Negli ultimi mesi del 2022 quattro persone sono finite sotto processo a Modena con l’accusa di aver imbrattato muri di strutture pubbliche tra cui ospedali, sedi della Uil, Inail e Agenzia delle Entrate. In particolare, le scritte con vernice rossa non solo avrebbero deturpato i luoghi ma anche diffamato il policlinico e l’Ausl della città. Le indagini hanno portato all’identificazione degli imputati, tutti riconducibili al gruppo no vax chiamato “Vivi“, con accuse formali di imbrattamento e diffamazione. Il procedimento penale è entrato nel vivo nelle ultime settimane.
I protagonisti del processo e le indagini
Gli imputati non appartengono tutti alla stessa area geografica, anche se attualmente tutti risiedono tra Modena e la provincia di Parma. Si tratta di un uomo che vive a Modena e di tre donne originarie di Taranto, Verona e Chioggia ma trasferitesi nella zona modenese e parmense. Questa distribuzione territoriale ha richiesto l’impegno degli investigatori per ricostruire atteggiamenti e responsabilità.
Le indagini avviate dalla Digos hanno permesso di raccogliere testimonianze, prove e immagini che hanno portato a denunciare ufficialmente i quattro. Sono tutti affiliati al gruppo “Vivi“, associazione riconosciuta come parte attiva nel movimento no vax con una storia di contestazioni pubbliche e proteste contro misure sanitarie governative. L’attività investigativa ha fatto emergere un quadro chiaro che ha consentito di formulare accuse precise di imbrattamento e diffamazione.
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Dettagli dell’accusa e degli episodi contestati
I fatti contestati ai quattro imputati risalgono al periodo compreso tra maggio e settembre 2022. In quel lasso di tempo, secondo gli inquirenti coordinati dalla Digos di Modena, le persone coinvolte avrebbero imbrattato in più occasioni i muri di importanti strutture pubbliche della città. Tra i bersagli ci sono un ospedale cittadino, in particolare il policlinico di Modena, gli uffici dell’Ausl, e le sedi di enti come l’Agenzia delle Entrate, Inail e l’organizzazione sindacale Uil.
Le scritte venivano realizzate con vernice rossa e contenevano messaggi che qualificano come diffamatori nei confronti del policlinico e dell’Ausl, indicati come responsabili di malefatte o inefficienze, in linea con le posizioni antigovernative del movimento no vax. L’obiettivo apparente era quello di colpire le istituzioni sanitarie e amministrative indicando la loro presunta colpevolezza in tematiche legate alle vaccinazioni. Gli atti vandalici e le offese scritte hanno causato danni materiali e un danno di immagine alle strutture coinvolte.
Lo svolgimento del processo e le posizioni delle parti civili
Il procedimento giudiziario è iniziato nel tribunale di Modena con l’udienza predibattimentale. In questa fase si è costituito davanti al giudice il Policlinico e l’Ausl di Modena, che si sono presentati come parti civili per ottenere un risarcimento danni e per difendere la propria immagine. Gli enti sono assistiti dall’avvocato Luca Pastorelli. Parallelamente, la Uil Emilia Romagna, rappresentata da Salvatore Sotera e Stefania Martelli, si è costituita parte civile per il danno subito a seguito dell’imbrattamento della sua sede cittadina risalente a giugno 2022.
L’avvio ufficiale del dibattimento è stato rinviato a novembre 2025. In quell’occasione il tribunale ascolterà le parti e le difese, valutando documenti e testimonianze raccolte in relazione alle accuse. La costituzione delle parti civili dimostra come episodi di questa natura influenzino non solo questioni materiali ma anche relazioni con l’opinione pubblica e la tutela della reputazione di enti pubblici e sindacali.
La decisione del giudice e le prossime udienze
Durante la prima udienza il giudice ha respinto le richieste di proscioglimento per tre delle imputate, confermando la necessità di procedere con il dibattimento a loro carico. L’udienza è stata fissata al 26 novembre 2025, quando saranno esaminate le prove e si procederà con l’eventuale dibattimento penale.
Per il quarto imputato, un giovane residente a Formigine, il giudice ha concesso la possibilità di un periodo di prova, per permettere una verifica sul risarcimento dei danni. Si tornerà in aula il 9 dicembre per valutare gli esiti di questa scelta e decidere sulle misure da adottare in relazione alla sua posizione.
Queste date segnano tappe importanti in un procedimento che coinvolge questioni delicate legate alla libertà di espressione, ai limiti dell’attività contestataria e alla tutela dei diritti di enti pubblici e privati. Lo scenario rimane sotto stretta osservazione da parte degli organi giudiziari e delle parti coinvolte.