Procura di prato indaga su possibile complice nel caso di denisa e connessioni con precedente femminicidio

Procura di prato indaga su possibile complice nel caso di denisa e connessioni con precedente femminicidio

Indagini a Prato collegano i femminicidi di Denisa e Ana Maria Andrei, con confessione dell’imputato romeno e sospetti su un possibile complice per occultamento prove e dinamiche ancora da chiarire.
Procura Di Prato Indaga Su Pos Procura Di Prato Indaga Su Pos
Due femminicidi a Prato, collegati da indizi e confessioni, sollevano sospetti su un possibile complice; le indagini proseguono per chiarire dinamiche e responsabilità. - Gaeta.it

Il caso che ha scosso Prato nei mesi scorsi ruota intorno all’omicidio di Denisa, con dettagli che hanno spinto la procura a valutare la presenza di un complice nell’episodio. Le autorità hanno scoperto elementi nuovi nell’ambito delle indagini, inclusi oggetti bruciati e collegamenti con un altro femminicidio avvenuto un anno prima. Questo ha portato a una ricostruzione più ampia degli eventi e alla luce di nuovi riscontri.

La confessione e i dubbi sulla scena del delitto

L’uomo accusato dell’omicidio di Denisa ha confessato di averla uccisa e decapitata nella stanza di un residence a Prato. Tuttavia, le indagini avrebbero mostrato un fatto cruciale: nella stanza non è stata trovata alcuna traccia di sangue, fatto che ha subito destato sospetti tra gli inquirenti. Questo dettaglio ha alimentato l’ipotesi che l’assassino potrebbe non aver agito da solo, e che dunque sia stato affiancato da un complice.

La mancanza di tracce ematiche in un luogo in cui si presume sia avvenuto il delitto rappresenta un’anomalia significativa. È possibile che il corpo della vittima sia stato spostato subito dopo l’uccisione, oppure che altre persone abbiano collaborato per pulire o occultare le prove. Le autorità stanno seguendo tutte le piste per capire come si siano svolti i fatti e per individuare eventuali altri responsabili.

Ritrovamenti al residence e collegamenti con il femminicidio di ana maria andrei

Nell’area attigua al residence dove è stato trovato il corpo di Denisa, gli investigatori hanno scoperto quattro coltelli bruciati, segno evidente di un tentativo di cancellare prove materiali. Questi oggetti, insieme ad altri indizi raccolti nella stessa zona, aggiungono un ulteriore livello di complessità al caso.

Un elemento di grande rilievo arriva dal box dove era custodita l’auto di Ana Maria Andrei, una donna uccisa un anno prima. L’auto era in possesso dello stesso uomo accusato, un cittadino romeno, che aveva mantenuto anche la scheda sim della vittima. La SIM si è attivata nuovamente la sera del 15 maggio, nello stesso lasso di tempo in cui è stato deciso il destino di Denisa.

Queste coincidenze temporali hanno spinto gli inquirenti a legare i due delitti, ipotizzando una continuità o un collegamento tra gli episodi di violenza. La custodia della SIM e dell’auto della precedente vittima rappresentano elementi chiave per la ricostruzione investigativa. Attraverso l’analisi di questi dettagli, gli agenti hanno potuto avanzare nella comprensione del quadro complessivo.

Ricostruzione investigativa e ipotesi sul coinvolgimento diretto dell’imputato

L’uomo romeno fermato ha ammesso di aver ucciso sia Ana Maria Andrei sia Denisa, confermando due femminicidi legati temporalmente e territorialmente. La confessione permette di inquadrare i fatti in una narrativa più chiara, ma al tempo stesso lascia aperte molte questioni sulle modalità con cui sono avvenuti gli omicidi.

Gli investigatori lavorano per delineare il dettaglio di ogni passo compiuto dall’imputato, dai gesti immediatamente precedenti ai delitti alla dinamica concreta in cui si sono posti. Il ritrovamento dei coltelli bruciati e della mancanza di tracce ematiche nella stanza della confessione rappresentano i nodi principali da sciogliere. Il possibile complice resta un carico investigativo importante, perché la presenza di più persone potrebbe cambiare il profilo delle responsabilità.

L’eventuale presenza di un altro soggetto potrebbe indicare una rete di complicità più ampia, che va al di là della singola azione dell’imputato. Questo aspetto è cruciale per la giustizia e per la comprensione completa delle motivazioni e dei contesti in cui si sono svolti i due delitti. Le indagini proseguono senza sosta in questo senso.

Change privacy settings
×