Putin difende l’intervento in ucraina e accusa kiev per le tensioni dal 2014

Putin difende l’intervento in ucraina e accusa kiev per le tensioni dal 2014

Il presidente Vladimir Putin giustifica l’intervento della Russia in Ucraina come risposta a un colpo di stato del 2014 e alle violenze contro la popolazione russofona nel Donbass, criticando Kiev.
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Putin giustifica l'intervento russo in Ucraina come una risposta obbligata al "colpo di stato" del 2014 e alle presunte violenze di Kiev contro le popolazioni russofone del Donbass. - Gaeta.it

Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la sua posizione riguardo al conflitto in ucraina, sostenendo che la Russia si è trovata costretta a intervenire a causa di dinamiche nate dopo il 2014. Durante un forum dedicato agli imprenditori, ha presentato la sua versione di eventi delicati e ha criticato le autorità di kiev parlando di un colpo di stato che avrebbe innescato le tensioni nel paese. Le sue dichiarazioni ricostruiscono il contesto politico che ha portato allo scontro attuale.

La versione di putin sugli avvenimenti del 2014 in ucraina

Secondo le parole di putin, riprese dall’agenzia russa ria novosti, la crisi ucraina è nata da un cambiamento politico forzato nel 2014. Il presidente russo ha definito la deposizione di viktor yanukovich, allora capo di stato ucraino, come “un colpo di stato” organizzato dalle nuove leadership nate dalle proteste di euromaidan. Questi movimenti di massa, emersi come manifestazioni di piazza contro il governo di allora, hanno portato alla fuga di yanukovich e a un cambio di maggioranza. Per putin, si tratta di un episodio che ha destabilizzato il paese e ha aperto la strada a decisioni contro la popolazione russofona e del donbass.

Putin ha descritto le autorità di kiev che si sono succedute come responsabili di violenze contro chi vive nell’est ucraino, in particolare nelle regioni dove si concentrano comunità di lingua russa. Questi episodi sono stati indicati come motivo principale per cui la russia si è sentita obbligata a intervenire, con l’intento di “proteggere” queste popolazioni da presunte aggressioni. Le accuse si concentrano sulle forze ucraine accusate di repressione e di azioni militari contro civili, sostenendo così la narrativa della necessità dell’intervento di mosca.

Il contesto e il discorso di putin al forum degli imprenditori

Le dichiarazioni di putin sono state pronunciate in un evento sullo sfondo economico e imprenditoriale, dove il presidente ha voluto chiarire la posizione russa nel conflitto, spiegando le ragioni storiche e politiche che avrebbero portato il suo paese a scendere in campo. In questo contesto ha ribadito che la russia non è l’aggressore inesistente, ma piuttosto si è trovata a una scelta forzata dalle circostanze create in ucraina.

Il presidente ha anche sottolineato che il tentativo di attribuire la colpa all’intervento russo mira a nascondere le responsabilità delle azioni di kiev dal 2014 in poi. Il discorso lascia intuire una visione opposta rispetto a quella dei paesi occidentali, che avevano invece puntato il dito contro mosca fin dall’inizio del conflitto. Putin ha così cercato di spiegare a imprenditori e interlocutori nazionali la propria versione degli eventi, presentando una critica netta alle scelte ucraine ed europee.

Le tensioni con il donbass e la narrazione russa del conflitto

Il conflitto nella regione del donbass è al centro delle narrazioni russe fin dall’inizio della crisi. Putin ha più volte evidenziato le complicazioni causate dalle alleanze politiche di kiev e dalle reazioni della comunità internazionale alle proteste del 2014. La russia ha sostenuto i separatisti di quelle zone, denunciando offensive da parte delle truppe ucraine. Questi fatti sono stati raccontati come un’aggressione contro una popolazione che mosca considera culturalmente e linguisticamente legata alla propria.

La posizione russa si basa quindi sulla necessità di difendere un gruppo di persone che sarebbero vittime di ostilità interne promosse da kiev. Le violenze e gli scontri frequenti nella zona hanno mantenuto alta la tensione negli anni successivi, contribuendo a far degenerare la situazione fino all’invasione russa del 2022 e al conflitto aperto, che ha coinvolto numerosi paesi e fatto discutere fino ai piani più alti della diplomazia internazionale. Questa lettura del conflitto rimane centrale nella propaganda e nelle giustificazioni ufficiali di mosca.

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