Più di mille metalmeccanici in sciopero oggi in friuli venezia giulia contro la sospensione dei contratti

Più di mille metalmeccanici in sciopero oggi in friuli venezia giulia contro la sospensione dei contratti

Oltre mille lavoratori metalmeccanici in Friuli Venezia Giulia scioperano per il rinnovo immediato dei contratti Federmeccanica-Assistal e Confapi, con corteo a Trieste davanti a Confindustria.
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Oltre mille lavoratori metalmeccanici in Friuli Venezia Giulia hanno scioperato a Trieste per il rinnovo immediato dei contratti nazionali scaduti, chiedendo risposte concrete da Federmeccanica e Confapi. - Gaeta.it

Oggi in friuli venezia giulia oltre mille lavoratori metalmeccanici sono scesi in piazza aderendo allo sciopero nazionale indetto da fiom-cgil, fim-cisl e uilm. La protesta si concentra sulla richiesta di rinnovo immediato del contratto nazionale Federmeccanica-Assistal, scaduto ormai da un anno, e di quello Confapi fermo da dicembre 2024. Il corteo ha attraversato diverse vie del centro di trieste prima di fermarsi davanti alla sede di Confindustria.

Come si è svolta la manifestazione a trieste

La manifestazione è partita nella mattinata da piazzale Diacono e ha raggiunto piazza Venerio, spazio centrale della città. Il percorso ha visto una buona partecipazione di lavoratori provenienti da tutto il friuli venezia giulia, con un numero stimato superiore a mille persone. Il corteo si è fermato davanti alla sede di Confindustria, cuore degli interessi industriali nella regione, dove si sono levati slogan espliciti come “Vogliamo il contratto, non vogliamo restare poveri” e “Chi non salta Confindustria è”.

Caratteri principali dello sciopero

Lo sciopero, proclamato per l’intera giornata, rappresenta la quarantesima ora di astensione dal lavoro nelle industrie metalmeccaniche della regione. La presenza concentrata di lavoratori ha evidenziato una forte volontà, espressa con cori e cartelli, di rilanciare la vertenza sindacale e ottenere risposte concrete da parte delle associazioni datoriali.

Adesione e richieste alla base della protesta

In Friuli Venezia Giulia si contano circa 60mila lavoratori metalmeccanici, distribuiti tra grandi gruppi e piccole imprese. Questo sciopero ha visto un’adesione consistente, con punte che raggiungono il 70% nelle grandi aziende e il 65% nelle medie e piccole realtà. Sono numeri che indicano una mobilitazione sentita e non superficiale, a dimostrazione della frustrazione diffusa per il mancato rinnovo dei contratti.

Il contratto nazionale Federmeccanica-Assistal, scaduto da più di un anno, rappresenta l’accordo di riferimento per gran parte del comparto. Anche il contratto Confapi, che riguarda molte piccole aziende, è fermo da dicembre 2024 senza novità. Questa situazione ha creato incertezza tra i lavoratori, con conseguenze anche economiche e sociali.

Racconti dai lavoratori delle aziende friulane

Durante il corteo i sindacati hanno raccolto diversi interventi di lavoratori e delegati provenienti da aziende quali fincantieri, wärtsilä, martelli automotive e bsg caldaie di pordenone. Queste testimonianze hanno ribadito il senso di emergenza della vertenza e l’esigenza di riaprire velocemente il tavolo di trattativa con le controparti.

I sindacati hanno sottolineato che lo sciopero vuole essere un segnale forte rivolto a federmeccanica e al nuovo presidente dell’associazione. La richiesta è quella di un incontro già a luglio per discutere il rinnovo contrattuale e trovare soluzioni adeguate per milioni di lavoratori metalmeccanici italiani, che attendono da troppo tempo risposte e certezze. Lo sciopero ha quindi anche un valore nazionale, ma vede nel Friuli Venezia Giulia una partecipazione intensa ed una protesta chiaramente visibile.

La giornata odierna si inserisce in un contesto di conflitti aperti nel settore metalmeccanico in tutta Italia. I lavoratori insistono per cambiare le condizioni di lavoro e retribuzione e rilanciano la loro mobilitazione se non arriveranno risposte concrete a breve. La situazione resta quindi in divenire ed è atteso un confronto nelle prossime settimane che potrà rivelarsi decisivo per la chiusura della lunga vertenza sui contratti nazionali del comparto.

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