Possibile contratto di solidarietà per la vertenza tracmec, la procedura di licenziamento collettivo potrebbe decadere

Possibile contratto di solidarietà per la vertenza tracmec, la procedura di licenziamento collettivo potrebbe decadere

A Bologna si è tenuto un tavolo di confronto sulla vertenza Tracmec di Mordano, con istituzioni e sindacati che hanno raggiunto un’intesa preliminare per attivare un contratto di solidarietà e salvaguardare 45 posti di lavoro.
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A Bologna si è raggiunta un’intesa preliminare per un contratto di solidarietà che potrebbe evitare i licenziamenti dei 45 lavoratori dello stabilimento Tracmec di Mordano, in crisi dopo l’annuncio di chiusura da parte della controllante tedesca Bauer Group. - Gaeta.it

La città metropolitana di Bologna ha ospitato un importante confronto sulla vertenza tracmec, azienda di Mordano controllata dalla tedesca Bauer Group, che aveva annunciato la chiusura dello stabilimento e l’avvio di una procedura per licenziare 45 lavoratori. L’incontro, tenutosi presso la sede regionale dell’Emilia-Romagna, ha portato a un’intesa preliminare per avviare un contratto di solidarietà, soluzione che potrebbe bloccare la procedura di licenziamento collettivo e salvaguardare l’occupazione locale.

Il tavolo di salvaguardia a bologna e le parti coinvolte

Il tavolo di salvaguardia è stato convocato dalla Città metropolitana di Bologna e ha visto la partecipazione dell’assessore regionale al lavoro, Giovanni Paglia, e del capo di gabinetto Stefano Mazzetti. Per l’azienda era presente Robert Gruber, mentre per il sistema produttivo emiliano erano presenti rappresentanti di Confindustria Emilia Centrale. A completare la platea, oltre ai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm di Imola, Fiom-Cgil Emilia Romagna e la Cgil di Imola, si riconosceva anche la presenza di Nicola Tassinari, sindaco di Mordano.

L’attenzione si è concentrata sui 45 dipendenti della società controllata dal gruppo tedesco, che avevano ricevuto la comunicazione della chiusura dello stabilimento e della delocalizzazione produttiva in Asia. Questo ha scatenato preoccupazioni non solo immediate per l’occupazione ma anche per l’equilibrio economico e sociale della zona, dalla quale derivano posti di lavoro diretti e indotti.

Durante le trattative, l’obiettivo dichiarato dalle istituzioni è stato quello di identificare soluzioni urgenti per evitare una perdita occupazionale, utilizzando strumenti giuslavoristici e ammortizzatori sociali. Il tavolo ha così rappresentato un confronto tecnico e politico finalizzato a trovare spazi di margine per evitare i licenziamenti.

Le proposte avanzate e la gestione della crisi occupazionale

Dalle dichiarazioni rese al termine della riunione emerge che le parti hanno condiviso la possibilità di attivare un contratto di solidarietà. Questo dispositivo, noto in Italia come ammortizzatore sociale previsto dalla normativa, permette una riduzione temporanea dell’orario di lavoro con una retribuzione proporzionale, così da evitare licenziamenti.

L’assessore Paglia e il capo di gabinetto Mazzetti hanno sottolineato come questo passo segni un avanzamento rispetto alla situazione di emergenza vissuta fino ad allora. L’idea è di superare lo stato di agitazione in essere tra i lavoratori e aprire una fase più serena per ragionare sul futuro produttivo dell’area.

Attraverso il contratto di solidarietà, l’azienda si impegna formalmente a sospendere la procedura di licenziamento collettivo, impiegando il tempo utile per valutare altre possibilità per la continuità. L’assessore e il capo di gabinetto hanno accennato, inoltre, alla necessità di garantire un orizzonte temporale sufficiente a offrire stabilità economica ai 45 dipendenti e alle loro famiglie.

La reazione delle organizzazioni sindacali e le prossime tappe

Le rappresentanze sindacali, presenti e attive all’incontro, hanno riconosciuto alcuni passi avanti dopo settimane di mobilitazione e presidio. I sindacati hanno già fissato un nuovo incontro per il prossimo lunedì, durante il quale si attende che l’azienda presenti formalmente i propri impegni e le linee di comportamento successive.

Le sigle sindacali coinvolte hanno ribadito la volontà di proseguire la mobilitazione finché non ci sarà conferma concreta della volontà dell’azienda di rispettare l’accordo sul contratto di solidarietà. Mantengono alta l’attenzione sulla situazione, monitorando ogni sviluppo e impegnandosi nel negoziato con la proprietà per tutelare i lavoratori.

In questa fase, la partecipazione attiva dei dipendenti è risultata fondamentale per tenere aperto il confronto e evitare decisioni unilaterali sulla chiusura. Il presidio continuo ha mantenuto la pressione sull’azienda e sulle istituzioni locali, spingendo verso un confronto costruttivo che si è concretizzato nel tavolo convocato a Bologna.

Le prossime settimane e l’evoluzione della vertenza

Le prossime settimane saranno decisive per capire come evolverà la vertenza e se la fabbrica di Mordano troverà una soluzione definitiva al rischio di licenziamento o di chiusura. Il contratto di solidarietà, se confermato e applicato, può nel breve periodo congelare la crisi, ma resta fondamentale monitorare attentamente ogni sviluppo.

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