Precari della asl 1 dell’aquila denunciano blocco della proroga e rischio crisi occupazionale nel 2025

Precari della asl 1 dell’aquila denunciano blocco della proroga e rischio crisi occupazionale nel 2025

I lavoratori precari della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila denunciano lo stop alla proroga contrattuale causato dai tagli regionali, che mette a rischio posti di lavoro e servizi essenziali nel territorio de L’Aquila.
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A L’Aquila, i lavoratori precari della Asl 1 denunciano lo stop alla proroga contrattuale dovuto ai tagli regionali, rischiando decine di posti di lavoro e chiedendo interventi per garantire stabilità occupazionale e servizi sanitari essenziali. - Gaeta.it

L’Aquila, 2025 – Un gruppo di lavoratori precari della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila ha lanciato un appello pubblico dopo lo stop alla proroga contrattuale che avrebbe garantito la continuità occupazionale per altri quattro anni. La sospensione, spiegano, deriva dai tagli stanziati a livello regionale e mette a rischio decine di posti di lavoro. La situazione rischia di aggravare le difficoltà economiche di un territorio già provato nel suo tessuto sociale e produttivo.

La protesta dei lavoratori precari della asl 1

I lavoratori coinvolti operano da anni nel settore amministrativo e tecnico all’interno della Asl 1, garantendo servizi essenziali alla salute pubblica. Nonostante l’impegno e la professionalità dimostrata, si trovano oggi a fronteggiare un blocco inatteso della proroga contrattuale. L’atterramento del rinnovo, destinato a estendere i contratti per altri quattro anni, è stato causato dai tagli di risorse decisi a livello regionale, che riducono drasticamente le possibilità di impiego stabile per questi dipendenti.

Questa decisione solleva una preoccupazione crescente tra i lavoratori, che vedono compromesso il proprio futuro professionale. Molti di loro hanno maturato esperienza e competenze in contesti spesso sfidanti, contribuendo al funzionamento di una rete sanitaria territoriale fragile quanto indispensabile. La perdita del posto rischierebbe di portare disagio economico a decine di famiglie, con ricadute pesanti sul sistema sociale locale.

Un appello per il futuro dell’aquila

L’appello sottolinea anche un problema più ampio legato alla crisi del mercato del lavoro locale. Secondo quanto dichiarato, per L’Aquila non si può immaginare un futuro che si basi solo su attività stagionali o legate al turismo, come supermercati e locali, senza un investimento in posti di lavoro pubblici e in servizi stabili. I lavoratori mettono in evidenza il legame tra occupazione e benessere collettivo, ricordando come il settore pubblico rappresenti una voce fondamentale per offrire dignità e prospettive a giovani e famiglie.

Implicazioni sociali e economiche per l’aquila e il territorio

Lo stop alla proroga dei contratti in asl 1 arriva in un momento delicato per il territorio abruzzese. L’Aquila e l’area circostante ancora faticano a rialzarsi dalle difficoltà economiche accumulate negli anni. Tagli ai servizi e disoccupazione minano la tenuta delle comunità locali, con un impatto diretto sulla qualità della vita degli abitanti.

I lavoratori precari mettono in guardia contro un possibile tracollo occupazionale in una realtà che ha bisogno di stabilità. Il rischio che servizi essenziali peggiorino o diventino meno accessibili è concreto. La loro testimonianza denuncia un vuoto nelle politiche regionali che non sembrano offrire risposte adeguate alle esigenze quotidiane delle persone.

Rischio di fuga delle competenze

Il timore è che l’attenzione si concentri solo su settori ritenuti di facile sviluppo ma poco sostenibili nel lungo termine. Senza un supporto al lavoro pubblico, cresce la possibilità di una fuga di competenze e un aumento delle difficoltà per chi è già sul territorio. La chiusura improvvisa dei contratti rischia di interrompere percorsi professionali utili e consolidati da anni.

L’appello finale ai decisori e alle istituzioni

Le lavoratrici e i lavoratori coinvolti chiedono alle istituzioni di non ignorare la loro condizione e di intervenire con misure che possano evitare licenziamenti o riduzioni di orario. Chiedono un riconoscimento della funzione sociale svolta quotidianamente e la possibilità di continuare a lavorare nel rispetto della propria dignità.

Non si tratta di richieste di privilegi, ma di tutela del loro ruolo all’interno di un sistema sanitario pubblico che fa spesso i conti con risorse limitate. Il riferimento è rivolto a chi governa il territorio, affinché si impegnino a trovare soluzioni concrete e ad assicurare un minimo di sicurezza occupazionale. Questi lavoratori hanno investito anni di lavoro e sacrifici, affermando di “non voler essere dimenticati”.

Il loro caso sottolinea la fragilità di molti precari nel pubblico impiego e la difficoltà a mantenere servizi fondamentali quando mancano risorse adeguate. La vicenda è destinata a tenere alta l’attenzione sulla gestione della sanità territoriale e sulle condizioni dei dipendenti, ormai a un bivio decisivo.

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