Progetto italiano per il recupero delle terre rare selezionato dall’europa nel quadro del critical raw material act

Progetto italiano per il recupero delle terre rare selezionato dall’europa nel quadro del critical raw material act

L’università dell’Aquila sviluppa un processo idro-metallurgico innovativo per il recupero di terre rare da magneti permanenti, inserito nel progetto Life Inspiree sostenuto dalla Commissione europea per materie prime critiche.
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L’Università dell’Aquila ha sviluppato un innovativo processo idro-metallurgico, senza trattamenti termici, per il riciclo sostenibile delle terre rare da magneti permanenti, supportato dalla Commissione Europea nel progetto Life Inspiree, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche e favorire l’industrializzazione in Europa. - Gaeta.it

L’università dell’Aquila ha messo a punto un processo innovativo per il recupero delle terre rare, elemento fondamentale in molti dispositivi tecnologici. Questa tecnologia è al centro di un progetto strategico italiano inserito tra i 47 selezionati dalla Commissione europea per garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche, indispensabili per la transizione energetica, la difesa e il settore aerospaziale. Il processo, privo di trattamenti termici, sfrutta un metodo idro-metallurgico e punta a migliorare il riciclo di magneti permanenti contenuti in dischi rigidi e motori elettrici.

La strategia europea per le materie prime critiche con focus sull’autonomia entro il 2030

La Commissione europea ha avviato con il Critical raw material act una strategia nazionale per ridurre la dipendenza da paesi esterni, in particolare dalla Cina, nella fornitura di materiali essenziali. L’iniziativa, operativa dal 2024, impone obiettivi specifici: coprire entro il 2030 almeno il 10% della domanda attraverso estrazione, il 40% con lavorazione e il 25% tramite riciclo.

Per facilitare questi traguardi, Bruxelles ha snellito le procedure per i permessi di miniere e impianti di lavorazione, includendo anche il trattamento dei rifiuti industriali. Questo quadro normativo mira a costruire una filiera più autonoma e integrata, fondamentale per l’industria verde e digitale, le forze armate e lo spazio.

Fra i progetti italiani scelti, quattro sono centrati sul riciclo e la lavorazione di risorse come platino, litio, rame, nichel e, appunto, terre rare da magneti permanenti. Life Inspiree rappresenta una delle risposte italiane a questa richiesta, mettendo a disposizione un processo già avviato verso le applicazioni su scala industriale.

Ruolo e impatto scientifico del gruppo di ricerca dell’università dell’aquila

Il gruppo guidato dal professor Francesco Vegliò, docente all’università dell’Aquila, ha svolto un lavoro costante nel campo del trattamento e recupero di materiali critici. Il laboratorio di processi di valorizzazione e trattamento integrato di rifiuti e reflui industriali ha accumulato oltre dieci anni di esperienza in quest’ambito.

Il team ha sviluppato e migliorato un processo di riciclo che, rispettando principi di economia circolare, consente di recuperare terre rare senza ricorrere a processi termici, più energivori. Questa svolta tecnica offre una risposta concreta alla domanda di tecnologie green e sostenibili, con applicazioni industriali capaci di ridurre sprechi e costi.

La collaborazione accademica ha favorito anche la crescita di competenze negli studenti, dall’ingegneria chimica all’ambiente e territorio, coinvolti nella ricerca e nello sviluppo di tesi legate a questi temi. Questo aspetto è cruciale per garantire una preparazione professionale adeguata alle future sfide del riciclo e dell’innovazione tecnologica in Europa.

Il progetto life inspiree e il brevetto dell’università dell’aquila

Il progetto Life Inspiree, coordinato da Itelyum Regeneration SpA, si focalizza sulla valorizzazione delle terre rare presenti nei magneti permanenti, fondamentali in numerosi strumenti elettronici e motori elettrici. L’università dell’Aquila ha brevettato un procedimento idro-metallurgico che non richiede trattamenti termici, riducendo così consumi energetici e impatto ambientale. Questa tecnica consente di separare e recuperare con efficacia gli elementi rari, preziosi per molte industrie.

L’innovazione nasce da attività di ricerca condotte dal laboratorio di Ingegneria chimica dell’ateneo, coinvolgendo un gruppo di circa quindici ricercatori specializzati. Il metodo è stato sviluppato sin dal 2018 e ha subito test e perfezionamenti su scala pilota, in collaborazione con Itelyum all’interno di precedenti progetti come NEWRE, finanziato dall’EIT Raw Materials.

L’apporto dell’università si estende anche alla formazione di studenti, coinvolti in lezioni e tesi dedicate a questi processi, garantendo così un ricambio generazionale preparato ad affrontare le sfide legate alle materie prime critiche. Il coordinamento di Itelyum ha permesso di portare il progetto verso la fase di industrializzazione, passo essenziale per integrare il procedimento nelle filiere di riciclo europee.

Lo sviluppo industriale e le prospettive del riciclo di terre rare in italia

Con Life Inspiree, il progetto italiano entra dunque nella fase di industrializzazione. L’obiettivo è applicare il processo brevettato su larga scala all’interno degli impianti di Itelyum Regeneration, contribuendo a un approvvigionamento europeo più autonomo e sostenibile.

Il sistema punta a recuperare terre rare da scarti elettronici e motori elettrici con un indice di recupero elevato e senza inquinare. Il passaggio dall’attività pilota a quella industriale rappresenta una tappa fondamentale per integrare questa tecnologia nelle filiere produttive e del riciclo europee.

La strada imboccata dimostra come la ricerca italiana possa diventare un elemento di rilievo nella sfida globale delle materie prime critiche. Il sostegno europeo e lo sviluppo locale si incrociano per far fronte a una domanda crescente di tecnologie verdi, digitali e difensive, contro la dipendenza dai mercati esterni.

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