Polemica sull’8 per mille a bologna, il cardinale zuppi critica la modifica del governo

Polemica sull’8 per mille a bologna, il cardinale zuppi critica la modifica del governo

Il governo modifica le finalità dell’8 per mille, suscitando la protesta del cardinale Matteo Zuppi e critiche politiche da Italia Viva, mentre Palazzo Chigi difende l’integrazione a sostegno delle comunità di recupero.
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L’articolo riporta la critica del cardinale Matteo Zuppi alla modifica governativa delle destinazioni dell’8 per mille, contestata anche da Italia Viva, mentre Palazzo Chigi difende l’ampliamento delle finalità per includere il sostegno alle comunità di recupero. - Gaeta.it

L’8 per mille continua a far discutere dopo la decisione del governo di modificare le modalità di destinazione delle risorse. Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha espresso dal capoluogo emiliano una netta presa di posizione contro l’intervento del governo che ha introdotto una nuova finalità di attribuzione del contributo statale. La mossa, secondo Zuppi, mette in discussione l’accordo pattizio con la Santa Sede e interessa anche le altre confessioni religiose. Nel frattempo, da Palazzo Chigi arriva una precisazione sulle ragioni e i dettagli della modifica apportata alla legge.

Le parole del cardinale matteo zuppi e le motivazioni della delusione

Martedì 3 giugno, durante un intervento da Bologna, il cardinale Matteo Zuppi ha dichiarato la propria delusione circa la decisione del governo di cambiare le finalità e le modalità con cui viene gestito l’8 per mille destinato allo Stato. Secondo l’arcivescovo, “questa modifica rompe l’equilibrio previsto dagli accordi tra Stato e confessioni religiose, oltre a creare una disparità che nuoce sia alla Chiesa cattolica che alle altre comunità religiose coinvolte.” Zuppi ha evidenziato che la fonte di queste risorse è vitale per supportare le attività sociali della chiesa in tutta Italia, come la lotta contro la povertà, l’educazione e altri interventi di emergenza sia sul territorio nazionale sia all’estero.

Il presidente della Cei ha inoltre ricordato che il meccanismo dell’8 per mille si basa su un’intesa pattizia che non dovrebbe essere modificata senza un accordo condiviso. Ha chiesto il rispetto delle finalità originarie per cui è stato istituito questo contributo fiscale, rimarcando che la modifica apportata dal governo rischia di sminuire il suo valore e la sua corretta gestione. Zuppi si è detto fiducioso che il contenzioso potrà essere risolto, citando anche il significato simbolico del “Giubileo della speranza” che attraversa il calendario ecclesiastico in questo periodo.

La risposta del governo: una nuova finalità per le comunità di recupero

Dalla sede di Palazzo Chigi è arrivata una replica ufficiale alla posizione espressa dalla Cei. Fonti vicine al governo hanno chiarito che la modifica non cancella le precedenti finalità dell’8 per mille, ma ha semplicemente aggiunto una sesta destinazione per i fondi. Questa nuova finalità riguarda il sostegno alle comunità di recupero per persone affette da tossicodipendenza e altre dipendenze patologiche. Tale intervento si inserisce in una legge approvata nel 2019 dal governo precedente, ma è stata la maggioranza guidata da Giorgia Meloni a integrare la norma nel 2023.

Le fonti di governo hanno sottolineato che i contribuenti che scelgono di destinare l’8 per mille allo Stato possono indirizzare il proprio contributo a una delle sei finalità elencate dalla legge. La modifica mira dunque a ampliare gli ambiti di intervento sociale, adeguandosi a necessità sanitarie e sociali emergenti, senza però sacrificare le risorse previste per le altre categorie. Il governo mantiene l’idea che questa scelta sia coerente con le norme vigenti e sostenuta dalla maggioranza parlamentare.

La critica politica e la posizione di italia viva

La modifica ha sollevato anche una forte critica politica, soprattutto in ambito parlamentare. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha definito la decisione del governo un atto di arroganza verso le istituzioni e un segno di chiusura al dialogo. Secondo Renzi, “togliere fondi alla Chiesa cattolica, in virtù del Concordato sottoscritto tra Stato e Santa Sede, perché non si condividono alcune posizioni della Cei – per esempio su politiche migratorie – rappresenta un gesto grave e immotivato.” Il senatore ha parlato di un colpo di testa da parte del governo, con un chiaro riferimento al duo Meloni-Mantovano.

Anche Enrico Borghi, esponente di Italia Viva, è intervenuto per condannare la modifica definendola «decisione dirigista e statalista». Borghi ha detto che tale scelta tradisce il principio di libertà organizzativa e autonomia delle comunità religiose e dei corpi intermedi. La modifica, a suo avviso, sembra voler limitare la sussidiarietà e il coinvolgimento di gruppi non statali nella gestione di risorse e interventi sociali. Tali critiche rafforzano lo scontro politico intorno alla gestione dell’8 per mille, che genera tensioni tra governo e varie forze politiche, così come tra istituzioni pubbliche e confessioni religiose.

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