L’esibizione del gruppo musicale i Patagarri durante il concertone del primo maggio ha scatenato diverse reazioni contrastanti. Il momento più discusso è stato quando la band, insieme al pubblico, ha intonato lo slogan “Palestina libera” sulle note di “Hava Nagila“, un classico della tradizione ebraica. A poche ore dalla performance si sono sollevate contestazioni soprattutto da parte di esponenti politici e rappresentanti della comunità ebraica, con accuse di una strumentalizzazione politica del palco del concertone.
La posizione di maurizio gasparri sul concertone e i patagarri
Maurizio Gasparri, capogruppo dei senatori di Forza Italia e membro della commissione di vigilanza rai, ha espresso un giudizio netto sull’accaduto. Il senatore ha dichiarato di non conoscere il gruppo i Patagarri e di non aspettarsi che riescano a lasciare un segno importante nella storia della musica. Secondo Gasparri, è un fatto che qualcuno abbia scelto quella vetrina per mandare messaggi politici, pur ammettendo che è già un risultato evitare che il palco sia stato usato da esponenti legati a gruppi fondamentalisti come Hamas.
Gasparri ha anche attaccato in modo generale il concertone definendolo spesso occasione di esternazioni poco rispettose, soprattutto verso la rai che garantisce visibilità a chi si esibisce. Per lui, questa manifestazione è diventata un mezzo di propaganda più che un momento dedicato alla musica, con artisti che si permettono di usare il palcoscenico senza rispetto per il servizio pubblico radiotelevisivo.
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Le critiche della comunità ebraica e la difesa dello stato di israele
Tra le voci critiche più forti si è levata quella di Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma. Fadlun ha condannato la scelta di cantare sul palco uno slogan in appoggio alla Palestina in quel contesto particolare. Gasparri ha espresso solidarietà a queste critiche e ha ribadito la sua posizione a sostegno dello stato di Israele. Ha inoltre evidenziato che in quei giorni i territori israeliani sono stati messi in difficoltà da attacchi e azioni terroristiche da parte di gruppi palestinesi associati ad Hamas.
Il senatore ha voluto sottolineare l’inopportunità di quella performance in un luogo così simbolico come piazza san giovanni. Ha ricordato che il palco del concertone avrebbe potuto facilmente diventare scenario per messaggi più estremi, ma che per fortuna ciò è stato evitato.
Il ruolo politico del concertone e il rapporto con rai e servizio pubblico
Gasparri ha poi evidenziato come il concertone, da qualche tempo a questa parte, rappresenti una sorta di estensione della politica attraverso canali alternativi e a costi pubblici. In questa chiave il palco non rappresenta più solo un momento di musica ma diventa propulsore di messaggi politici o sociali.
Il senatore ha invitato la rai a esercitare maggiore controllo e attenzione nei confronti di questa manifestazione, che invece sembra essere vista come un’oasi dove ognuno può esternare liberamente qualsiasi opinione senza filtri. Dietro a queste parole si legge un richiamo a tutelare la neutralità e la sobrietà del servizio pubblico, che è un bene fondamentale finanziato da tutti i cittadini.
La vicenda ha fatto emergere forti tensioni intorno al confine tra diritto alla libertà di espressione e responsabilità nell’uso di spazi pubblici. L’esibizione dei Patagarri resta al centro del dibattito, dimostrando come eventi di massa possano facilmente trasformarsi in palchi per contestazioni politiche che sconfinano nel conflitto internazionale.