La gestione dei fondi strutturali europei previsti per il periodo 2021-2027 mostra un ritmo di avanzamento modesto, a oltre tre anni dall’inizio della programmazione. Le cifre aggiornate al 28 febbraio 2025 delineano un quadro in cui la programmazione e la spesa effettiva faticano a decollare, con segnali di rallentamento che interessano sia i programmi regionali che quelli nazionali. Questi dati emergono da un monitoraggio realizzato dal servizio Lavoro, coesione e territorio della Uil, che ha analizzato l’attuazione delle politiche di coesione europee in Italia.
Andamento generale dei fondi strutturali europei
Il totale dei fondi strutturali previsti per il settennato 2021-2027 ammonta a 74,9 miliardi di euro. La programmazione effettiva ha raggiunto appena il 17,97%, corrispondente a circa 13,5 miliardi. La spesa, che misura l’effettivo utilizzo delle risorse, si ferma al 5,04%, circa 3,8 miliardi di euro. Questo divario tra programmazione e spesa evidenzia come gran parte delle risorse ancora non sia stata concretamente destinata a progetti o interventi sul territorio. La lentezza nel processo di implementazione si riflette sulla capacità reale di generare impatti economici e sociali, rallentando anche gli effetti che questi fondi potrebbero avere in termini di sviluppo e coesione.
Situazione specifica dei programmi regionali e nazionali
Un approfondimento sulle categorie di programmi mostra differenze importanti tra i programmi regionali e quelli nazionali. I programmi regionali, con uno stanziamento di 48,3 miliardi di euro, hanno raggiunto il 18,93% di programmazione, pari a 9,1 miliardi circa; mentre la spesa effettiva è al 6,21%, cioè intorno a 3 miliardi. Questo segmento rappresenta la parte più consistente dei fondi, e anche qui la spesa resta decisamente bassa rispetto alle potenzialità. I programmi nazionali, in carico alle amministrazioni centrali, gestiscono 26,5 miliardi di euro. Su questa somma, risultano impegnati 4,3 miliardi e la spesa effettiva non supera il 2,91%, circa 772 milioni di euro. Il divario tra impegni e spesa effettiva nei programmi nazionali è ancora più accentuato, segnalando rallentamenti burocratici e difficoltà nell’avanzamento dei lavori.
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Richiami e indicazioni dalla Uil per accelerare la spesa
Il commento della segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, sottolinea l’urgenza di imprimere una svolta nell’utilizzo dei fondi europei. Veronese evidenzia la necessità di attivare rapidamente tutte le procedure indispensabili per aumentare tanto la velocità quanto la qualità della spesa. Il concetto di “addizionalità delle risorse” viene richiamato come criterio fondamentale: le risorse europee devono integrarsi con i fondi ordinari e non sostituirli, per creare un effetto complessivo di rilancio. Secondo Veronese, nel quadro economico e sociale attuale, una buona gestione di questi fondi contribuirebbe a ridurre le disparità territoriali, oltre a supportare occupazione e benessere sociale in modo tangibile e diretto.
Invito a un confronto tra governo e parti sociali
La Uil chiede inoltre che il governo apra un tavolo di confronto con le parti sociali, al fine di elaborare provvedimenti mirati ad accelerare la spesa. L’obiettivo è concentrare risorse limitate su pochi interventi strategici e di impatto. Secondo la segretaria confederale, questo approccio potrebbe agevolare un utilizzo più rapido e corretto delle risorse, che al momento appaiono distribuite e programmate senza un’effettiva concentrazione sugli obiettivi prioritari. Il confronto, come prospettato, dovrebbe coinvolgere attori istituzionali e sociali per garantire un coordinamento più efficace e superare gli ostacoli amministrativi e progettuali che rallentano l’avanzamento. In tal modo, si potrebbe dare nuova energia a una fase critica per la spesa pubblica legata ai fondi europei.