Polizia penitenziaria ferita durante rivolta carcere Lorusso e Cutugno a Torino, emergono numeri preoccupanti sulle aggressioni

Polizia penitenziaria ferita durante rivolta carcere Lorusso e Cutugno a Torino, emergono numeri preoccupanti sulle aggressioni

Nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino un agente della polizia penitenziaria è stato ferito durante una colluttazione con un detenuto, mentre il sindacato Osapp denuncia gravi carenze di sicurezza e risorse.
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Nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino un agente di polizia penitenziaria è stato ferito durante un'aggressione, evidenziando la crescente crisi di sicurezza e le difficoltà operative dovute a carenze di organico e risorse. - Gaeta.it

Nell’istituto penitenziario Lorusso e Cutugno di Torino si è verificato ieri un episodio di violenza che ha coinvolto un agente della polizia penitenziaria. La situazione dentro il carcere continua a peggiorare, con un aumento significativo degli atti aggressivi ai danni del personale. Nei primi mesi del 2025 il clima è diventato teso con numerosi casi di disordini segnalati dalle sigle sindacali. Questo articolo documenta quanto successo, offrendo uno sguardo sulle criticità che riguardano la sicurezza degli operatori e dei detenuti.

L’agente ferito durante l’intervento nel carcere di torino

La notte del 14 febbraio 2025, un agente della polizia penitenziaria è rimasto ferito mentre tentava di sedare le azioni di un detenuto nigeriano all’interno della settima sezione del padiglione A del carcere Lorusso e Cutugno. Il detenuto, ormai fuori controllo, ha distrutto parte della cella: ha divelto la porta del bagno, mandato in frantumi la telecamera di sorveglianza e danneggiato la finestra blindata. Durante la colluttazione, ha lanciato calcinacci verso gli agenti intervenuti.

Ricovero e prognosi dell’agente

L’agente, colpito nel corso della colluttazione, è stato immediatamente trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria. Dopo le cure, i medici hanno stabilito una prognosi di cinque giorni per le ferite riportate. Questo intervento non ha avuto tragiche conseguenze più gravi, ma ha segnato un’ulteriore tappa nel preoccupante aumento degli episodi di violenza contro gli operatori carcerari.

Le condizioni di sicurezza nel carcere e le dichiarazioni del sindacato osapp

Il segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria , Leo Beneduci, ha rilasciato una dura dichiarazione sulla situazione nel carcere torinese. Secondo Beneduci, il Lorusso e Cutugno non garantisce più la sicurezza né agli agenti né ai detenuti. Definisce l’istituto come un «colabrodo fuori controllo», testimonianza di una struttura incapace di contenere l’escalation di episodi violenti.

Beneduci ha evidenziato come il ferimento dell’agente sia parte di un fenomeno più vasto: dall’inizio dell’anno sono già venti le aggressioni subite dal personale, con un totale di 29 agenti feriti. Questi dati fotografano uno stato di crisi profonda. Le carceri in Piemonte, e in particolare quella di Torino, vivono una situazione che appare insostenibile, con rischi crescenti e tensioni continue.

Carenza di risorse e supporto politico secondo la polizia penitenziaria

Il sindacalista Beneduci punta anche il dito contro l’assenza di risposte da parte delle istituzioni. Sottolinea che manca del tutto un sostegno concreto a livello politico e amministrativo per affrontare le emergenze quotidiane in carcere. Gli agenti di polizia penitenziaria soffrono per la carenza di organico, situazione che rende difficile gestire la sicurezza e mantenere l’ordine.

Altri problemi segnalati riguardano l’assenza di un’organizzazione interna adeguata, che possa rispondere alle nuove sfide, e l’insufficiente tutela del personale a contatto diretto con i detenuti. Beneduci parla anche della mancanza di investimenti per migliorare le condizioni abitative e il benessere lavorativo dei poliziotti. Questi ultimi appaiono esausti dopo anni di promesse non mantenute e interventi superficiali che non hanno risolto le criticità.

Gli effetti della situazione sulle condizioni di lavoro degli agenti

Gli operatori della polizia penitenziaria che lavorano all’interno del Lorusso e Cutugno mostrano segni di stanchezza e insofferenza che si traducono anche in una crescente difficoltà a gestire i disordini. Il continuo aumento degli episodi di violenza richiede, secondo il sindacato, strategie più incisive e interventi immediati.

Le aggressioni fisiche e le condizioni di insicurezza incidono negativamente sulla motivazione e sulla salute psicofisica degli agenti. Oltre ai rischi effettivi legati all’attività, chi lavora in carcere deve fare i conti con una pressione quotidiana intensa, che si riflette anche sulle dinamiche interne all’istituto e sull’interazione con i detenuti.

Soccorso e assistenza

Soccorso e assistenza ai poliziotti feriti sono diventati eventi frequenti, con un impatto che va oltre il singolo episodio. La crescita consistente di fatti violenti segnala una crisi strutturale che non riguarda solo Torino ma si estende ad altri penitenziari italiani, specie in Piemonte.

Emergenza carceri: un problema che riguarda torino ma non solo

L’aggressione avvenuta nel carcere di Torino rappresenta un episodio grave e simbolico ma può essere inserita in un quadro più ampio, quello delle difficoltà che gli istituti di pena italiani affrontano da anni. La mancanza di organico e risorse, le tensioni sociali tra detenuti e agenti, e le carenze organizzative alimentano scenari di conflitto.

Il sindacato Osapp registra ormai regolarmente eventi di violenza, che nei primi mesi del 2025 hanno colpito diversi poliziotti anche in altre città piemontesi. La situazione rischia di peggiorare se non verranno messi in campo interventi concreti, sia per rinforzare il numero del personale, sia per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza all’interno degli istituti.

Tra i bisogni prioritari, sempre sottolineati, ci sono il potenziamento delle risorse umane, l’aumento dei mezzi tecnici per il controllo e la gestione dei detenuti e una maggiore attenzione alla qualità della vita lavorativa degli agenti penitenziari. Senza questi accorgimenti, il rischio è che episodi come quello di Torino si ripetano con frequenza crescente, mettendo a repentaglio l’ordine interno e la serenità degli operatori e dei reclusi.

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