La morte di Harjit Singh, senzatetto indiano di 49 anni, è al centro di un’indagine della procura di Genova che ha appena chiuso le indagini preliminari. Singh è rimasto in coma per più di due anni, dopo essere stato aggredito violentemente da un altro senza fissa dimora, Giovanni Meduri, 60 anni. Il caso, suscitato dall’aggressione avvenuta nel 2022, arriverà ora in tribunale con l’accusa di omicidio volontario.
Il pestaggio e il contesto dei fatti a marassi
L’aggressione risale ad agosto 2022, in piazza Marconi nel quartiere genovese di Marassi. Gli investigatori della squadra mobile hanno ricostruito la dinamica grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Da quel che è emerso, Singh avrebbe lanciato un oggetto contro Meduri mentre erano entrambi seduti su una panchina. A quel punto Meduri si è alzato e ha iniziato a colpirlo con pugni al volto. Singh, una volta caduto a terra, è stato preso a calci ripetutamente fino all’arrivo di un altro senzatetto che ha cercato di intervenire. Nel frattempo un passante ha chiamato le volanti. Le forze dell’ordine sono arrivate rapidamente, identificando subito Meduri come aggressore.
Dinamica e reazioni immediate
Quella violenta lite tra senza fissa dimora ha avuto conseguenze gravissime, destando preoccupazione nel quartiere. La ricostruzione video ha mostrato chiaramente la violenza dell’attacco, senza che si verificassero rapidi tentativi di mediazione o aiuto immediato.
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Le perizie mediche legali e il nesso con la morte di Singh
La procura ha affidato l’autopsia al medico legale Francesco Ventura, incaricato di stabilire il rapporto tra le lesioni subite da Singh e il suo decesso. Secondo il referto, le ferite riportate durante l’aggressione hanno compromesso in modo permanente diverse funzioni vitali. La perizia evidenzia un indebolimento costante delle capacità neuro-cognitive, la perdita della funzione deambulatoria, della presa e perfino della parola. Questi danni hanno condotto Singh a uno stato di coma dal quale non si è mai risvegliato, fino alla morte, avvenuta a novembre 2024.
La relazione medica rappresenta la base per inquadrare il caso come un omicidio volontario. L’esito dell’autopsia ha convinto la procura a contestare a Meduri il reato più grave, dopo che era già stato condannato a cinque anni per lo stesso episodio di violenza.
La difesa di meduri e le perplessità sul nesso causale
L’avvocato Cristiano Mancuso Audifredi, che segue la difesa di Giovanni Meduri, ha espresso dubbi sul collegamento diretto tra l’aggressione di agosto 2022 e la morte di Singh oltre due anni dopo. A suo dire, “un intervallo così lungo tra il pestaggio e la morte rischia di far sorgere incertezze scientifiche.” Mancuso Audifredi ha affermato di voler nominare un proprio consulente, per valutare la correttezza del nesso di causalità stabilito dalla perizia ufficiale, anche se “rispetto il lavoro svolto dal medico legale incaricato dalla procura.”
Contestazioni della difesa
Il legale contesta quindi la certezza con cui si vorrebbe attribuire interamente a quell’aggressione l’esito fatale del paziente, lasciando aperto uno spazio per approfondimenti tecnici durante il dibattimento.
Il percorso giudiziario e le prospettive del caso
Con la chiusura delle indagini la procura di Genova ha ufficialmente avviato la fase processuale, chiedendo il rinvio a giudizio per Meduri con l’accusa di omicidio volontario. Il fatto che l’imputato fosse già stato condannato per la stessa aggressione rafforza la posizione dell’accusa. Nei prossimi mesi, la difesa potrà presentare osservazioni e nuove perizie.
I giudici dovranno valutare elementi medici, testimonianze, e prove video per capire se l’aggressione del 2022 sia stata direttamente responsabile della morte, tenendo in conto anche la lunga permanenza in coma. Il procedimento si svolgerà nel tribunale di Genova, e sarà seguito con attenzione vista la delicatezza della vicenda.
Focus sulla situazione dei senza fissa dimora
Il caso ha attirato l’attenzione sulla situazione dei senza fissa dimora in città, ma ora si concentra sul ruolo di Meduri e la validità degli accertamenti medici nel processo in arrivo.