La chiusura totale della statale 80 in provincia di pescara, prevista per i lavori di messa in sicurezza del ponte di paladini, ha scatenato una forte mobilitazione di residenti e amministratori locali. La decisione di anas ha alimentato proteste che coinvolgono oltre quattrocento persone, preoccupate per le conseguenze sull’economia e la viabilità della montagna. Il partito democratico regionale ha preso posizione a favore della comunità, sottolineando la necessità di una gestione più attenta e responsabile degli interventi infrastrutturali nei territori interni.
Le ragioni della mobilitazione e la protesta popolare
Il 2025 ha visto accendersi a paladini, frazione montana di pescara, una delle manifestazioni spontanee più significative degli ultimi anni. Più di quattrocento abitanti sono scesi in strada per esprimere il loro dissenso contro l’interruzione totale della statale 80 decisa da anas. La strada rappresenta l’unico asse viario che collega diverse comunità, fondamentale per la mobilità quotidiana e per l’accesso ai servizi delle zone interne.
Difesa del diritto e tutela del tessuto sociale
I partecipanti hanno fatto sentire la loro voce per difendere non solo il diritto a muoversi liberamente ma anche per tutelare il lavoro e il tessuto sociale di un’area fortemente penalizzata da spopolamento e riduzione dei servizi. La chiusura della statale avrebbe effetti gravi soprattutto sul sistema turistico locale, che vive di flussi stagionali concentrati nella bella stagione. In assenza di vie alternative, gli abitanti temono un deperimento economico e sociale che renderebbe ancora più difficile la vita in montagna.
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Questa mobilitazione è stata anche un segnale di allarme rivolto alle istituzioni, visto che la protesta non si limita a criticare i disagi momentanei, ma mette in luce una questione più ampia: il modo in cui vengono gestite le infrastrutture nelle aree interne, troppo spesso trascurate o trattate come marginali.
La posizione del partito democratico e le richieste rivolte alle istituzioni
Daniele Marinelli, segretario regionale del partito democratico, ha espresso pieno sostegno ai cittadini e alle amministrazioni locali coinvolte nella protesta. Ha ribadito che il partito riconosce la necessità di effettuare lavori di messa in sicurezza sui ponti e sulle strade, ma ha criticato la decisione di chiudere completamente la statale 80 senza un piano alternativo.
“La scelta di bloccare totalmente la strada proprio durante la stagione estiva appare poco lungimirante,” ha affermato Marinelli. Per le aree montane questa stagione è cruciale perché permette il mantenimento delle attività turistiche e commerciali, unico periodo in cui le economie locali trovano respiro. Il segretario ha suggerito che sarebbe stato possibile prevedere un intervento più graduale o trovare soluzioni temporanee per garantire almeno un passaggio parziale.
Il partito democratico ha chiamato la regione abruzzo, anas e il governo a tornare sui propri passi e a considerare le richieste arrivate da sindaci, lavoratori e cittadini. La mobilitazione civica mostra una comunità viva e determinata a difendere il proprio territorio. L’appello è a non lasciare indietro territori che soffrono già le difficoltà legate allo spopolamento e al taglio dei servizi essenziali.
Criticità nella gestione delle infrastrutture montane
Le aree montane di pescara e più in generale dell’abruzzo affrontano da anni una riduzione progressiva dei servizi e un costante calo della popolazione, fenomeni che mettono in crisi la loro sopravvivenza. Le infrastrutture stradali sono un elemento vitale per queste comunità, legate all’accessibilità di luoghi di lavoro, scuole, strutture sanitarie e alle attività turistiche.
La chiusura della statale 80 rappresenta un duro colpo in questo contesto. Senza un piano alternativo i disagi per chi vive in montagna rischiano di essere insopportabili. Impossibilità di raggiungere i luoghi di lavoro, difficoltà nel trasporto di merci e la mancanza di collegamenti per i turisti sono problemi che aggravano la crisi economica e sociale.
La richiesta di una pianificazione attenta
Gli esperti e gli amministratori locali chiedono maggiore attenzione nella pianificazione degli interventi infrastrutturali. Per minimizzare l’impatto sui territori interni servirebbero programmazioni dettagliate, con viabilità alternative e lavori realizzati per fasi, per non bloccare completamente un’area. Va considerato che le zone montane non possono essere trattate come marginali, ma vanno viste come territori che richiedono un equilibrio tra tutela ambientale, esigenze della popolazione e sviluppo economico.
Chi si oppone alla chiusura rigida della strada sostiene che si sarebbero potute trovare soluzioni più flessibili, garantendo allo stesso tempo sicurezza e accesso alle aree. Nessun sacrificio dovrebbe mettere a rischio il tessuto sociale e produttivo di queste comunità.
Sguardo al futuro e speranze di dialogo con le istituzioni
La protesta ha acceso un dibattito sulla gestione delle emergenze infrastrutturali nelle province interne abruzzesi. La mobilitazione popolare ha dimostrato la forza della comunità e la volontà di far valere diritti fondamentali come la mobilità e il lavoro. Il partito democratico si è impegnato a sostenere questa richiesta di ascolto e a portare avanti la battaglia per una maggiore attenzione verso i territori fragili.
Le istituzioni locali e nazionali sono state sollecitate a ripensare i loro piani, garantendo almeno un confronto con le comunità coinvolte prima di imporre scelte drastiche come la chiusura totale di una strada strategica. L’idea è trovare forme di intervento più sostenibili, che non penalizzino chi già deve affrontare difficoltà ambientali e sociali.
L’episodio di paladini rappresenta un caso emblematico, che potrebbe servire da monito per evitare in futuro decisioni unilaterali senza un’adeguata valutazione delle ricadute. Solo così si può sperare di mantenere un equilibrio accettabile tra sicurezza delle infrastrutture e sopravvivenza delle comunità di montagna.