La Puglia continua a registrare un aumento significativo del turismo, con nuove strutture ricettive e investimenti pubblici che ne potenziano l’offerta. Tra borghi-risort di lusso, masserie ristrutturate e località balneari, la regione si è imposta come meta ambita a livello mondiale. Dall’ottocento fino ai giorni nostri, la storia turistica della Puglia si intreccia con trasformazioni sociali e paesaggistiche, con effetti non sempre positivi sul tessuto locale. Il quadro attuale è quello di una realtà che cerca di valorizzare patrimoni culturali e naturali, mentre si confronta con problemi di sostenibilità e di accessibilità agli abitanti.
Il boom turistico recente e gli effetti sull’offerta ricettiva e sul territorio
Dal 2015 la Puglia ha visto un’impennata nel settore turistico che ha modificato il tessuto sociale e urbanistico della regione. L’offerta di posti letto è aumentata di circa il 60 per cento, con oltre novemila nuove sistemazioni attive. A spingere questa crescita sono stati investimenti pubblici consistenti, orientati a promuovere il turismo e la cultura fino al 2030. Il piano strategico turismo cultura 2030 prevede risorse per 74 milioni di euro rivolti alla promozione e 170 milioni per attività culturali. Tra questi fondi, 56 milioni sono destinati alla valorizzazione dell’architettura rurale e 66 milioni per rendere attrattivi i borghi pugliesi. Questi programmi hanno favorito nuovi interventi di restauro e riqualificazione di edifici storici, contribuendo a un’offerta ricettiva più ampia e variegata.
Le attività turistiche si sono consolidate anche grazie a campagne di marketing efficaci e allo sviluppo di nuovi collegamenti aerei low cost. Puglia promozione, ente regionale, ha sostenuto l’organizzazione di eventi importanti come il Red Bull cliff diving o Battiti live, che hanno aumentato la visibilità della regione a livello globale. Tra gli investimenti privati di rilevo figura Borgo Egnazia, un resort extralusso che riproduce un borgo immaginario affacciato sul mare della costa dei trulli. Borgo Egnazia è balzato agli onori della cronaca nel giugno 2024, quando è stato scelto per ospitare il vertice del G7, mettendo la Puglia al centro di attenzione internazionale.
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Investimenti e impatti ambientali di borgo egnazia
Borgo Egnazia ha beneficiato di finanziamenti pubblici, tra cui quasi un milione di euro da fondi europei destinati a progetti di coesione economica e sociale. Questo investimento ha sostenuto anche la realizzazione di un campo da golf, la cui presenza ha sollevato dubbi sull’impatto ambientale e sull’uso delle risorse idriche locali.
Criticità legate alla crescita turistica e le conseguenze per i residenti pugliesi
L’espansione del turismo in Puglia ha portato con sé diverse criticità. Il fenomeno è particolarmente evidente nelle grandi città e nei centri storici, dove l’aumento delle abitazioni affittate come case vacanze ha provocato un incremento dei prezzi degli affitti e una progressiva esclusione degli abitanti tradizionali. Quartieri popolari come Libertà a Bari si sono trasformati, con conseguente perdita di diversità sociale. Airbnb e altre piattaforme hanno favorito questo cambiamento, proponendo la Puglia tra le mete preferite a livello mondiale.
La pressione sul territorio si manifesta anche nelle infrastrutture: l’estate del 2024, nella campagna intorno a Fasano, numerosi turisti hanno fatto saltare la rete elettrica, sovraccaricata dall’uso massiccio e improvviso. A questi disagi si somma un uso intensivo delle risorse naturali, con rischi di desertificazione legati allo sfruttamento di acqua per campi da golf o impianti ricettivi.
Effetti sulla valle d’itria e sulla gentrificazione
L’incremento di strutture ricettive e ristoranti nella Valle d’Itria ha accelerato una nuova ondata di ristrutturazioni di masserie, con forti investimenti che hanno fatto salire il valore degli immobili. Nel maggio 2022, Il Sole 24 Ore segnalava una vera e propria corsa agli acquisti di queste proprietà, spesso trasformate in dimore di lusso.
Le ripercussioni sociali sono sotto osservazione, poiché il turismo di fascia alta convive con situazioni di disagio per la popolazione locale. Gli effetti economici benefici per l’indotto turistico sono accompagnati da tensioni legate all’accesso ai servizi e all’abitabilità delle aree maggiormente coinvolte.
L’evoluzione storica del turismo in puglia: dalle ville ottocentesche ai resort contemporanei
Il turismo in Puglia non nasce oggi. Già nell’ottocento, la regione attirava l’elite europea con dimore signorili e centri termali sul mare. Questi luoghi erano privilegio di aristocratici e borghesi ricchi, che cercavano relax e cure. Nel secondo dopoguerra si è assistito a una trasformazione importante, con l’avvento del turismo di massa nelle località costiere. La bonifica delle zone paludose ha facilitato la costruzione di grandi complessi turistici nel Gargano e nel Salento. Gli imprenditori stranieri, soprattutto francesi e inglesi, hanno orientato l’offerta verso segmenti diversi: il Gargano per famiglie, con architetture moderne svincolate dal contesto locale; il Salento verso un turismo elitario ispirato alle tradizioni locali, creando uno scenario fatto di trulli, masserie e casette bianche.
Negli anni sessanta e settanta sono nate strutture di grande richiamo come il Club Méditerranée a Otranto, il Villaggio Valtur oppure Rosa Marina a Marina di Ostuni, che rappresentano esempi di insediamenti turistici chiusi e ben protetti. Questi villaggi erano pensati soprattutto per un pubblico internazionale, in alcuni casi per il ritiro esclusivo di funzionari. Tuttavia, l’espansione incontrollata del secondo dopoguerra ha portato ad una devastazione di alcune aree costiere pugliesi, con costruzioni abusive e seconde case spesso edificate nei tratti più suggestivi della costa. Nel Gargano, questa crescita disordinata ha causato un deterioramento del paesaggio e un calo della qualità dell’offerta turistica già dagli anni sessanta.
Interventi legislativi e trasformazioni socioeconomiche
Leggi più rigorose per proteggere il territorio sono arrivate tardi: nel 1985 con la legge Galasso è stata introdotta la tutela della fascia di 300 metri dalla battigia, ma molte delle trasformazioni avevano già segnato il volto della regione. A partire dagli anni ottanta, l’attenzione si è diretta verso l’entroterra: case storiche di Ostuni sono state acquistate come seconde abitazioni soprattutto da residenti provenienti dal nord Italia. Negli anni novanta, la riscoperta delle masserie rurali ha spinto verso una gentrificazione nelle campagne della Valle d’Itria, estendendosi anche lungo la costa. Queste trasformazioni hanno portato a un innalzamento dei prezzi degli immobili e a un graduale allontanamento delle famiglie locali meno abbienti, soprattutto nei comuni di Fasano e Ostuni.
Nota finale
La Puglia, con il suo mix di storia, paesaggi naturali e profonde trasformazioni sociali, continua a essere protagonista di una storia turistica complessa. Le molteplici sfide tra sviluppo economico, tutela ambientale e coesione sociale hanno reso centrosu cui si concentrano sia investimenti pubblici ingenti, sia iniziative imprenditoriali di rilievo. Ma i riflessi sul territorio e sui residenti richiedono uno sguardo attento ai prossimi anni, senza tralasciare gli effetti che la crescita esponenziale del turismo può avere sulla regione pugliese.