A Benevento si accende una forte disputa sulla scelta dei nomi da dare ai luoghi pubblici. L’opposizione in consiglio comunale e l’Anpi contestano il sindaco Clemente Mastella, accusandolo di privilegiare figure legate alla Democrazia Cristiana nelle intitolazioni. Il primo cittadino risponde invece di aver valorizzato tutte le sensibilità, citando esempi di personaggi di varia estrazione. Negli ultimi giorni è intervenuta anche Marcella Sorrentino, segretaria provinciale di Noi di centro, il partito fondato da Mastella, per difendere le decisioni del leader.
Le intitolazioni dominate dai nomi della democrazia cristiana
Negli ultimi tempi Benevento ha visto una serie di intitolazioni che hanno acceso il dibattito. Un parco pubblico è stato dedicato a Ciriaco De Mita, ex presidente del consiglio e figura di spicco della Dc. Di recente, un complesso residenziale pubblico di venti alloggi nel rione Libertà ha preso il nome di Amintore Fanfani, altra personalità democristiana rilevante nella storia politica italiana. Questi nuovi nomi si aggiungono ad altre intitolazioni già esistenti in città: una colonia elioterapica intitolata a Francesco Cossiga, un palazzo che porta il nome di Alcide De Gasperi e altri riferimenti importanti come Giovan Battista Bosco Lucarelli, Aldo Moro e Mario Vetrone, tutti esponenti Dc.
Queste scelte hanno fatto sorgere dubbi e malumori nell’Anpi e tra parte dell’opposizione consiliare, che vedono in questa concentrazione una perdita di pluralità nella memoria pubblica. Il tema riguarda il bilanciamento tra il ricordo di personaggi storici appartenenti a formazioni politiche diverse, e la necessità di evitare una predominanza di simboli legati a un solo partito, specie se storico come la Democrazia Cristiana.
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Il caso della piazza matteotti e la questione della memoria antifascista
A infiammare ulteriormente la polemica è stato il cambio del nome di piazza Matteotti in piazza Santa Sofia. Questa decisione ha spiazzato l’Anpi locale, che da tempo chiedeva che Benevento mantenesse un luogo dedicato a Matteotti, considerato uno dei più noti martiri antifascisti. L’associazione si aspettava che questa carenza venisse sanata prima di dedicare nuovi spazi a altre figure riconducibili alla Dc.
Il cambio di denominazione di piazza Matteotti, avvenuto nel 1990, è diventato simbolo della controversia. L’assenza di interventi in oltre trent’anni su questa intitolazione, segnalata dall’Anpi, ha portato a una critica rivolta a Mastella e all’amministrazione comunale per non aver valorizzato a sufficienza la memoria antifascista e per aver scelto di dare priorità ad altre figure pubbliche.
Le repliche di clemente mastella e la difesa delle scelte fatte
Il sindaco Clemente Mastella ha risposto con un tono netto, ricordando che il cambio di nome di piazza Matteotti risale a oltre trent’anni fa e che, nel frattempo, si sono succedute amministrazioni di ogni colore senza che nessuno sollevasse la questione. L’improvvisa contestazione, a suo avviso, appare strumentale e legata a motivazioni politiche più che a esigenze reali di riconoscimento della storia locale.
Mastella ha definito alcune critiche “mistificazioni della realtà”, accusando l’Anpi di confondere le ragioni oggettive con alibi politici. Ha sottolineato come le sue scelte abbiano cercato di rispondere a un ventaglio variegato di sensibilità, intitolando spazi pubblici non solo a esponenti politici, ma anche a protagonisti della cultura, della religione, della scienza, della legalità e dello sport.
Tra le intitolazioni citate dal sindaco figurano personaggi socialisti, preti di rilievo, grandi pontefici, medici, imprenditori, rappresentanti delle forze dell’ordine caduti in servizio e una poetessa come Alda Merini. In questo modo, secondo Mastella, si sarebbe evitata una visione esclusivamente legata a una sola tradizione politica, valorizzando invece un’ampia gamma di figure meritevoli.
L’intervento di marcella sorrentino a sostegno di mastella
La battaglia sulla toponomastica ha visto nelle ultime ore l’intervento di Marcella Sorrentino, segretaria provinciale di Noi di centro. Il partito, fondato proprio da Mastella, si è schierato senza indugi a difesa del sindaco. Sorrentino ha ribadito come l’amministrazione comunale abbia agito nel rispetto di tutte le sensibilità, senza alcuna esclusione o prevaricazione.
Il suo intervento ha sottolineato che la scelta dei nomi non risponde a logiche di parte ma a una volontà di celebrare il patrimonio storico e sociale della città in modo equilibrato. La segretaria ha invitato a un confronto più costruttivo sull’importanza di riconoscere figure di spicco utili a ispirare la comunità, senza strumentalizzazioni politiche.
La querelle a Benevento resta aperta, con posizioni nette sia da parte dell’opposizione che del sindaco e del suo partito. La memoria pubblica sulla toponomastica si conferma un terreno di scontro forte, dove si intrecciano storia locale, politica e senso civico.