Con l’avvicinarsi del conclave 2025, cresce l’interesse attorno alla scelta del nuovo papa. Al di là degli addetti ai lavori, un pubblico ampio si diverte a ipotizzare nomi e strategie. Si sviluppa così un fenomeno dove il sacro e il profano si mescolano, dando vita a giochi di pronostico e scommesse che coinvolgono anche chi non segue abitualmente le dinamiche vaticane.
L’interesse del grande pubblico e le dinamiche del toto papa
Per molti, la scelta del nuovo Pontefice assume le sfumature di un evento mediatico globale, capace di attirare l’attenzione anche di chi non frequenta la Chiesa o non segue la politica vaticana. In questo contesto emergono tendenze diverse. C’è chi punta sulla nazionalità, preferendo un papa italiano, africano o asiatico. Altri cercano di inserire la questione in categorie politiche, optando per un progressista o un conservatore sul modello dei partiti europei.
Spesso invece la preferenza nasce da un giudizio istintivo, basato sull’immagine pubblica di alcuni cardinali che sembrano più adatti al ruolo di ponte tra fede e popolo. Questo fenomeno, definito informalmente “toto papa”, si diffonde soprattutto tra giornalisti non specializzati e il pubblico generalista. Lo sappiamo, un evento così solenne e riservato, celebrato nella Cappella Sistina, si trasforma in qualcosa di simile a un gioco o una scommessa amatoriale, che alleggerisce la tensione e consente un coinvolgimento popolare.
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Il senso del fanta papa tra gioco e rispetto religioso
Il “fanta papa” richiama meccanismi simili al fantacalcio o ai giochi ispirati a eventi culturali come Sanremo. Qui si raccolgono nomi di cardinali noti — ad esempio Zuppi, Parolin, Tagle, Pizzaballa e Ambongo Besungu — trasformati in “star” da pronostico. Il gioco prende piede in bar, uffici e redazioni, con liste di papabili che si aggiornano di giorno in giorno.
Tuttavia questa modalità suscita anche qualche imbarazzo nei credenti più osservanti. La scelta del pontefice è infatti un rito di preghiera e riflessione, scandito da momenti di profondo raccoglimento. Vederla ridotta a caccia al pronostico o a tifo da stadio può far sembrare l’atmosfera meno solenne e quasi irriverente. Molti fedeli preferiscono mantenere un rispetto rigoroso per la funzione spirituale dell’evento, staccando dalla viralità dei giochi popolari.
Scommesse vietate in italia e boom all’estero
In Italia, le vere scommesse sul conclave restano vietate. Un decreto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli esclude infatti dagli eventi quotati gli eventi religiosi, per evitare conflitti etici e culturali. Di conseguenza, il fenomeno del fanta papa si limita principalmente al gioco amatoriale, non autorizzato.
Sul mercato internazionale la situazione è diversa. Nei bookmaker stranieri arrivano puntate su chi sarà eletto e su altri dettagli del conclave, comprese le date e il nome che il nuovo pontefice potrebbe scegliere. La vigilia del conclave vede salire le quote su personaggi come il cardinale Pietro Parolin, favorito con il 32% delle puntate, seguito da Luis Antonio Tagle al 16%. Quote fluttuanti registrano anche il cardinale Mario Grech, la cui percentuale è scesa da 42 a 20 nel giro di una settimana.
Gli scommettitori puntano pure sul giorno dell’annuncio: la fumata bianca attesa per l’8 maggio è favorita sul 9 o sul 10 maggio, mentre l’ipotesi di elezione al primo scrutinio risulta più remota. Nei paesi anglosassoni, più precisa e articolata la proposta sul nome papale: Francesco è dato favorito, seguito da Giovanni, Giovanni Paolo e Benedetto, ciascuno con quote diverse.
Il conclave non è solo gioco: trattative e interessi strategici
Dietro il velo dei pronostici e delle scommesse esiste un’altra realtà meno visibile. Il conclave rimane un momento complesso, dove si intrecciano trattative intense. I cardinali devono superare divisioni, trovare compromessi e formare coalizioni per raggiungere la maggioranza necessaria all’elezione.
Si tratta di un gioco politico-diplomatico intricato, che include il confronto tra diverse posizioni ecclesiali e una gestione attenta di interessi e aspirazioni personali. La formula tradizionale “chi entra papa, esce cardinale” rimane valida come monito sulla natura transitoria del ruolo e sulle dinamiche di potere interne alla Chiesa. Probabilmente, dietro il velo apparentemente casuale delle puntate popolari, si nasconde un confronto molto più complesso di alleanze e strategie, capace di decidere davvero le sorti della guida di oltre un miliardo di fedeli nel mondo.