Protesta all'aeroporto di Capodichino: operatori sociali manifestano contro i licenziamenti

Protesta all’aeroporto di Capodichino: operatori sociali manifestano contro i licenziamenti

Proteste degli operatori sociali a Napoli contro i licenziamenti dell’ASL, che minacciano il welfare e l’assistenza per migliaia di persone vulnerabili, richiedendo attenzione urgente alla crisi socio-economica.
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Protesta all'aeroporto di Capodichino: operatori sociali manifestano contro i licenziamenti - (Credit: www.ansa.it)

La situazione degli operatori sociali in Italia sta suscitando preoccupazione, in particolare dopo l’annuncio di licenziamenti da parte dell’ASL Napoli 1. Presso l’aeroporto di Capodichino, un gruppo di operatori del gruppo Gesco ha avviato una manifestazione di protesta, esponendo striscioni e distribuendo volantini per sensibilizzare il pubblico e i viaggiatori su questa delicata situazione. Con un contratto che scadrà ben 14 mesi prima del previsto, questa crisi potrebbe avere gravi ripercussioni sul welfare e sull’assistenza nelle comunità locali.

Il contesto della protesta

Negli ultimi giorni, gli operatori sociali della Gesco hanno lanciato una serie di iniziative di protesta contro la decisione di interrompere i contratti di lavoro per circa trecento operatori socio-sanitari. Tale misura, prevista dall’ASL Napoli 1, è stata ampiamente criticata poiché colpisce un settore già provato dalla pandemia e dalla crisi socio-economica. Gli oss, o operatori socio-sanitari, sono professionisti che hanno dedicato anni della loro vita ad assistere le persone vulnerabili, comprese le persone anziane, i malati cronici e le persone con disabilità.

La scelta di ridurre il personale mette in discussione la sostenibilità dei servizi di assistenza già in essere. La protesta in aeroporto ha rappresentato un tentativo di portare la situazione all’attenzione di un pubblico più ampio, utilizzando una location con un elevato afflusso di persone. I manifestanti hanno offerto volantini tradotti in inglese, cercando di raggiungere non solo i cittadini italiani ma anche i turisti, ribadendo che la crisi del welfare è un problema che trascende i confini nazionali.

Messaggi e simbolismo degli striscioni

Durante la manifestazione, i manifestanti hanno esibito striscioni che richiamavano la bellezza di Napoli, menzionando luoghi iconici come Castel dell’Ovo, il Maschio Angioino, il Golfo e il Vesuvio. Questo forte messaggio visivo sottolineava un contrasto tra la bellezza della città e la vergogna del deterioramento dei servizi sociali. Il testo degli striscioni mirava a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà socioeconomica che colpisce gran parte della popolazione, nonostante il fascino indiscutibile della città.

Inoltre, l’inserimento della frase “Il welfare: la vergogna di Napoli” serve a stimolare una riflessione più approfondita sulle responsabilità politiche e sulle scelte amministrative che hanno portato a questa crisi. Il welfare è un tema cruciale non solo a Napoli, ma in tutta Italia, e la protesta degli operatori sociali rappresenta una richiesta di attenzione urgente e necessaria per garantire una rete di supporto adeguata per i più vulnerabili.

Richieste degli operatori sociali

In una nota ufficiale indirizzata ai media, il gruppo Gesco ha evidenziato la propria preoccupazione rispetto alla decisione dell’ASL Napoli 1 Centro, insistendo sulla necessità di rivedere questa scelta. Gli operatori sociali chiedono non solo il ripristino del contratto, ma anche una maggiore considerazione per il lavoro svolto negli ultimi trent’anni. Questo personale, infatti, ha fornito supporto e assistenza a diverse categorie di pazienti, tra cui malati di Alzheimer, persone con patologie psichiche e tossicodipendenti.

La lettera critica dell’ASL, che ha deciso di ridurre il personale, evidenzia le conseguenze dirette di tale scelta: non solo il licenziamento di 300 operatori sociali, ma anche l’abbandono di migliaia di assistiti che, a partire dal 31 ottobre, potrebbero trovarsi privi del supporto necessario. Queste condizioni creano una situazione di vulnerabilità per le famiglie, per le quali l’assistenza sociale rappresenta un supporto fondamentale nella vita quotidiana.

La manifestazione di Capodichino non è quindi solo un atto simbolico, ma un appello urgente a ripensare la gestione del welfare e a garantire un futuro dignitoso per gli operatori e per coloro che dipendono dai loro servizi vitali.

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