La sera di venerdì 23 maggio 2025, davanti a palazzo marino, sede del Comune di milano, si è svolta una manifestazione organizzata dai comitati di quartiere per denunciare i disagi legati alla movida. Rappresentanti delle zone lazzaretto, arco della pace, navigli e nolo hanno portato uno striscione con la scritta “L’amministrazione dorme, noi no” per richiamare l’attenzione su una problematica che pesa ormai da anni sulle loro vite quotidiane. I cittadini hanno consegnato ai consiglieri comunali un documento contenente le osservazioni presentate lo scorso anno sulla nuova ordinanza che regolamenta la movida milanese, da attuare da fine maggio a fine ottobre.
Le principali critiche dei residenti sull’ordinanza comunale per la movida
Le osservazioni dei comitati riguardano innanzi tutto il mancato recepimento delle loro proposte nella versione definitiva dell’ordinanza, che del resto risulta quasi identica a quella dello scorso anno. Gli abitanti lamentano soprattutto la persistente mancanza di limiti efficaci per il rumore prodotto dai locali nelle aree ad alta densità. Il limite massimo stabilito a 55 decibel viene più volte superato, con picchi che raggiungono 76-80 decibel, valore che supera nettamente la soglia tollerabile in ambienti urbani abitati.
Le parole di maurice spier sul problema acustico
Maurice Spier, portavoce del comitato lazzaretto, ha sottolineato che questo livello di inquinamento acustico provoca disagio e pregiudica la qualità della vita. La questione riguarda anche gli orari di chiusura dei dehors e dei locali. Attualmente i dehors vanno chiusi entro le 2 di notte, un orario ritenuto insufficiente dai residenti, che chiedono restrizioni più severe e flessibili secondo la situazione: chiusure a mezzanotte o addirittura alle 22 in certe zone. Per giustificare queste richieste viene citata la direttiva Bolkestein, che autorizza limiti più rigidi per salvaguardare la salute pubblica.
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Il contenzioso legale tra il comitato lazzaretto e il comune di milano
Il comitato lazzaretto ha intrapreso una causa legale contro il Comune di milano proprio riguardo alla gestione della movida e alla tutela dei residenti. Maurice Spier ha spiegato che il procedimento è tuttora in corso e che si attendono sviluppi entro il 2026. La questione centrale riguarda la sicurezza e il benessere dei cittadini esposti ad un disturbo continuo e spesso non gestito in modo adeguato dall’amministrazione comunale.
Azione legale come extrema ratio
Il ricorso giudiziario rappresenta una via estrema per i comitati, che segnala una situazione di difficile risoluzione politica. L’azione legale mira a far rispettare tutele già previste dalla legge, ma spesso disattese nelle aree più affollate di milano, dove locali e turisti si concentrano fino a tarda notte. I residenti chiedono un impegno più concreto da parte dell’amministrazione e dei vigili urbani per limitare il caos notturno.
Le richieste dei comitati sul presidio delle forze dell’ordine e misure contro il disturbo
Un punto forte delle richieste riguarda la presenza continuativa di polizia locale e carabinieri nelle ore serali e nelle notti più frequentate. I comitati chiedono presidi fissi, per evitare assembramenti e disordini, oltre a dotare gli agenti di fonometri, strumenti per misurare i decibel e intervenire tempestivamente in caso di superamenti.
Mariangela Padalino, capogruppo di Noi Moderati in Comune, ha dichiarato che il Comune deve assicurare un controllo più rigoroso sul territorio, intervenendo non solo alla chiusura dei dehors alle 2 ma anche nel garantire lo sgombero delle strade. La presenza delle forze dell’ordine serve per non lasciare spazio a comportamenti molesti e a situazioni in cui il disturbo acustico supera i livelli consentiti, peggiorando la vivibilità dei quartieri più colpiti dalla movida.
La manifestazione davanti a palazzo marino rimarca quindi la volontà dei comitati di portare avanti la battaglia contro una gestione della movida che, per loro, sacrifica il diritto al riposo di migliaia di cittadini milanesi. Le tensioni sono alte e la discussione si protrarrà nelle prossime settimane, soprattutto con l’avvio della nuova ordinanza a fine maggio.