In Calabria, oltre quattro coppie su cinque che necessitano di tecniche di procreazione medicalmente assistita decidono di rivolgersi a centri al di fuori della regione. Un fenomeno che si lega a un quadro complesso, fatto di risorse sanitarie, condizioni demografiche e qualità dei servizi offerti. L’argomento è stato approfondito durante il convegno “Preservazione della fertilità: strategia per far nascere il futuro”, organizzato nel 2025 dal Gatjc Fertility Center, punto di riferimento regionale per i trattamenti di Pma.
Emigrazione sanitaria nella procreazione assistita: un fenomeno radicato in calabria
Il dato relativo all’emigrazione sanitaria in Pma non è una sorpresa assoluta in Calabria. È frutto di anni di limitata copertura delle prestazioni nei livelli essenziali di assistenza . Fino a tempi recenti, poche regioni garantivano questi servizi con fondi speciali. In questo contesto, molte coppie sono costrette a cercare cliniche in altre regioni per poter accedere a trattamenti reputati necessari.
Leona Cremonese, CEO del Gatjc Fertility Center, ha spiegato che solo dall’inizio del 2025 la Pma è stata riconosciuta ufficialmente nei Lea, aprendo la strada a più ampi finanziamenti regionali. Il centro calabrese che dirige rappresenta una delle realtà più attive, fornendo più della metà degli interventi annui in regione, con circa 900 procedure ogni anno.
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Nonostante questo importante ruolo, il numero di coppie che lascia la Calabria per cercare servizi altrove rimane elevato. Un segno evidente che le risorse e i punti di accesso disponibili non soddisfano ancora completamente la domanda locale. La regione sta compiendo passi avanti che potrebbero, nel medio termine, invertire questa tendenza malgrado la sfida resti ardua.
L’inverno demografico e la crisi della fertilità: un problema oltre l’aspetto sanitario
Il fenomeno dell’emigrazione per Pma si intreccia con altre difficoltà della Calabria, in particolare la diminuzione della natalità e la migrazione giovanile. Cremonese ha paragonato questa situazione a un passaggio da un “inverno demografico a una glaciazione,” segnalando un momento critico per la tenuta sociale regionale.
Il calo delle nascite e la perdita di persone nella fascia di età fertile compromettono la capacità della regione di mantenere un equilibrio demografico funzionale. Il convegno organizzato annualmente dal Gatjc riunisce esperti di vari ambiti proprio per affrontare una questione che non coinvolge solo la sanità, ma scuole, istituzioni e comunità.
La diffusione della cultura della fertilità e della sua preservazione è considerata indispensabile per preparare il terreno a nuovi nati. Il momento medio in cui oggi si cerca di avere un figlio si è spostato verso i 40 anni, un’età che limita fortemente le probabilità di concepimento naturale o assistito. Mettere insieme le varie professionalità e settori aiuta a disegnare strategie capaci di restituire prospettive a questi territori.
Intelligenza artificiale e tecniche di pma: miglioramenti tra scelta degli embrioni e conservazione
La medicina legata alla fertilità riceve un impulso concreto da nuove tecnologie. Giacomo Tripodi, direttore sanitario del Gatjc, ha sottolineato il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale nelle procedure di Pma. In particolare, aiuta nella selezione degli embrioni più idonei all’impianto, analizzando modalità e tempi di divisione cellulare.
Anche le tecniche di congelamento degli embrioni e di preservazione della fertilità procedono a piccoli ma rilevanti passi avanti. Non si tratta più di sole persone con malattie oncologiche ma anche di chi sceglie di posticipare la genitorialità.
La crioconservazione di ovociti e liquido seminale permette di mantenere intatte le possibilità di concepire in futuro. Il consiglio è di utilizzare queste tecniche prima dei 35 anni per le donne, mentre negli uomini pesa meno l’età e conta di più un controllo tempestivo della qualità del seme.
Qualità del liquido seminale e stili di vita: fattori determinanti per la fertilità maschile
I problemi di infertilità colpiscono in egual misura uomini e donne. Tripodi richiama di frequente l’importanza dello stile di vita maschile. Abitudini come alcol, fumo e uso di droghe hanno effetti negativi, analogamente a diversi aspetti dell’alimentazione.
Un dato che emerge sempre più spesso durante le analisi riguarda la presenza di nano plastiche nel liquido seminale. Questa contaminazione rappresenta un problema ambientale che si riflette sulla fertilità e sulle possibilità di concepimento.
Verificare per tempo la qualità del seme, attraverso esami specifici, consente di intervenire con misure adeguate e aumentare le chance di successo nei trattamenti di Pma. Di conseguenza, questa attenzione diventa parte integrante della cura della fertilità maschile.
Le sfide che attraversa la Calabria sul fronte della fertilità sono complesse e stratificate. Dai numeri dell’emigrazione sanitaria all’inverno demografico, passando per le opportunità offerte dalla tecnologia e la necessità di indirizzi mirati, la strada resta lunga. I diversi interventi proposti durante il convegno puntano tuttavia a costruire un orizzonte che consideri il futuro dei cittadini e della comunità regionale.