Proroga sui requisiti per centri anti-violenza e case rifugio: misure e tensioni in governo e regioni

Proroga sui requisiti per centri anti-violenza e case rifugio: misure e tensioni in governo e regioni

Il governo italiano proroga l’applicazione dei nuovi requisiti per i Centri Anti-Violenza e le Case rifugio, evitando chiusure immediate e avviando un confronto con Regioni e associazioni per soluzioni condivise.
Proroga Sui Requisiti Per Cent Proroga Sui Requisiti Per Cent
Il governo italiano sta valutando una proroga e una possibile revisione dei nuovi criteri per i Centri Anti-Violenza e le Case rifugio, per evitare la chiusura di molte strutture e garantire continuità nei servizi alle donne vittime di violenza. - Gaeta.it

Il governo italiano affronta in questi giorni una questione delicata riguardante i Centri Anti-Violenza e le Case rifugio per le donne vittime di violenza. Alla base della discussione c’è la proroga concessa dalla ministra Eugenia Roccella sull’entrata in vigore di nuovi criteri più restrittivi, previsti dall’intesa tra Stato e Conferenza Unificata. Le modifiche rischiano di far perdere posti letto importanti e di causare la chiusura di strutture fondamentali nella rete di assistenza territoriale. L’incontro odierno dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne si è concentrato su questo nodo cruciale, che il Ministero per le pari opportunità cerca di gestire coinvolgendo Regioni e associazioni.

Riunione dell’osservatorio nazionale e proroga per i nuovi requisiti

Il 15 aprile 2025, alla presenza della ministra Eugenia Roccella, si è svolto un incontro dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne presso il Dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio. Questo organismo è stato ampliato includendo alcune associazioni segnalate dalle Regioni, con l’obiettivo di favorire un confronto più ampio e diretto sulle problematiche che riguardano i Centri Anti-Violenza e le Case rifugio.

Il motivo centrale del dibattito è rappresentato dalla scadenza imminente della proroga concessa proprio dalla ministra per l’entrata in vigore dei nuovi requisiti, definiti alla fine della scorsa legislatura tramite un’intesa tra Stato e Conferenza Unificata. Questi standard, più severi rispetto al passato, mirano a migliorare la qualità dei servizi offerti, ma rischiano di escludere molte strutture attive nel sistema di tutela. Le indicazioni del ministero sottolineano la funzione strategica di questa proroga, che permette di gestire con calma le modifiche senza interrompere l’operatività dei centri e delle case attuali.

Impatto sui centri e sulle case rifugio

Secondo i dati raccolti e le segnalazioni regionali, l’istituzione dei nuovi requisiti comporterebbe una riduzione significativa delle opportunità di accoglienza nella rete italiana anti-violenza. Si stima che si perderebbe il 15% delle possibilità di accesso ai Centri Anti-Violenza e addirittura il 41% dei posti disponibili nelle Case rifugio. Queste percentuali si tradurrebbero nella chiusura di molte sedi oggi operative, con conseguenze dirette sulle donne che cercano protezione e sostegno.

Ipotesi di revisione e posizioni divergenti tra governo e associazioni

Il calo interessa soprattutto le strutture di dimensioni più contenute o con criteri organizzativi non ancora allineati agli standard aggiornati. Il rischio è che gran parte del sistema territoriale, che garantisce interventi tempestivi e vicinanza alle vittime, si sgretoli lasciando molte persone senza supporto adeguato. Di fronte a questi numeri, il governo ha deciso di bloccare temporaneamente l’applicazione delle nuove regole fino a settembre 2025, allargando i tempi per trovare soluzioni sostenibili e condivise.

Per evitare la chiusura massiccia dei centri, il governo ha proposto una revisione dell’intesa tra Stato e Conferenza Unificata. L’idea è mantenere i nuovi standard, ma con una versione adattata che consenta di salvare le realtà già attive, garantendo la continuità dei servizi. Questa proposta è frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto enti locali e associazioni durante gli ultimi mesi.

Posizioni delle associazioni e confronto con il ministero

All’incontro dell’Osservatorio sono emerse posizioni diverse tra i soggetti coinvolti. Alcune associazioni chiedono modifiche più sostanziali o una revisione più lenta dei criteri, altre mostrano cautela nel compromesso proposto. Il ministero ha quindi stimolato la raccolta di ulteriori proposte scritte per permettere un confronto più ampio e dettagliato. L’obiettivo è trovare un accordo che bilanci qualità degli standard e tutela del sistema di accoglienza.

Se entro la scadenza prevista non dovessero emergere soluzioni condivise, il governo ha annunciato un intervento diretto per evitare la chiusura dei servizi territoriali. Questo impegno vuole garantire che le donne vittime di violenza continuino ad avere luoghi protetti e assistenza concreta, evitando vuoti nell’offerta di supporto.

La questione rimane aperta, ma prosegue il dialogo tra istituzioni e associazioni con l’intento di definire norme efficaci senza compromettere la rete di accoglienza. Il confronto si concentrerà soprattutto sul trovare un equilibrio tra rigore normativo e realtà operative sul territorio, per non perdere risorse fondamentali per le donne in difficoltà.

Change privacy settings
×