Proporre il cinema italiano nei programmi scolastici per raccontare l'identità nazionale con la commedia

Proporre il cinema italiano nei programmi scolastici per raccontare l’identità nazionale con la commedia

Il Festival internazionale del cinema Pompei rilancia il dibattito sul ruolo del cinema italiano nella scuola, evidenziando l’importanza di modelli positivi e la lotta alla camorra attraverso film come Fortapàsc.
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Il Festival internazionale del cinema Pompei ha rilanciato il dibattito sull’inserimento del cinema italiano, in particolare della commedia all’italiana, nei programmi scolastici come strumento di formazione culturale e sociale, con un focus su legalità e identità giovanile in territori complessi come la Campania. - Gaeta.it

Negli ultimi giorni il dibattito sul ruolo della scuola e sulla presenza di certi classici nei programmi scolastici è tornato d’attualità grazie a una proposta lanciata durante il Festival internazionale del cinema Pompei. Enrico Vanzina ha ipotizzato di ridurre l’orario dedicato ai Promessi sposi per inserire un’ora di studio dedicata al cinema italiano, in particolare alla commedia all’italiana. L’idea nasce dall’intento di valorizzare quei film che, attraverso grandi registi, hanno narrato l’identità del paese con ironia e leggerezza, offrendo un racconto di cultura accessibile alle nuove generazioni.

Cinema pompei e il confronto sul ruolo del cinema nella formazione dei giovani

Durante la seconda giornata del festival, Marco Risi, direttore artistico, ha introdotto la proiezione di Fortapàsc, un film che racconta la dura realtà della lotta alla camorra negli anni ’80. L’evento ha visto protagonisti studenti e appassionati, intenti a riflettere sul peso che cinema e fiction hanno nell’influenzare le percezioni e i comportamenti dei giovani, soprattutto in territori segnati da criminalità organizzata e illegalità. Il dibattito ha evidenziato la necessità di utilizzare il mezzo cinematografico non solo come denuncia ma anche come elemento di esempio positivo, capace di proporre modelli di vita differenti e di evitare la spettacolarizzazione di azioni criminali.

Un contributo da un ex attore della serie mare fuori

Un contributo interessante è arrivato da Giuseppe Coppola, ex attore della serie Mare fuori. Coppola, originario di Gragnano, ha spiegato di aver rinunciato a una parte in cui avrebbe interpretato un personaggio negativo legato al mondo della camorra. La sua decisione nasce dalla volontà di rappresentare storie autentiche ma anche motivanti, che raccontino la realtà attraverso ottiche differenziate e non riducano il territorio a un semplice “marchio di camorra”. Questo approccio è stato accolto con favore dal pubblico presente, che ha riconosciuto nel lavoro di registi come Marco Risi una spinta culturale rilevante, anche se il cambiamento sociale atteso a seguito di film come Fortapàsc fatica ancora a realizzarsi pienamente nella vita quotidiana.

Il cinema come strumento per promuovere legalità e consapevolezza

Le testimonianze degli studenti del liceo delle scienze umane E. Pascal di Pompei hanno sottolineato come, prima della visione del film, molti ignorassero la complessità e la violenza del proprio territorio negli anni ’80. La discussione ha poi spostato l’attenzione sull’importanza di narrare anche le esperienze di chi opera per la legalità, contro i meccanismi criminali. È emersa la necessità di evitare la glorificazione dei personaggi che incarnano la malavita, per non alimentare un modello sbagliato tra i più giovani.

Dettagli sul prossimo progetto di marco risi

Marco Risi ha aggiunto dettagli sul suo prossimo progetto cinematografico: una storia che racconta la vita di una ragazza dell’Est Europa, che dopo una transizione di genere torna in Ucraina per aggiornare i documenti ma resta coinvolta nella guerra e nei conflitti al fronte. Il regista ha dichiarato che nonostante la bellezza e la forza del racconto, finora non è stato possibile portarlo sul grande schermo. Al termine della giornata, Risi ha ricevuto un premio alla carriera consegnato da Annarita Borelli, presidente del festival, un riconoscimento che testimonia la sua lunga attività e il contributo alla cinematografia italiana.

Il confronto del Festival internazionale del cinema Pompei spinge a riflettere sul valore sociale e culturale del cinema all’interno della scuola e nella formazione dell’identità collettiva dei giovani, cercando di bilanciare racconto storico e necessità di modelli positivi in un territorio con una realtà complessa come quella campana.

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