Possibile slittamento della dichiarazione congiunta ue-usa sull'accordo commerciale raggiunto a turnberry

Possibile slittamento della dichiarazione congiunta ue-usa sull’accordo commerciale raggiunto a turnberry

L’accordo commerciale tra Ursula von der Leyen e Donald Trump a Turnberry prevede la riduzione dei dazi Usa al 15% su prodotti europei, ma la firma potrebbe slittare per questioni tecniche e politiche.
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L’accordo verbale tra Ue e Usa prevede la riduzione dei dazi al 15% su prodotti europei, ma la firma della dichiarazione congiunta potrebbe slittare; restano aperti i negoziati su esenzioni e tasse digitali, quest’ultime escluse dall’intesa. - Gaeta.it

L’accordo commerciale verbale raggiunto a Turnberry, in Scozia, tra Ursula von der Leyen e Donald Trump sta affrontando possibili ritardi nella formalizzazione della dichiarazione congiunta. L’intesa prevede un alleggerimento dei dazi Usa al 15% su vari prodotti europei, con esenzioni specifiche, ma l’annuncio ufficiale, atteso inizialmente entro il primo agosto 2025, potrebbe essere posticipato. Nel frattempo, i negoziati proseguono, coinvolgendo anche altre nazioni.

Situazione attuale sulle trattative e possibili ritardi nella firma

Il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill, ha spiegato che gli uffici di Bruxelles e Washington stanno ancora lavorando per definire i dettagli della dichiarazione congiunta, seguendo le linee del compromesso raggiunto a Turnberry domenica scorsa. La tempistica del rilascio del testo ufficiale dipenderà dal completamento di tutti gli aspetti tecnici e politici. Nonostante il protrarsi delle discussioni, l’Unione europea attende che gli Stati Uniti applichino almeno i dazi generalizzati fissati al 15%, come annunciato da von der Leyen.

Impegni usa e garanzie per imprese e consumatori europei

Gill ha confermato che se la dichiarazione slitta oltre la scadenza del primo agosto, rimangono comunque in vigore gli impegni Usa sull’abbassamento delle tariffe a quel livello. Questo passaggio è essenziale per offrire maggiori certezze a imprese e consumatori europei, stanchi delle tensioni commerciali che hanno inciso sui prezzi e le esportazioni negli ultimi mesi. Il rappresentante comunitario ha inoltre sottolineato che i lavori di approfondimento per estendere le esenzioni e chiarire i casi specifici vanno avanti senza interruzioni.

Implicazioni per il commercio europeo e le aspettative sull’azione americana

L’abbassamento dei dazi dal 25% al 15% sui prodotti europei rappresenta un passo significativo nella riduzione delle barriere commerciali fra i due blocchi. I settori più colpiti, come quello automobilistico, manifatturiero e agricolo, si preparano a beneficiare immediatamente delle tariffe più contenute, migliorando la competitività sui mercati esteri. Nel contempo, la stabilità tariffaria promessa nella nuova fase delle relazioni tra Ue e Usa dovrebbe contribuire a ridurre l’incertezza nelle catene di approvvigionamento, segnalata come problematica durante il periodo di tensione commerciale.

Responsabilità statunitense nel rispetto degli accordi

La posizione europea è chiara: la palla ora è nel campo statunitense, che deve rispettare gli accordi, varando i decreti fiscali previsti e garantendo il rispetto del tetto del 15% sui dazi. Il mancato rispetto metterebbe a rischio una fase di rilancio dei rapporti commerciali importanti per l’economia europea. Le autorità comunitarie tengono aperti i canali di dialogo per tentare di ampliare le esenzioni tariffarie, soprattutto per prodotti chiave, ma senza rinunciare alla fermezza su quanto già pattuito.

Punti di attrito e il ruolo delle tasse sui servizi digitali

Durante le discussioni con gli Stati Uniti sono emerse divergenze significative sulla regolamentazione del settore digitale. Olof Gill ha chiarito che non ci sarà spazio per trattative su questa materia all’interno dell’accordo commerciale in fase di definizione. Questo conferma la prudenza europea nel proteggere la propria legislazione digitale da possibili impatti esterni, mantenendo le sue regole sul mercato unico digitale.

Posizione americana sulle imposte digitali

Dall’altra parte, il segretario Usa al Commercio, Howard Lutnick, ha ribadito che le tasse sui servizi digitali restano un tema aperto, da discutere nei prossimi incontri con l’Ue. Il nodo riguarda soprattutto le imposte che alcuni paesi europei hanno introdotto per colpire aziende tecnologiche straniere, una questione controversa negli scambi transatlanticci. La posizione americana tende a evitare sovrapposizioni fiscali e discriminazioni verso i propri colossi digitali, aprendo a negoziati specifici da affrontare separatamente rispetto al dossier sui dazi.

Le divergenze sulle normative digitali restano uno dei principali ostacoli a un’intesa più ampia e stabile tra Bruxelles e Washington. Il confronto sul tema continuerà nei prossimi mesi, parallelamente all’avanzamento delle trattative commerciali più tradizionali, ma appare improbabile una loro inclusione nella dichiarazione congiunta attesa a breve. L’equilibrio tra interessi economici e tutela normativa rimarrà centrale nei rapporti bilaterali.

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