La situazione dei posti letto negli studentati italiani è lontana dall’essere rosea, con obiettivi ambiziosi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che potrebbero rimanere irraggiungibili. Entro giugno 2026, si prevede la realizzazione di 60 mila posti letto, ma al 15 marzo le cifre mostrano solo 11.275 posti finanziati, pari a 227.739.723 euro. La maggior parte di questi posti sono concentrati a Milano e provincia, mentre altre città come Roma, Napoli e Venezia seguono in classifica. Al fondo della lista si trovano Macerata, Caltanissetta e Cremona, che evidenziano un panorama di accessibilità agli alloggi in evidente difficoltà.
La copertura dei posti letto pubblici e i rischi finanziari
Secondo un rapporto dell’Unione degli Universitari, la copertura dei posti letto pubblici aumenterebbe solo dello 0,5% dopo l’implementazione del Pnrr. Questo è un quadro preoccupante, considerando gli 1,2 miliardi di euro di finanziamenti destinati a migliorare le residenze universitarie. L’analisi è stata presentata in una conferenza stampa alla Camera, con la partecipazione di vari esponenti del mondo sindacale e politico, tra cui Daniela Barbaresi e Gianluca Torelli della Cgil.
Attualmente, il numero di studenti universitari in Italia è di circa 900.000, e le strutture disponibili offrono solo 46.193 posti letto. La disparità tra la domanda e l’offerta è evidente, considerando che nelle città sede di università vi sono aree in cui non sono previsti interventi per la creazione di nuovi posti letto. Casi emblematici includono Chieti e Pescara, Potenza e Matera, Catanzaro, Caserta, Forlì, Pordenone e molte altre città, dimostrando un divario significativo nell’accessibilità degli alloggi.
Progetti di costruzione e gestione delle strutture
Un ulteriore aspetto emerso dal dossier ‘E’ tutto sbagliato‘ riguarda i progetti di nuova costruzione per posti letto. Si segnala che solo 2.959 di questi posti sarebbero di nuova realizzazione, mentre la maggior parte dei finanziamenti sarebbe destinata a ristrutturazioni di strutture già esistenti. Questo solleva interrogativi sulla reale capacità di queste iniziative di rispondere alle esigenze di alloggio degli studenti.
Inoltre, una significativa porzione dei fondi viene indirizzata verso strutture gestite da privati, anche di natura religiosa, con affitti che possono superare la soglia dei mille euro. Questi costi si rivelano inaccessibili per molti studenti e compromettono ulteriormente l’accessibilità a soluzioni abitative dignitose.
Implicazioni per il futuro degli studenti universitari
In sintesi, i dati presentati evidenziano un quadro critico per il futuro degli studenti universitari in Italia. Con un obiettivo ambizioso di 60.000 posti letto entro il 2026, la strada da percorrere appare in salita e rischia di generare un ulteriore aumento delle difficoltà abitative per milioni di giovani. La sfida rimane quella di garantire una risposta efficace alle esigenze di alloggio, affinché il diritto allo studio possa davvero diventare un diritto accessibile per tutti, senza distinzione di ceto o situazione economica. La mancanza di un adeguato numero di posti letto potrebbe influire negativamente sulla capacità degli studenti di completare il proprio ciclo di studi, un aspetto che richiederà un’attenzione urgente da parte delle istituzioni.