Negli ultimi anni, la Sardegna ha registrato un declino demografico che allarma istituzioni e comunità locali. La popolazione continua a ridursi con un saldo negativo tra nascite e decessi. Per dare una risposta organica a questa situazione, il gruppo Uniti per Todde ha presentato in Consiglio regionale una proposta di legge che riunisce in un unico testo diverse iniziative a favore delle famiglie. L’obiettivo è sostenere la natalità e migliorare la coesione sociale e lavorativa delle famiglie sarde. La Sardinia Family prende spunto da modelli già collaudati, come quello della provincia di Trento.
Obiettivi della proposta sardinia family per il sostegno alle famiglie
La Sardinia Family è stata ideata per affrontare il calo demografico e il sovraccarico di alcuni servizi rivolti alla famiglia. I consiglieri Sebastian Cocco, Giuseppe Frau e Valdo Di Nolfo hanno sottolineato la necessità di superare interventi frammentati e disomogenei, affidati solo alla sensibilità degli enti locali o ad associazioni. La proposta incoraggia un approccio sistematico, con un quadro normativo chiaro a livello regionale.
Dati demografici recenti e impatti sociali
Secondo i dati presentati a inizio 2025, l’isola ha perso 8.300 residenti soltanto nell’ultimo anno, una cifra pari alla popolazione di una città media come Macomer. Nel 2023, i nuovi nati sono stati poco più di 7 mila, mentre i decessi hanno superato 18 mila. Questa differenza contribuisce a un progressivo invecchiamento della popolazione e a problemi economici legati anche all’ecosistema sociale.
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Il capogruppo Sebastian Cocco ha evidenziato che “la famiglia deve tornare a essere considerata centro pulsante per la crescita economica e sociale, non solo un fruitore di servizi sociali.” Questo cambia la prospettiva su cui costruire interventi mirati e coerenti, fatti su misura delle specifiche esigenze locali.
Modello trentino e cabina di regia per un sistema più coordinato
La Sardinia Family prende ispirazione da quanto fatto dalla Provincia Autonoma di Trento, che dal 2016 ha un protocollo di intesa chiamato Family audit, firmato insieme allo Stato. Questo ha permesso di mettere insieme una serie di misure volte a sostenere la famiglia in modo unitario, con un sistema di coordinamento e controllo.
Anche Sardegna interesse aveva mostrato interesse verso questo modello già nel 2018. Allora la giunta Pigliaru aveva firmato un accordo di collaborazione per provare a realizzare obiettivi simili. Oggi, la proposta di Uniti per Todde punta a fare un ulteriore passo avanti e a inserire questo modello nel contesto sardo, adattandolo alle specificità dell’isola.
Cabina di regia regionale come fulcro operativo
Il punto cruciale è l’istituzione di una cabina di regia regionale, capace di fare ordine tra i tanti interventi sparsi e coordinare finanziamenti e programmi. L’esperienza trentina, importata dal modello tedesco, dimostra che associare strategie e risorse sotto un’unica guida porta a risultati concreti. Per la Sardegna questo potrebbe evitare sprechi e potenziare l’efficacia delle iniziative.
Finanziamenti e strumenti pensati per le famiglie sarde
Secondo i firmatari della proposta, la Sardegna già oggi destina circa 60 milioni di euro all’anno, andando a coinvolgere risorse europee, statali e regionali. Questi fondi però sono distribuiti in modo dispersivo e a volte difficile da monitorare per chi ne ha bisogno.
La proposta norma, composta da 12 articoli, introduce diverse misure concrete. Saranno creati i cosiddetti Distretti per le famiglie, aree territoriali cui si affidano compiti di coordinamento locale e implementazione dei servizi. In parallelo verrà attivato uno sportello unico per cittadini e famiglie. Questo diventerebbe un punto di riferimento dove ottenere informazioni, segnalare bisogni e accedere più facilmente ai servizi offerti.
Inoltre, la Sardinia Family prevede la Carta sarda per le famiglie. Chi la possiede potrà usufruire di agevolazioni e sconti sulle tariffe per beni e servizi, con l’intento di alleggerire il carico economico che spesso limita le scelte familiari. Questo strumento, oltre a supportare l’equilibrio economico, incoraggerà forme di partecipazione sociale e culturale più diffuse tra i nuclei familiari.