Processo per omicidio preterintenzionale a milano, in aula i video delle telecamere di sorveglianza

Processo per omicidio preterintenzionale a milano, in aula i video delle telecamere di sorveglianza

Il processo per la morte di Giovanni Sala a Rogoredo, Milano, si concentra sulle immagini video e sulle modalità d’intervento delle guardie giurate davanti alla sede di Sky, con accuse di uso eccessivo della forza.
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Il processo per la morte di Giovanni Sala, deceduto dopo un fermo delle guardie giurate davanti a Sky a Milano, prosegue con la visione dei video di sorveglianza per chiarire le modalità dell’intervento e le responsabilità legali. - Gaeta.it

Il caso di Giovanni Sala, 34 anni, morto durante un intervento di due guardie giurate nella notte tra il 19 e 20 agosto 2023 davanti alla sede di Sky a Rogoredo, Milano, prosegue con la prossima udienza in cui saranno mostrati i video delle telecamere di sorveglianza. L’uomo, in evidente stato di alterazione, è deceduto per arresto cardiaco dopo essere stato trattenuto a terra. L’episodio ha aperto un dibattito sulle modalità d’intervento delle guardie giurate e sulle responsabilità legali.

Dettaglio dell’episodio e ricostruzione dei fatti

Giovanni Sala è stato fermato da due guardie giurate nella zona sud di Milano, davanti alla sede di Sky a Rogoredo. Era alterato, presumibilmente a causa di alcol e sostanze stupefacenti. Durante l’intervento, le guardie lo hanno immobilizzato tenendo il ginocchio premuto sulla sua schiena per più di un minuto. L’uomo poi è deceduto per arresto cardiaco.

Le forze dell’ordine, dopo aver acquisito le immagini della videosorveglianza e svolto accertamenti medico legali, hanno cambiato l’accusa iniziale da omicidio colposo a omicidio preterintenzionale. Gli investigatori della Squadra mobile hanno riferito che non ci fosse una minaccia reale o un pericolo immediato per persone o cose al momento dell’immobilizzazione. Sala non avrebbe opposto resistenza fisica tale da giustificare un intervento così energico.

Il pm Alessandro Gobbis ha descritto l’azione delle guardie giurate come un “sfogo di istinti violenti e prevaricatori”. A suo avviso, la violenza usata è stata eccessiva e ingiustificata, aggravando la responsabilità degli imputati.

Le prove video e il ruolo della videosorveglianza nel processo

L’udienza fissata per il 22 settembre prevede la visione delle immagini registrate dalle telecamere esterne alla sede di Sky, fondamentali per ricostruire i movimenti e le azioni durante il fermo di Sala. L’uso di questo materiale sarà cruciale per la Corte d’Assise di Milano nella valutazione della dinamica dell’intervento.

I legali della difesa hanno nominato esperti in analisi video per verificare la qualità delle riprese e la correttezza nell’interpretazione delle immagini. Si occuperanno di esaminare frame per frame ogni dettaglio che possa influire sulla comprensione delle posizioni e dei tempi in cui è avvenuto il fermo.

La pubblica accusa, dal canto suo, conta sui consulenti medico legali per confermare le condizioni di salute di Sala e come l’immobilizzazione abbia contribuito al decesso. L’esame dei video dovrà integrare i dati raccolti, chiarendo non solo le azioni delle guardie, ma anche eventuali ritardi o errori nelle procedure di soccorso.

Le parti civili e il confronto con la difesa nel processo

I familiari di Giovanni Sala, rappresentati dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva, si sono costituiti parte civile con richieste di giustizia per la morte del 34enne. Hanno inserito tra i testimoni anche un consulente medico chiamato a spiegare le ragioni di quella alterazione e l’impatto delle tecniche di contenimento usate.

Per la famiglia, è importante che emerga ciò che realmente accade durante gli interventi delle guardie giurate, considerando anche le condizioni mediche di Sala. Hanno chiesto di sentire anche l’amministratore delegato di una società di vigilanza che potrà fornire una prospettiva sulle procedure adottate in casi di arresto.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Camilla Urso e Sandro Clementi, punta invece a dimostrare che le guardie giurate si sono comportate secondo le modalità di addestramento ricevute. Hanno incluso tra i testimoni un esperto in formazione di personale di sicurezza, inoltre contano sugli analisti video per evidenziare possibili interpretazioni diverse delle immagini.

Le implicazioni legali e il ruolo delle guardie giurate negli interventi

L’attenzione si concentra sull’adeguatezza delle tecniche di contenimento adottate da personale di sicurezza privata. In casi come questo, l’uso della forza deve rispettare precise regole e limiti, per evitare danni irreparabili.

L’accusa sostiene che il fermo di Sala sia stato eccessivamente aggressivo, senza giustificazioni legate a uno stato di reale pericolo. La differenza tra omicidio colposo e preterintenzionale risiede proprio nella volontà o nell’intensità della condotta: qui si valuta se ci sia stata una volontà indiretta di causare un danno grave.

Nel dibattimento emergeranno anche le procedure che il personale deve seguire per gestire persone in stato di alterazione. Verranno valutate le prove mediche e le testimonianze per capire se lo stratagemma scelto dalle due guardie era coerente con le direttive nazionali.

Questo processo conferma l’importanza di chiarire i limiti delle funzioni delle guardie giurate e la responsabilità penale connessa. Il caso di Rogoredo evidenzia come ogni intervento possa avere conseguenze drammatiche e come sia necessario definire regole precise per evitare abusi o errori.

La prossima udienza rappresenterà una tappa fondamentale per valutare la sequenza esatta degli eventi e i comportamenti messi in atto durante l’operazione, sulla base dei video che potrebbero controbilanciare o rafforzare le testimonianze raccolte.

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