Processo per il crollo del ponte Morandi: lettura dei nomi delle 43 vittime apre la requisitoria dei pm

Processo per il crollo del ponte Morandi: lettura dei nomi delle 43 vittime apre la requisitoria dei pm

Il processo per il crollo del ponte Morandi a Genova entra nella fase di requisitoria con i pm Marco Airoldi e Walter Cotugno, che ricordano le 43 vittime e coinvolgono 57 imputati nelle responsabilità.
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Avviata la requisitoria nel processo per il crollo del ponte Morandi a Genova, con la lettura commossa dei nomi delle 43 vittime e l’esposizione delle responsabilità di 57 imputati. - Gaeta.it

Il procedimento giudiziario per il crollo del ponte Morandi a Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, è entrato in una nuova fase con l’avvio della requisitoria. L’udienza ha preso il via con un momento intenso e toccante: la lettura dei nomi delle 43 persone che hanno perso la vita durante il tragico evento. I pubblici ministeri Marco Airoldi e Walter Cotugno guideranno l’esposizione dei fatti e delle responsabilità per circa sessanta giorni, coinvolgendo 57 imputati.

Inizio della requisitoria e ruolo dei pm

Il pm Walter Cotugno è stato il primo a parlare in aula, dopo anni di dibattimento sul crollo del ponte Morandi. Ha ricordato le centinaia di udienze svolte e il livello tecnico raggiunto da tutti i protagonisti del processo. Nel corso degli anni si sono approfonditi temi come il cemento armato, la corrosione delle strutture e le norme tecniche che regolano la manutenzione delle infrastrutture. Cotugno ha sottolineato che, nonostante tante discussioni e analisi dettagliate, una componente fondamentale non è mai stata al centro dell’attenzione: le vittime.

Cotugno ha evidenziato che il processo non riguarda semplicemente un pezzo di cemento o i dettagli tecnici, ma le persone scomparse nel disastro. In aula, ha spiegato, è doveroso riconoscere la dimensione umana dietro le responsabilità giudiziarie. Per questo ha deciso di leggere ad alta voce i nomi delle 43 vittime, un momento che si discosta dal rigore tecnico tipico del processo ma che vuole ridare un volto e una voce a chi non c’è più. La platea ha reagito con emozione, soprattutto i familiari presenti, commossi dall’elenco sovrapposto anche sui monitor in aula.

Le vittime: lettura dei nomi e reazioni in aula

I nomi delle 43 vittime sono stati scanditi uno dopo l’altro dal pubblico ministero, per la prima volta pronunciati a voce in questo procedimento. La scelta ha rappresentato un richiamo forte alla centralità della tragedia umana nel contesto giudiziario e ha spezzato per qualche istante il clima da aula di tribunale tecnico. Alcuni parenti si sono commossi, altri hanno ascoltato in silenzio. L’elenco è stato mostrato contemporaneamente sui grandi schermi, raggiungendo così tutti i presenti con un impatto visivo e emotivo.

Questo gesto ha voluto ricordare che dietro ogni nome si cela una storia interrotta quel tragico pomeriggio, durante il crollo improvviso del ponte Morandi. Famiglie, amici, colleghi sono stati privati di persone care in modo improvviso e drammatico. L’atto del pm è servito anche a contestualizzare meglio il lavoro tecnico svolto finora, mettendo in primo piano la perdita di vite umane e le conseguenze sociali della tragedia.

I protagonisti del processo: imputati e durata prevista

Il giudizio coinvolge 57 persone indagate per vari reati connessi al crollo. Tra queste spiccano nomi di ex dirigenti, tecnici e responsabili di società coinvolte nella gestione e manutenzione del ponte Morandi. Le accuse mirano a chiarire le responsabilità per le falle nella struttura, la mancata manutenzione e le negligenze che avrebbero portato al cedimento.

La requisitoria, affidata ai pm Marco Airoldi e Walter Cotugno, si prevede durare circa due mesi. Sarà un periodo dedicato a presentare prove, interpretare dati tecnici e contestare le tesi difensive. I pubblici ministeri punteranno a dimostrare che le morti potevano essere evitate con una gestione diversa del ponte. Il processo resta sotto stretto controllo dell’opinione pubblica, tenuto conto dell’impatto che il crollo ha avuto sul Paese e sulla città di Genova.

Momento simbolico dell’udienza

L’udienza di oggi ha segnato un momento simbolico per il procedimento, riportando al centro non solo il cemento e le strutture, ma le persone che quella sera hanno perso la vita. Un passaggio difficile ma necessario in un caso che continua a dividere e scuotere la società italiana.

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