Un nuovo capitolo si apre per il processo relativo al crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone. La procura ha avanzato una richiesta di integrazione probatoria, ritenuta essenziale per chiarire le cause che hanno portato a questa tragedia. Durante l’udienza, i pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi hanno sottolineato la necessità di una approfondita analisi per comprendere se la corrosione dei cavi sia stata causata da acqua proveniente dall’esterno o se si trattasse di umidità intrappolata nel tempo. Questo procedimento giuridico si preannuncia rilevante non solo per il destino degli imputati ma anche per l’intera comunità colpita da uno degli incidenti stradali più drammatici della storia recente d’Italia.
Le Nuove Richieste della Procura
Analisi sull’origine della corrosione
La procura ha evidenziato l’importanza di far luce sulle cause della corrosione che ha colpito i cavi del ponte Morandi. I pubblici ministeri hanno chiesto specificamente che si possa valutare se l’acqua abbia avuto origine dall’esterno della struttura o se si sia accumulata all’interno sin dalla costruzione. Questo dato è cruciale per definire la responsabilità nell’incidente. Al fine di migliorare la comprensione del fenomeno, i pm intendono avvalersi della competenza di periti per analizzare i meccanismi della corrosione.
Quantificazione degli agenti corrosivi
In aggiunta, i pubblici ministeri hanno richiesto un calcolo preciso della quantità di acqua e ossigeno che deve essere presente per innescare il processo di corrosione dall’interno. Questo aspetto è fondamentale per determinare le condizioni specifiche che hanno potuto facilitare il deterioramento dei cavi d’acciaio. Una particolare attenzione è posta anche sulla possibilità che acqua e altri agenti corrosivi possano filtrare attraverso eventuali fessurazioni nel calcestruzzo, mettendo in evidenza la necessità di un controllo approfondito delle condizioni strutturali.
Leggi anche:
Le Istanze degli Avvocati
Verifica dello stato dell’acciaio
Non solo i pubblici ministeri, ma anche gli avvocati coinvolti nel processo hanno presentato richieste significative. Gli avvocati hanno sollecitato una verifica dettagliata dello stato complessivo dell’acciaio dello strallo della pila 9, il quale si è effettivamente spezzato durante il crollo. Questa richiesta implica un’analisi più esauriente delle condizioni dell’acciaio stesso, affinché si possano ottenere informazioni accurate riguardo alla resistenza strutturale che ha caratterizzato il ponte Morandi prima del tragico evento.
Misurazioni quantitative
Inoltre, è stato chiesto di ottenere misurazioni di tipo quantitativo che possano documentare l’effettiva condizione dei cavi e della struttura portante. Tali misurazioni sono fondamentali per fornire un quadro chiaro e oggettivo sul modo in cui la struttura ha risposto alle sollecitazioni e se le evidenti problematiche strutturali erano già in atto prima del crollo. Con queste richieste, si intende garantire che il processo si fondi su dati concreti e scientifici, piuttosto che su supposizioni o argomentazioni basilari.
Prossimi Sviluppi
Decisione attesa
La corte è ora chiamata a decidere riguardo alle richieste formulate dalla procura e dagli avvocati. L’udienza per valutare le integre probatorie si svolgerà il primo ottobre, quando i giudici esamineranno la possibilità di accogliere le richieste per ulteriori accertamenti. Questo momento rappresenta una tappa cruciale nel lungo processo che tenterà di fare luce su una delle più gravi tragedie moderne in Italia. La comunità attende con ansia un esito che possa finalmente restituire verità e giustizia alle vittime e alle loro famiglie, ponendo in evidenza la necessità di garantire la sicurezza nelle infrastrutture del Paese.