Le temperature elevate stanno mettendo a dura prova le forze di polizia di trieste e provincia. Gli agenti, obbligati a lavorare in ambienti privi di climatizzazione o sistemi di ventilazione, denunciano disagi legati all’assenza di tutele specifiche per chi opera in queste condizioni. I sindacati di polizia Siulp e Cosip hanno portato all’attenzione pubblica questa situazione che interessa anche il friuli venezia giulia, soprattutto nelle ultime settimane caratterizzate da ondate di caldo intenso.
Proteste dei sindacati e critiche all’amministrazione
Le organizzazioni sindacali di polizia non hanno risparmiato critiche all’amministrazione statale per la gestione delle condizioni lavorative durante la stagione estiva. Marino e Moscato hanno definito “inaccettabile” questa situazione, ricordando che nel 2025 non dovrebbero esistere ambienti indegni per chi svolge un lavoro così delicato come quello delle forze dell’ordine.
Il loro messaggio è chiaro: i poliziotti non possono essere trattati come “bestie da soma”, costretti a turni pesanti senza rispetto per la loro salute e sicurezza. Il mancato rispetto delle norme che obbligherebbero a interventi immediati in altre realtà produttive è un punto centrale della protesta. I sindacati chiedono dunque un cambio di atteggiamento e interventi concreti per tutelare gli agenti durante le ondate di caldo.
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Le normative regionali sul lavoro e il caldo in friuli venezia giulia
Secondo l’ordinanza della regione friuli venezia giulia, vietato dal 1 settembre al 15 settembre il lavoro all’aperto in orari compresi tra le 12.30 e le 16 durante i giorni con rischio elevato di ondate di caldo. Il provvedimento interessa specificamente i settori agricolo, florovivaistico, edile e delle cave, proprio per evitare danni alla salute dei lavoratori esposti direttamente al sole.
Questa misura nasce dalle previsioni dell’Arpa Fvg che indica temperature in pianura fino a 37 gradi. L’ordinanza però non si applica alle forze dell’ordine, che continuano a operare in spazi chiusi non climatizzati e talvolta affollati, con rischi reali per la loro salute e la concentrazione necessaria nei servizi di pubblica sicurezza.
Condizioni di lavoro critiche per gli agenti di polizia a trieste
Gli uffici e gli spazi in cui operano i poliziotti si trovano spesso in strutture senza aria condizionata né ventilatori. Nonostante il caldo intenso che ha raggiunto valori record, negli ambienti di lavoro non sono stati adottati interventi per ridurre l’impatto della temperatura sugli agenti. Il segretario generale del Siulp di trieste, Francesco Marino, e quello del Cosip, Enrico Moscato, sottolineano come i poliziotti siano esclusi dalle tutele che riguardano invece altre categorie professionali esposte al calore.
Il punto è la “peculiarità del servizio” che spesso non permette pause o turni ridotti, limitando inoltre la possibilità di applicare misure di protezione ambientale come quelle previste per i lavoratori agricoli o edili. Questa esclusione pesa sia sul benessere fisico che sulla sicurezza degli agenti, chiamati a lavorare in condizioni ambientali sfavorevoli senza sostegni adeguati.
La situazione a trieste si inserisce in un quadro più ampio di gestione delle risorse umane negli enti pubblici in condizioni climatiche che stanno diventando sempre più estreme. Lo stato attuale mostra come l’adattamento delle misure di sicurezza non segua i cambiamenti climatici, lasciando lavoratori esposti a rischi evitabili.