La questione del turismo sulle isole Canarie torna al centro dell’attenzione con una nuova mobilitazione a Tenerife. Domenica scorsa, un gruppo consistente di persone si è radunato per manifestare contro gli effetti negativi del turismo di massa sull’ambiente e sulla qualità della vita degli abitanti. Le proteste mettono in evidenza criticità crescenti legate al modello turistico attuale e chiedono un cambiamento verso un turismo più sostenibile e attento alla comunità locale.
La manifestazione a tenerife per un turismo sostenibile
La protesta è stata convocata dal collettivo “Le Isole Canarie hanno un limite”, attivo nella sensibilizzazione sui problemi causati dal turismo incontrollato. L’evento di domenica ha visto la partecipazione di centinaia di manifestanti, decisi a portare in piazza le proprie richieste davanti alle autorità. Lo scopo principale era evidenziare come il turismo di massa stia mettendo sotto pressione l’ambiente naturale e le risorse delle isole. I partecipanti chiedono politiche che favoriscano forme di turismo che rispettino il territorio e diano benefici reali alla popolazione locale.
Le problematiche ambientali e sociali
Gli organizzatori hanno dichiarato che i numeri attuali del turismo superano la capacità sostenibile dell’arcipelago, compromettendo la qualità dell’aria, dell’acqua e degli spazi pubblici. Diverse voci presenti alla manifestazione hanno riportato un senso di impotenza, chiedendo una maggiore consapevolezza e l’adozione di misure più rigorose per limitare l’impatto negativo del turismo. La protesta ha avuto luogo in un contesto già segnato da tensioni crescenti e richieste analoghe avanzate nelle settimane precedenti.
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I dati turistici 2024 e le ripercussioni per la popolazione locale
Secondo i dati raccolti dall’Istituto di Statistica delle Isole Canarie, nel 2024 quasi 18 milioni di visitatori hanno raggiunto la regione. Questo numero rappresenta un incremento rispetto agli anni passati e sottolinea come il turismo sia uno dei principali fattori economici locali. Tuttavia, nonostante l’alto afflusso, molti residenti denunciano la mancanza di vantaggi diretti per la vita quotidiana.
Difficoltà per le comunità locali
I prezzi delle abitazioni nelle zone più turistiche sono aumentati notevolmente, rendendo difficile per le famiglie locali trovare soluzioni abitative alla portata di mano. Il sovraccarico di trasporti, infrastrutture pubbliche e servizi ha creato disagi frequenti, aggravando il traffico e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. La pressione sul territorio naturale si manifesta con fenomeni di degrado urbano e ambientale, elementi che mettono a rischio anche il futuro di un turismo di qualità.
Le associazioni che lavorano sul territorio segnalano come il beneficio economico non si traduca in un miglioramento reale delle condizioni di vita degli isolani. Si evidenzia, inoltre, un aumento dell’inquinamento e una crescente difficoltà nel bilanciare le esigenze turistiche con quelle degli abitanti, soprattutto nelle stagioni di picco.
Le proteste precedenti e il clima di malcontento nell’arcipelago
L’ultimo evento di aprile ha portato in strada decine di migliaia di persone provenienti da tutta la regione. Le manifestazioni di quel periodo avevano richiesto più attenzione alle questioni ambientali e un diverso approccio al turismo, temi che continuano a emergere come urgenti ancora oggi. La ripetizione delle proteste testimonia un malessere diffuso e crescente fra la popolazione, spinta a chiedere un cambiamento che dia priorità alla tutela delle risorse locali.
Richieste e tensioni
Il collettivo promotore sostiene che è necessario mettere un “limite” alle politiche di espansione turistica incontrollata. La crescente partecipazione alle proteste indica un desiderio condiviso di vedere affrontate le criticità legate alla pressione dei visitatori. Lo scenario attuale vede una tensione fra le esigenze economiche, che premiano l’afflusso di turisti, e le richieste della comunità locale, che soffre le conseguenze sociali e ambientali.
Gli operatori pubblici e privati sono chiamati a confrontarsi con questi segnali di dissenso. La mobilitazione del 2025 rende evidente che la questione non può più essere sottovalutata, anche alla luce delle pressioni che il turismo può esercitare su un territorio limitato come quello delle Canarie. L’attenzione rimane alta, mentre la regione cerca un equilibrio fra sviluppo economico e salvaguardia del proprio ambiente.