.

Sul fronte delle vittime, la Russia ha avuto circa 1.500 tra morti e feriti ogni giorno. A questi dati si somma la difficoltà di superare le difese ucraine, soprattutto nelle zone chiave dove gli ucraini usano droni a corto raggio in modo continuo. Le difese di Kiev impediscono spallate russe efficaci, e questo è un risultato evidente dopo la controffensiva ucraina della scorsa estate.

Le cifre non mentono: Mosca dispone attualmente di circa 3 soldati per ogni soldato ucraino e ha un vantaggio ancora più netto in armi, ma non è sufficiente per vincere facilmente. Oltre a questo, continua a dipendere in parte da armamenti sovietici obsoleti, pur producendo un centinaio di nuovi tank all’anno. Le scorte di carri armati di epoca sovietica, circa 13.000 all’inizio del conflitto, stanno terminando in pochi mesi.

Le mosse russe sulle linee di guerra e la possibile offensiva estiva

Le ultime mosse dell’esercito russo nell’area di Donetsk fanno pensare a un’altra offensiva programmata nella stagione estiva. Lo scopo sarebbe di provare a sfondare le linee ucraine e conquistare nuovi territori strategici. Se l’assalto andasse a buon fine, porterebbe nuovo vantaggio tattico e politico per Mosca.

Eppure, anche in caso di velocità iniziale, sarà molto complicato consolidare il controllo sui territori riconquistati. La scarsità di uomini e mezzi limita la possibilità di rafforzare la presenza sul terreno nel lungo termine. I territori rivendicati dal CremlinoDonetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia – sono in realtà sotto controllo parziale e questa situazione mostra i limiti evidenti dei successi russi.

Questa possibile “ultima chance” per la spallata militare è quindi importante non solo sul piano bellico, ma anche in chiave negoziale. Un blitz estivo riuscito potrebbe fornire a Mosca nuovi argomenti nella trattativa, anche se la stabilità di questi guadagni è incerta e il conflitto resta appeso a una fragile tregua che tarda ad arrivare.

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